Deumidificatore DFLEX installato presso uno stabilimento industriale
Fisair punta a crescere sul mercato italiano ponendo l’accento sul proprio expertise e sui contenuti tecnici delle sue soluzioni per il controllo dell’umidità dell’aria. La strategia include la prossima apertura di una filiale nel nostro paese.
di Alessandro Bignami
È dall’espressione “fisica dell’aria” che prende il nome Fisair, società specializzata nelle tecnologie per il controllo dell’umidità dell’aria. Azienda internazionale con sede centrale e stabilimenti produttivi in Spagna, Fisair ha sviluppato in decenni di attività un know how di altissimo livello per il controllo dell’umidità in numerosi settori industriali, tra cui la filiera farmaceutica, alimentare e delle materie plastiche. Nel 2020 prende corpo la strategia volta ad avviare una presenza diretta sul mercato italiano, affidata a un referente dell’azienda attivo sul territorio: una fase di transizione che mira all’apertura di una filiale entro la metà del 2021. La persona di riferimento è l’Ing. Emanuele Pisanello, Italy Technical Sales Manager di Fisair, che ci ha parlato dei prossimi obiettivi della società nel nostro paese.
Perché Fisair ha deciso di rafforzare la presenza in Italia?
A livello internazionale siamo presenti da diversi anni in grandi paesi europei come Francia, Germania e Regno Unito. Seguiamo inoltre commesse in Asia, stiamo aprendo uffici di rappresentanza in Nordamerica e abbiamo un’attività storicamente radicata in Centro e Sudamerica. In tale contesto, Fisair ha ritenuto strategicamente fondamentale estendere la propria presenza in un mercato importante come quello italiano, con la prospettiva di aprire una filiale nel breve periodo. In questa fase di transizione, sono io a rappresentare la figura di riferimento dell’azienda in Italia, con il compito di favorire la conoscenza del brand e del contenuto tecnico innovativo che identifica i nostri prodotti. Pertanto, orienteremo la comunicazione sugli aspetti impiantistici, ingegneristici e tecnici delle soluzioni che proponiamo ai diversi settori industriali, sia nel campo della deumidificazione essiccante sia in quello dell’umidificazione.
Le vostre soluzioni vengono già applicate nel mercato italiano?
In Italia abbiamo già una clientela consolidata, soprattutto nel campo dei sistemi di deumidificazione adiabatica ed isoterma, che sono richiesti principalmente dai costruttori di unità di trattamento dell’aria. Queste relazioni si sono sviluppate nel corso degli anni, anche grazie alla presenza costante di Fisair ad eventi quali MCE, e sono state favorite da importanti innovazioni introdotte dalla nostra azienda in termini di logica costruttiva e materiali impiegati. Uno dei miei compiti è proprio quello di gestire il supporto verso questi clienti.
Nel mondo della deumidificazione abbiamo grandi potenziali da esprimere, anche se siamo consapevoli che non sia facile conquistare nuove quote del mercato italiano; infatti in questo settore sussiste un’esposizione pressoché diretta verso il cliente finale, il quale, spesso, alla stregua di progettisti ed installatori, risulta sprovvisto degli strumenti necessari ad un’efficace risoluzione del problema della deumidificazione nei contesti industriali. In effetti i nostri sistemi sono in grado di rispondere alle più proibitive condizioni termoigrometriche di lavoro, assicurando la minima spesa energetica (basti solo pensare che le nostre macchine funzionano senza compressori). Per questo motivo crediamo che promuovere meramente la qualità strutturale del prodotto non basti e che siano essenziali l’adeguata formazione e e la valorizzazione delle notevoli differenze tecniche e funzionali esistenti tra le nostre soluzioni e le alternative disponibili sul mercato.
C’è bisogno quindi di una maggiore cultura tecnologica sul tema del controllo dell’umidità?
Senza ombra di dubbio. Comunque, sarebbe già utile sfatare alcuni miti. Per esempio, non tutti sanno che, per ottenere certe condizioni di umidità relativa, la deumidificazione essiccante è l’unica soluzione percorribile. Alcuni invece continuano a ricorrere a sistemi più conosciuti, come quello frigorifero a condensazione, anche per deumidificare ambienti che invece richiederebbero la nostra tecnologia. Certo, non intendiamo affermare che quest’ultima sia la migliore in assoluto, non avrebbe senso. Però possiamo dire che in certi contesti costituisce la soluzione del problema. Fra i tanti, cito il caso delle celle frigorifere: è impensabile rimuovervi l’umidità con l’impiego della deumidificazione meccanica.
Quali sono i settori a cui guardate con maggiore interesse nel nostro paese?
