di Alessandro Bignami
I prezzi dell’energia hanno intrapreso una lieve curva discendente, ma nel carrello alimentare l’inflazione continua a correre. L’indagine condotta da Unioncamere con la collaborazione di BMTI e REF Ricerche, ha prospettato un aumento del 16,6% per il bimestre ottobre-novembre rispetto allo stesso periodo del 2021. A settembre è stato invece rilevato un aumento dell’1,2% per la media dei 46 prodotti alimentari maggiormente consumati, con rincari evidenti per il tonno all’olio di oliva (+6,1%), la carne in scatola (+5,1%), la birra nazionale (+4,8%) e i biscotti (+4%). Su base annua l’incremento è stato del 15,3%, con i rialzi maggiori per la farina di grano tenero (+37%), il tonno all’olio di oliva (+31,9%), la pasta di semola (+29,1%). Marcata anche la crescita negli oli e grassi per burro (+22,7%) e olio extravergine di oliva (+19,8%).
Le anticipazioni raccolte sui prezzi pagati dalle Centrali d’Acquisto della GDO all’industria alimentare suggeriscono che l’inflazione alimentare al consumo, a causa dei rincari delle materie prime energetiche, rimarrà sostenuta su valori superiori al 10% sino alla fine del 2022. La previsione per la media dell’anno 2022 è al momento all’8,4%.
Il problema dell’inflazione, che sta erodendo la capacità di spesa alimentare dei consumatori, si affianca, e in qualche modo si collega, a quello delle catene di fornitura, dove basta che un anello salti a causa dei rincari energetici per mettere in sofferenza intere filiere industriali. Senza contare, come ha sottolineato recentemente Francesco Mutti, presidente di Centromarca e amministratore delegato di Mutti Spa, la difficoltà di competere a livello internazionale con concorrenti americani e asiatici che contano su un costo dell’energia molto più basso.
È fondamentale che le istituzioni tengano ben monitorata la situazione del nostro comparto alimentare, al di là dei facili slogan. Perché qui risiede uno dei cardini dell’economia e dell’export italiani, oltre che un’eccellenza riconosciuta nel mondo. Per affrontare questi mesi complessi e cercare una via per il rilancio, è dunque importante porre il settore in cima all’agenda politica, con immediati interventi sull’emergenza energetica e sul sistema fiscale, oltre che attraverso una strategia europea più coesa e solidale.