Feldman è un’azienda in crescita che crede nel valore delle esigenze personali, come la gestione di una gravidanza: un aspetto importante nel comparto plastico, dove una donna deve sempre dare il massimo per riuscire ad emergere.
“Parlo correttamente quattro lingue e sono riuscita a conquistarmi la stima dei clienti con un duro lavoro da commerciale unito a professionalità, faccia tosta e ironia”, dice Paola Pireddu, Sales Manager della Feldman ST, moglie e mamma di 3 bambini. Qualità fondamentali accompagnate dal supporto di un’azienda che guarda prima di tutto ai risultati e non solo alle ore di lavoro.
Dr.ssa Pireddu, l’aumento dei costi delle materie prime, dell’energia e della logistica connessi allo scenario di guerra sono tutti fattori che hanno influenzato il comparto plastico. Come è stato il 2023 per Feldman ST?
“Per dare una risposta seria dovremmo attendere la fine dell’anno. In ogni caso, noi non vendiamo volumi, ma tecnologia, dove il prezzo è un fattore limitato per il cliente, quando acquista i nostri prodotti. Siamo legati a tre segmenti di mercato: agricolo, imballaggio, alimentare. Il primo è connesso soprattutto alle stagioni, nell’emisfero Nord, perché i clienti acquistano in prossimità dei periodi di semina. Il secondo viene influenzato dai consumi in generale e, infatti, quest’anno ha subito una riduzione. Il terzo non subisce particolari variazione in quanto copre il confezionamento di alimenti freschi, venduti soprattutto tramite le catene di distribuzione. In questo segmento stiamo registrando un aumento perché le grandi catene cercano di aumentare la ‘shelf-life’ del prodotto”.
Quali sono invece le prospettive per il 2024 sia per quanto riguarda Feldman ST sia, più in generale, per il settore dell’imballaggio industriale?
“Stiamo lavorando sull’allargamento della rete vendite mondiale e speriamo che porti dei frutti già nel 2024. Il resto dipenderà dall’andamento del mercato globale, dove, comunque, siamo sempre cresciuti nel corso degli anni”.
Dopo 5 anni, è tornata la fiera Plast: come è andata e quali differenze ha riscontrato rispetto all’ultima edizione?
“Già dall’ultima fiera post-Covid (Ipack-Ima 2022 a Milano) si era notato come le persone avessero una gran voglia di incontrarsi nuovamente e ritrovare il contatto umano, Plast 2023 ne è stata la conferma. La fiera è stata inserita in una settimana infelice, a ridosso delle ferie estive e prima dell’inizio delle scuole, obbligando gli espositori a fare i salti mortali per partecipare e molti visitatori ad arrivare con i figli al seguito, eppure l’affluenza è stata al di sopra delle previsioni.
Per quanto ci riguarda l’abbiamo chiusa con ottimi risultati: molte visite di clienti storici e consolidati, ma anche di potenziali acquirenti interessati ai nostri innovativi sistemi di perforazione e alle nostre ribobinatrici compatte ed efficienti.
Inoltre, l’evento ‘Women in Plastics’ che abbiamo organizzato nei nostri spazi e che ha visto la partecipazione di 40 ‘Signore del mondo della plastica’ (CEO, Sales Manager e imprenditrici di aziende del settore), ha affollato ulteriormente lo stand Feldman, attirando anche molti curiosi”.
Nel CCNL gomma plastica 2023 si fa riferimento alla parità di genere. Si parla del “raggiungimento della effettiva pari opportunità tra donne e uomini nel lavoro”. Si tratta di conquiste importanti. Quanto conta parlare di questi temi a livello legislativo e quanto ancora c’è da fare invece a livello culturale, su quali aspetti bisognerebbe insistere?
“Per quanto riguarda la mia esperienza professionale alla Feldman ST mi sento una privilegiata: lavoro con Moshe Feldman da nove anni e ho conquistato la sua completa fiducia, così sono rientrata dalla mia seconda gravidanza con un contratto part time di 30 ore in smart working fisso, con quattro giorni di attività da casa e uno in ufficio o in trasferta da clienti, in Italia o all’estero. Inoltre, quando andavo in ufficio e i miei figli erano neonati (dai 3 mesi all’anno, circa), mi è sempre stata consentita la ‘pausa poppata’ in ufficio (al posto di quella per il caffè…). Quindi, alla Feldman sono sempre riuscita abbastanza agilmente a conciliare la mia vita di donna e mamma con quella di Sales Manager per l’azienda. Eppure, mi rendo conto che sono un caso raro. Alla Feldman, infatti, si guarda ai risultati e non alle ore d’orologio in cui si è al lavoro e questo è un grande valore, concretizzato grazie alla sensibilità, elasticità e lungimiranza di Moshe Feldman”.
Può raccontarci della sua esperienza di donna all’interno del comparto plastico e, eventualmente, di come ha affrontato eventi che riguardano la disparità di genere?
Purtroppo il comparto plastico (come quello aeronautico, in cui ho lavorato precedentemente) è molto maschilista e le donne sono spesso ancora considerate ‘la segretaria di…’ o ‘l’hostess dello stand di…’. Sono riuscita a conquistare la stima dei clienti con un duro lavoro da commerciale e grazie a professionalità, faccia tosta e ironia, che mi è servita quando le mie competenze ancora non arrivavano a fornire le risposte richieste. Per quanto riguarda le questioni tecniche inerenti ai macchinari che vendiamo, parlando correntemente quattro lingue, mi sono sempre interfacciata con gli esperti e riuscita a fare loro da tramite e portavoce”.
Cosa consiglierebbe alle giovani donne che desiderano lavorare in questo settore?
“Una donna deve sempre dimostrare più del 150% per essere riconosciuta al 100%, perciò bisogna studiare tanto (e in fretta), fare gavetta e imparare sul campo (senza farsi sfruttare come stagista), informarsi sempre (da fonti autorevoli possibilmente), farsi valere come professionista (senza cadere negli stereotipi e nei luoghi comuni). Consiglierei a tutte le donne del settore di unirsi a quella che ci si aspetta diventi a breve l’Associazione ‘Women in Plastics’, per portare avanti le nostre idee e contare sempre di più, in questo mondo in cui si può tranquillamente affermare che ‘è così difficile essere donna, che solo una donna ci riesce’”.