Il farmaceutico e l’alimentare, per i quali ho già elaborato diverse offerte, sono molto importanti per le nostre applicazioni. Teniamo in forte considerazione anche il mondo della plastica. Vorrei ribadire che il nostro approccio è davvero basato su un background ingegneristico e consulenziale. Lo è fin dalle origini di Fisair, che è nata giovandosi dell’expertise di Tecniseco Ingenieros, azienda spagnola che ha operato per decenni nel campo dell’ingegneria dell’umidità. Una lunga esperienza che ha consentito di acquisire conoscenze dettagliate e analitiche sul controllo dell’umidità in svariati e specifici processi industriali: dalla produzione della birra alla copertura delle praline con cioccolato fuso, fino allo stampaggio a iniezione di materie plastiche, per fare solo qualche esempio. Sappiamo esattamente cosa può provocare in contesti produttivi come questi un’umidità non adeguatamente controllata. Serve a poco dire, come fanno tutti, che il nostro prodotto è robusto e affidabile. Ci interessa invece entrare nel merito delle specifiche applicazioni, con dati alla mano in termini di affidabilità e ottimizzazione dei costi.
La vostra nuova iniziativa sul mercato italiano ha dovuto fin da subito misurarsi con la crisi sanitaria del Covid-19 e il lockdown della scorsa primavera.
L’azienda ha adottato tutte le misure di sicurezza estendendo fino a settembre l’attività in smart working. In Italia ho potuto visitare qualche cliente a partire dalla metà di giugno. Giustamente occorre ancora la massima cautela. Ho continuato nel frattempo a redigere numerose proposte nel campo della deumidificazione. Sto lavorando molto con i clienti che realizzano impianti per il trattamento dell’aria, ma anche con società di ingegneria e consulenti. Fra i vari progetti che stiamo promuovendo, uno riguarda un’applicazione fortemente innovativa per le nostre macchine, che riteniamo potrà darci soddisfazione e che è pensata per una grande industria alimentare italiana.
L’emergenza non ha cambiato dunque l’attuale strategia di Fisair per l’Italia…
Anzi, per certi versi la lotta al coronavirus può persino coinvolgere di più le nostre soluzioni. Sono ormai diversi gli studi scientifici che confermano l’importanza del controllo dell’umidità nell’ostacolare la diffusione del virus all’interno degli ambienti. E anche in termini di efficienza energetica e di sostenibilità, sappiamo che nel lungo termine l’umidificazione adiabatica è destinata a imporsi nel raffrescamento degli ambienti, sia industriali sia residenziali. Quelle aziende, sempre più numerose, che guardano con lungimiranza alla responsabilità sociale e all’etica ambientale, trovano in noi un partner altamente qualificato.
Anche il settore farmaceutico offre interessanti opportunità di applicazione?
Quello del pharma è un contesto industriale dove più che mai ogni progetto è rigorosamente definito. Solitamente le condizioni dell’aria di processo sono già determinate dal progettista. I vincoli da rispettare sono stringenti. Questo non vuol dire che non ci siano margini di miglioramento, anzi. Nel pharma, una possibilità che abbiamo spesso a disposizione è quella di eseguire un’integrazione con l’impianto esistente. Proprio una delle offerte che ho appena elaborato prevede l’inserimento della nostra macchina nell’ambito del revamping di un impianto: quando in un locale le condizioni richieste di umidità relativa diventano più restrittive, noi possiamo inserire la nostra sezione in qualità di upgrade del sistema di trattamento dell’aria esistente. Nel farmaceutico è un intervento che realizziamo di frequente. Nel caso invece di progetti che partono da zero, possiamo affiancare il progettista nella fase del disegno, se richiesto, oppure supportare il cliente finale nella scelta della soluzione più adatta. In qualsiasi caso, siamo in grado di garantire tutti i parametri imposti. La nostra tecnologia è la più efficace nei processi e sottoprocessi farmaceutici che richiedono stringenti livelli di umidità specifica dell’aria, anche inferiore ai 2 g/kg.
Come gestite il servizio di assistenza per il mercato italiano?
Da un lato stiamo intessendo dei rapporti sul territorio con centri che possano garantire interventi rapidi presso i clienti. Dall’altro è in corso il rafforzamento, accelerato dall’emergenza sanitaria, del service garantito direttamente dalla sede centrale, sia sotto il profilo dell’assistenza da remoto sia del personale tecnico pronto a spostarsi, per i casi più impegnativi e complessi. Per noi, tuttavia, l’approccio al service e alla manutenzione parte dalla macchina stessa, i cui controlli si basano su una logica di sistema esperto, secondo quel principio dell’intelligenza artificiale che si prefigge di emulare il comportamento dell’operatore. Ancora una volta nel segno del nostro peculiare expertise.