Raggiunto un accordo provvisorio sul regolamento imballaggi

regolamento imballaggi

 

Siglato a Bruxelles un accordo politico provvisorio (in attesa dell’adozione formale da parte del Parlamento europeo e del Consiglio Ue) sul regolamento imballaggi e rifiuti da imballaggio. L’accordo trilogo è stato tra i negoziatori del Parlamento europeo, della presidenza di turno belga del Consiglio Ue e della Commissione.

Questo può essere considerato tra gli atti europei legislativi più importanti per il Governo e per molti gruppi di interesse italiani. Questi ultimi, infatti, chiedevano delle deroghe da alcuni obiettivi più stringenti sul riutilizzo degli imballaggi, oltre alla soppressione di certi divieti sugli imballaggi in plastica monouso.

In generale, quindi, tutti gli imballaggi dovranno essere riciclabili, secondo criteri rigorosi che saranno definiti attraverso una legislazione su misura. Sono invece previste esenzioni per legno, sughero, tessuti, gomma, ceramica, porcellana o cere.
L’accordo provvisorio mantiene gli obiettivi di base per il 2030 e il 2040 relativi al contenuto minimo di riciclato nel packaging in plastica. Sono esclusi quelli in plastica compostabile e gli imballaggi la cui percentuale di plastica è inferiore al 5% del peso totale dell’imballaggio.

La Commissione è chiamata a valutare, dopo tre anni dall’entrata in vigore del regolamento, lo stato dello sviluppo tecnologico degli imballaggi in plastica biobased e, sulla base di tale valutazione, a stabilirne i requisiti di sostenibilità.

Il monouso

Per quanto riguarda i divieti al monouso in plastica, è passata la versione restrittiva sui packaging che verranno banditi a partire dal 1 gennaio 2023.  I prodotti interessati saranno gli imballaggi per frutta e verdura fresca non trasformata; imballaggi per alimenti e bevande riempiti e consumati in bar e ristoranti; monoporzioni di alimenti quali condimenti, salse, panna, zucchero; confezioni per prodotti da toilette distribuiti negli alberghi e il film termoretraibile per l’avvolgimento di bagagli negli aeroporti.
Anche i sacchetti monouso in plastica ultraleggeri (sotto 15 micron di spessore), saranno eliminati dal mercato, a meno che non servano per motivi igienici o forniti come imballaggio primario di alimenti sfusi per prevenire sprechi alimentari.

Il contenimento degli imballaggi

Per gli obiettivi di contenimento degli imballaggi, il testo provvisorio vorrebbe ridurli del 5% entro il 2030, del 10% entro il 2035 e del 15% entro il 2040, imponendo ai paesi membri di scartare la quantità di rifiuti di imballaggio in plastica.
In più, è stata introdotta una restrizione all’immissione sul mercato degli imballaggi destinati al contatto con gli alimenti e che contengono i cosiddetti PFAS definiti ‘inquinanti eterni’.

Il riutilizzo

Un altro punto molto atteso è quello sulle prescrizioni in termini di riutilizzo e ricarica, con obiettivi vincolanti al 2030 e obiettivi indicativi al 2040.

Gli obiettivi cambiano in base al tipo di imballaggi utilizzati dagli operatori. Entro il 2030, i negoziatori hanno stabilito che dovrà essere riusato almeno il 10% degli imballaggi per le bevande alcoliche e analcoliche (esclusi vino e vini aromatizzati, latte e altre bevande deperibili). Altri obiettivi di riuso riguardano gli imballaggi per il trasporto e la vendita (esclusi quelli utilizzati per merci pericolose o apparecchiature di grandi dimensioni, e gli imballaggi a diretto contatto con gli alimenti) e per gli imballaggi raggruppati. Gli imballaggi in cartone saranno esentati da questi obblighi di riuso.

Il packaging da casa

Infine il packaging da casa. Entro il 2030 i distributori di cibi e bevande da asporto, infatti, dovrà consentire ai consumatori di portare da casa il proprio contenitore. Inoltre, gli stessi dovranno confezionare almeno il 10% dei prodotti in un formato riutilizzabile.

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