Alimenti da forno ad alto valore aggiunto ottenuti da scarti agroalimentari, orti urbani per coltivare al chiuso senza pesticidi e con il minimo utilizzo di energia e acqua, farine proteiche da insetti, insieme a soluzioni avanzate per ridurre gli sprechi e garantire sicurezza e qualità in campo agroalimentare. Sono alcune delle tecnologie e soluzioni che ENEA ha presentato a Maker Faire Rome 2023, l’evento europeo sull’innovazione tecnologica e la trasformazione digitale, dove ricercatori, innovatori, studenti e famiglie si incontrano per condividere idee e soluzioni tra creatività, ricerca e tecnologia.
Oltre a presentare le più recenti innovazioni in campo agroalimentare e della bioeconomia circolare, in questa edizione intitolata “Innovators like us”, organizzata dalla Camera di Commercio di Roma, ENEA ha partecipato al concorso “MY Maker PCBA: your electronics for a better planet”, che ha premiato i migliori progetti di elettronica per la qualità della vita e la sostenibilità ambientale.
Nel dettaglio, ENEA ha esposto in fiera:
- superalimenti da forno ad elevato valore aggiunto realizzati con l’utilizzo di ingredienti ricchi di proteine e molecole bioattive ricavate da frazioni residuali dell’industria agroalimentare – siero di latte, semi oleaginosi e trebbie della birra – grazie a tecnologie a membrana ed estrazione a CO2 supercritica (progetto PROVIDE – PRotein and biOmolecules sources for nutritional security and biodiVersity of bakery products in a cIrcular fooD system);
- processi per produrre alimenti e mangimi ad alto contenuto proteico, fertilizzanti naturali, prodotti farmaceutici e cosmetici da un particolare coleottero, il Tenebrio molitor;
- attività per migliorare qualità, sicurezza e rintracciabilità degli alimenti e valorizzare i sottoprodotti agroindustriali;
- soluzioni avanzate per garantire maggiore produzione di cibo, ridurre gli sprechi, ottimizzare l’utilizzo delle risorse naturali e migliorare qualità e produttività del sistema agroalimentare. In particolare, i ricercatori ENEA presenteranno le attività per la valorizzazione dei sottoprodotti agroindustriali, lo sviluppo di modelli per un’alimentazione sostenibile, ma anche la produzione di molecole ad alto valore aggiunto in sistemi di produzione vegetali (Partenariato Esteso ON-FOODS, Centro Nazionale AGRITECH);
- METROFOOD, l’infrastruttura di ricerca per rafforzare l’eccellenza scientifica nel campo della qualità, sicurezza e tracciabilità alimentare con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale della dieta e delle scelte alimentari sull’individuo e l’ambiente, accrescendone la sostenibilità;
- SUS-MIRRI.IT, l’infrastruttura di ricerca per la valorizzazione delle risorse microbiche dell’ENEA (microrganismi, microbiomi e i prodotti derivati) finalizzata a soluzioni e prodotti innovativi di interesse biotecnologico (biofertilizzanti, biopesticidi, antimicrobici, biomasse, enzimi e farmaci);
- plant cell agriculture, innovativi sistemi di approvvigionamento di alimenti di origine vegetale in vista degli effetti del cambiamento climatico – che già affliggono la produttività e la salute di alcune varietà di interesse agronomico – e applicazioni del “3D printing” in ambito alimentare. Nello specifico, ENEA ha sviluppato una serie di “ricette” per la costituzione di alimenti standardizzati e ad alto valore aggiunto;
- uno speciale “orto hitech”, il Microcosmo, per la coltivazione di piante come basilico, pomodoro, lattuga e patate in luoghi al chiuso ma anche “estremi”, come aree desertiche e polari, senza l’uso di pesticidi e con il minimo dispendio di energia e risorse. Si tratta di un prototipo innovativo di “smart agriculture” dotato di sensori per il controllo dei parametri ambientali e di un sistema di luci a LED che fornisce alle piante illuminazione di precisione;
- processi innovativi per produrre mangimi, bioplastiche, nuovi materiali biodegradabili, ammendanti per il suolo e biocarburanti avanzati dalle cosiddette mosche soldato (black soldier fly), insetti le cui larve vengono alimentate con scarti dell’industria agroalimentare. Durante la crescita, le larve riescono a operare la bioconversione dei substrati organici, trasformandoli in molecole quali lipidi, proteine e polisaccaridi che possono trovare applicazione nell’industria della mangimistica, in campo energetico, cosmetico, farmaceutico e tessile (Progetto Hermes).