Faravelli: le materie prime dell’eccellenza

Organizzazione ottimale, marketing innovativo, capacità di penetrazione in diversi segmenti consentono a Faravelli di continuare a crescere e di mantenere il contatto stretto con clienti e partner della filiera alimentare, anche in una fase incerta come l’attuale.

a cura di Alessandro Bignami

Anche per la filiera alimentare l’emergenza sanitaria ha rappresentato una sfida molto complessa da affrontare, capace di scuotere equilibri e certezze. In particolare, la crisi del canale horeca, ristorazione ed eventi, ha ridisegnato le dinamiche della domanda. In questo scenario, un protagonista della distribuzione di ingredienti e materie prime come Faravelli ha risposto mettendo a frutto la sua lunga esperienza e la presenza consolidata in diversi settori. Di questo e altri temi abbiamo parlato con Guido Rovati, Sales & Marketing Director di Giusto Faravelli Spa.

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Guido Rovati, Sales & Marketing Director di Giusto Faravelli Spa

Qual è l’umore in azienda in questa fase? Cosa è cambiato per il mondo della produzione rispetto alla prima ondata dei contagi da Covid-19? 
Siamo in allerta! Perché temiamo che la nostra economia ne possa risentire più che per la paura di contagi in azienda. Il nostro board ha infatti implementato molte misure volte a proteggere tutti i dipendenti. Cosa sia realmente cambiato a livello produttivo in questa seconda ondata, è ancora presto dirlo. Non penso ci saranno più blocchi di interi settori, ma credo che un rallentamento sull’economia ci sarà. 

Qual è la situazione della filiera alimentare dal vostro punto di osservazione?
Pur essendo un settore essenziale, sembra che una parte dell’industria abbia sofferto, soprattutto per le limitazioni del canale ristorazione ed eventi. Nonostante i consumi di alcuni generi alimentari siano addirittura aumentati (tutti sanno come la GDO abbia lavorato a pieno ritmo durante il primo lockdown e che ci sia stato un aumento di consumi di diversi alimenti, legati anche al fatto che si è cucinato di più in casa), la filiera è stata fortemente danneggiata. Oltre all’export, che ancora è in sofferenza, i canali Horeca e Vending hanno subito un forte rallentamento. Lo stesso smart working, che continua ad essere giustamente visto come uno strumento di prevenzione anche durante questa seconda ondata, ha determinato un blocco delle vendite dei prodotti dai distributori e anche del business di bar e ristoranti che vivevano grazie alle pause pranzo dei lavoratori.

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Premio 2020, Best Managed Companies Award di Deloitte

Come sono andati gli ultimi mesi del 2020?
Le nostre vendite sono articolate su diversi settori, il che ci permette di superare meglio anche momenti come questo. Non ci possiamo lamentare per i risultati del 2020.

Quali sono gli strumenti di marketing che avete privilegiato in questo periodo, alla luce anche dello slittamento di molte fiere internazionali a cui avete sempre partecipato con grande visibilità?
Abbiamo cercato di essere presenti sia con i nostri clienti che con i fornitori, con telefonate, videoconferenze e anche attraverso i social media. La collega Silvia Di Tommaso ha sviluppato una serie di campagne di comunicazione molto simpatiche, come per esempio #CosaFarai? in cui abbiamo raccontato come i Faravelliani stessero vivendo il lockdown e cosa avrebbero fatto immediatamente dopo. In fin dei conti a tutti è mancato un po’ il contatto umano e abbiamo cercato di renderci più tangibili anche con queste iniziative.

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Visual campagna di comunicazione #cosafarai

Cosa significa per voi essere fra le 59 “Best managed companies” premiate da Deloitte? 

Per la nostra azienda, nata nel 1926 come un “one man show”, è un riconoscimento importante, non solo per la famiglia Faravelli che ancora dirige l’azienda, ma anche per tutti i dipendenti che, a diversi livelli, hanno contribuito alla crescita e che con questo riconoscimento vedono riconosciuta la validità del lavoro fatto. Anche per i clienti e i fornitori è un segnale importante: sanno ancora una volta di più che collaborano con un’azienda solida e compatta. La nostra forza è il piacere di lavorare insieme e di essere valorizzati come risorse umane.

Qual è la vostra attività nel settore della nutraceutica? State lavorando a nuove iniziative e prodotti per questo mercato?
Il settore nutraceutico è nato come costola del nostro settore farmaceutico ed ha seguito lo sviluppo del mercato, al momento per fortuna molto vivace. Per questo abbiamo un team molto valido e completamente dedicato, sempre alla ricerca di nuove opportunità. Al momento forniamo un portfolio vasto di prodotti, che include eccipienti ma anche materie prime funzionali, che necessitano un adeguato supporto scientifico. Sono felice di poter menzionare il nostro ultimo successo, ovvero la collaborazione per la promozione dei prodotti Rousselot (collagene e gelatine).

Su quali obiettivi vi concentrerete nei prossimi mesi?
Direi che ci focalizzeremo innanzitutto su quelle materie prime che riguardano il sistema immunitario, visti i tempi. Continueremo a proporre, in considerazione degli ottimi risultati, anche la vitamina K2 e faremo una campagna promozionale specifica sul collagene, vista la nostra recente nuova collaborazione.