In occasione della conferenza stampa organizzata durante la ventiquattresima edizione di Fakuma abbiamo incontrato Renato Moretto, Presidente di Moretto S.p.A., per commentare i risultati del 2015, le nuove proposte tecnologiche e le prospettive per il 2016.
Sig. Moretto, il 2015 è stato un anno record per la sua società. Quali fattori hanno prodotto un andamento così favorevole?
Occorre premettere che il 2015 è stato un anno particolarmente positivo, in cui si è registrato un atteggiamento di maggiore fiducia su tutti i principali mercati che ha determinato un aumento degli investimenti. Moretto ha continuato il suo trend favorevole, che prosegue da anni, e ha consolidato la sua posizione sul mercato. La crescita a fine anno sarà del 32%, un risultato eccezionale per un’azienda con un giro d’affari importante: il trend è stato favorevole su tutti i principali mercati, in tutti i continenti.
Anche il mercato interno ha fatto registrare un andamento positivo?
Anche sul mercato interno il trend è stato favorevole, con una crescita di circa il 27%. In Italia si parla molto, talvolta troppo, ma ci sono anche aziende molto determinate ad investire, che stanno sviluppando progetti molto interessanti in cui siamo coinvolti. Il nostro progetto Eureka, giunto al quattordicesimo anno, ha dato un contributo fondamentale per la nostra crescita, coinvolgendo la deumidificazione, il settore che rappresenta il 45-46% del fatturato. Ma anche le altre linee produttive hanno assicurato risultati molto positivi. Il dosaggio gravimetrico, per esempio, ha fatto registrare un raddoppio dei volumi (la produzione ha superato le 1000 macchine). La risoluzione di alcuni problemi molto sentiti ha messo in luce l’estrema affidabilità delle nostre macchine: il mercato se ne è accorto e ci sta premiando con i numeri.
Il progetto Eureka ha completato un ciclo, ma ne sta iniziando un altro?
La prima fase del progetto Eureka, che coinvolgeva dryers, tramogge e controlli, si è conclusa con la messa a punto di soluzioni brevettate, che hanno rappresentato una svolta tecnologica significativa. Ma il progetto continua, per raggiungere risultati ancora più brillanti, partendo dal risparmio energetico, che è possibile raggiungere avvalendosi di fonti alternative. Ritengo che questo approccio innovativo sia in grado di assicurare risultati molto brillanti. Per lo studio e lo sviluppo di nuove tecnologie, Leonardo, il cluster di cui disponiamo da diversi anni, sarà di grande aiuto. Leonardo, infatti, in simbiosi con gli ingegneri, provvederà a decodificare i fenomeni fisici per simulazione matematica fornendo le soluzioni di facile interpretazione.
Al Fakuma avete presentato anche alcuni sistemi innovativi nel campo del trasporto…
I sistemi di trasporto tradizionali hanno la necessità di essere sorvegliati, calibrati e gestiti al variare delle situazioni operative: cambio stampo, aumento di produzione, variazione dei tempi di trasporto e pulizia. La nostra soluzione innovativa è rappresentata da un sistema completamente automatico che, in autoapprendimento, interpreta le diverse situazioni e si adatta di conseguenza, momento per momento.
La mia spasmodica ricerca della perfezione prevede che vengano affidate alle macchine le attività più “faticose”, mentre l’uomo debba occuparsi esclusivamente di qualità, anzi di eccellenza.
Le macchine devono essere intelligenti, integrarsi ed essere complementari all’uomo. Questo tipo di approccio è stato applicato anche nel trasporto con esiti molto vantaggiosi. Nell’ambito dei sistemi di trasporto abbiamo innovato anche le apparecchiature, migliorando l’affidabilità e la sicurezza dei singoli componenti. Il progetto dedicato a questo settore produttivo, durato cinque anni, ha già ottenuto un riscontro favorevole da parte degli operatori di mercato che hanno potuto apprezzarne le caratteristiche e le performances.
La recente partecipazione alla Fakuma, in cui avete presentato le vostre novità più recenti, ha soddisfatto le vostre aspettative?
La Fakuma esprime sempre un ottimo livello di tecnologia, con una partecipazione importante e una qualità di visitatori molto qualificata. Anche questa edizione ha confermato questa regola: al nostro stand abbiamo incontrato professionisti realmente interessati alle proposte tecnologiche. Da parte degli espositori più qualificati mi ha colpito, in particolare, la ricerca dell’integrazione tra i sistemi di automazione e l’attività dell’uomo, ossia il controllo di processo, una necessità che sarà sempre più pressante nel medio termine. Per quanto ci riguarda, abbiamo registrato un incremento del 6% dei visitatori, provenienti da 46 Paesi. I più numerosi sono stati i tedeschi e gli italiani, in generale europei; non sono mancati, peraltro, anche gli operatori provenienti dai mercati lontani (asiatici, nord e sudamericani).
Per la crescita di Moretto a livello internazionale è contata sicuramente la tecnologia, ma anche un’organizzazione che vi ha permesso di operare efficacemente nei diversi mercati internazionali…
Sviluppare tecnologia e innovazione è sicuramente fondamentale, ma è altrettanto importante trovare clienti, senza i quali un’azienda non ha motivo di esistere. Mai come ora si è percepita la globalità del mercato, pertanto è necessario essere presenti su tutti i mercati in modo strutturato. È stato importante disporre di una serie di filiali; quella polacca svolge anche un’attività produttiva. In Polonia abbiamo incontrato persone molto preparate: presso lo stabilimento di Czesthochowa realizziamo lavorazioni specifiche molto particolari ma perfettamente integrate nel ciclo produttivo, mentre gli assemblaggi e i collaudi, oltre all’intelligence, vengono gestiti in Italia presso l’Headquarter di Padova. Recentemente abbiamo aperto filiali commerciali in Russia, negli Stati Uniti e sono allo studio due progetti per essere presenti direttamente in altri paesi strategici. La presenza diretta nei mercati di riferimento è molto vantaggiosa: in alcune filiali, come in quelle tedesca, brasiliana e statunitense, oltre agli uffici commerciali sono disponibili macchine e materiali e vi operano tecnici qualificati.
Il lavoro di marketing si completa con una comunicazione adeguata alle esigenze di un mercato sempre più esigente: per questo ci siamo attrezzati, al nostro interno, con una struttura articolata che non si limita a fornire informazioni tecniche, ma produce cataloghi e documentazione in 22 lingue, ottimizzando i tempi e fornendo ai clienti anche un servizio tailor made.
Moretto Plastic Automation è nata nel 1987, quasi trent’anni fa, durante i quali ha sviluppato una crescita ininterrotta. Quali sono stati, a Suo avviso, i fattori fondamentali per un’affermazione così significativa?
Credo che il motore principale sia stata la passione che mi ha sempre animato, anche prima di fondare la società, quando lavoravo per altri. Il lavoro è la mia vita e continua a piacermi come quando ho iniziato; i risultati raggiunti hanno aumentato la mia tensione per la ricerca costante della perfezione. Questo approccio ha portato 161 brevetti, un grande patrimonio per l’azienda ma, prima di tutto, è stato determinante aver saputo rispondere alle necessità dei clienti. Mi sarebbe piaciuto proseguire gli studi, frequentare l’università, ma il lavoro mi ha coinvolto ben presto per necessità, poi piano piano ha iniziato a darmi soddisfazioni sufficienti per continuare ad impegnarmi con tutto me stesso, con l’entusiasmo di un bambino che gioca con il suo giocattolo preferito. Nonostante non abbia potuto studiare, credo di essere una persona molto fortunata perché ho visto coronato un sogno, quello di sentirmi realizzato, ma soprattutto di fare un lavoro che mi piace fuori misura. Confrontarmi con la concorrenza più qualificata mi dà un grande senso di responsabilità, un altro fattore che aiuta a perseguire risultati sempre più importanti.
Per una società familiare quali altri fattori sono determinanti per raggiungere una posizione di primo piano a livello internazionale?
Per ottenere certi risultati occorre innanzitutto saper esprimere un livello tecnologico adeguato. L’altro aspetto determinante è rappresentato dalle persone: quelle che mi hanno circondato in questi anni, oltre ad esprimere un alto livello professionale, hanno creduto nel mio sogno. Ritengo di essere una persona molto fortunata anche per un altro motivo: la famiglia mi è stata sempre molto vicina e si è lasciata coinvolgere nel mio sogno, senza crearmi mai alcun ostacolo. Questo mi ha permesso di concentrarmi nella mia vera, autentica passione. Anche il team che, nel tempo, è stato costituito ha avuto un ruolo molto importante, avendo portato cultura, esperienza e condiviso gli obiettivi aziendali.
L’imprenditore è un sognatore, un visionario: perché le sue idee si trasformino in realtà è indispensabile che sia credibile e possa contare sulla fiducia e sulla condivisione degli obiettivi da parte dei suoi collaboratori. Il mio progetto è quello di diventare il leader mondiale, il migliore: in presenza di un problema, vorrei che si pensasse alla Moretto. Sono convinto di non essere lontano da questa meta, ma vorrei la conferma ufficiale dal mercato.
È corretto dire che, con il contributo dei suoi collaboratori, è riuscito ad ingegnerizzare un sogno?
A questo proposito, mi viene in mente il mio atteggiamento di fronte a una nuova macchina, a una nuova applicazione. In quelle situazioni mi pongo nella posizione del cliente e divento il giudice più severo di quanto è stato realizzato: probabilmente in molti apprezzano e condividono questo tipo di approccio.
Essendo troppo indulgente o troppo egoista, mettendo in primo piano solo gli aspetti economici, il rischio di fallire certi obiettivi sarebbe notevole. Di fronte al mio atteggiamento di analisi rigorosa del nostro lavoro, la disponibilità di uno staff capace di cercare le risposte ad ogni dettaglio è fondamentale. Devo constatare che, anche in queste situazioni, la squadra si rivela invincibile. Questa è la Moretto vera, concreta, reale.
Quali saranno le nuove tappe del sogno?
Proclamare la leadership mondiale, in modo univoco e senza equivoci. 161 brevetti sono già un patrimonio tangibile, ma vorrei che fosse il cliente a manifestare apertamente la sua soddisfazione, cosa che succede frequentemente e che mi dà la forza di alzare ogni giorno l’asticella.
Il cliente, che in genere si rapporta con i manager di società multinazionali, continua ad apprezzare la possibilità di confrontarsi con Lei, fondatore e animatore di un’azienda familiare?
In effetti, in quest’epoca di informatizzazione, il cliente apprezza il rapporto interpersonale e la possibilità di incontrare il titolare dell’azienda con cui ha scelto di collaborare. Proprio in questi giorni un cliente importante ha espresso la volontà di effettuare un ordinativo, ma ha richiesto espressamente una presenza aziendale rappresentativa. Questo nulla toglie all’importanza dei collaboratori, ma conferma il valore del rapporto personale che, anche se oggi si sta un po’ perdendo, è connaturato alla natura umana quasi fosse un antidoto alla valanga mediatica che ci travolge ogni giorno. La fiducia non ha colore, non ha peso, non fa rumore, non ha dimensioni, non ha odore, è un qualcosa di intangibile che si trasmette solo face to face.
Francesco Goi