Fluortecno: “Ripensare le metodologie di lavoro per creare nuove opportunità”

Grazie alla gestione strategica del magazzino e agli ampi spazi del nuovo stabilimento di Calcio, Fluortecno ha contenuto l’impatto sanitario ed economico dell’epidemia. E per il futuro punta sulla digitalizzazione e l’automazione dei processi logistici e commerciali.

a cura di Alessandro Bignami

Con le sue sedi a Brembate, Cividate al Piano e Calcio, nella Bergamasca, Fluortecno si è trovata improvvisamente vicina a uno degli epicentri dell’epidemia di coronavirus in Italia. Un’emergenza che ha inevitabilmente investito la normale attività lavorativa della società, che si è fermata due settimane per ripensare i processi produttivi, sanificare gli ambienti e creare le condizioni di massima sicurezza per i propri operatori. Protagonista nel settore delle guarnizioni industriali stampati e lavorati in PTFE, che hanno importanti applicazioni nell’industria farmaceutica, la società ha dunque resistito tenacemente in uno dei momenti più difficili della storia del proprio territorio. Flavio Guastallo, responsabile tecnico commerciale di Fluortecno, ha condiviso con ICF alcune riflessioni sulla complessa situazione attuale, sulle misure adottate dall’azienda e sui prossimi progetti.

Signor Guastallo, qual è stato l’impatto dell’epidemia sul vostro lavoro?

Questa epidemia ha investito la normale programmazione, costringendo ad una serie di azioni concitate per terminare alcune fasi di lavorazione particolarmente critiche come la sinterizzazione e le successive cotture in forno dei nostri prodotti stampati e per consegnare in tempo forniture essenziali per le aziende del mondo pharma. L’impatto maggiore è risultato sulla logistica in entrata ed in uscita in quanto i principali vettori erano limitati dalla zona di Bergamo.

Un gadget di Fluortecno negli uffici di un cliente a New York. Il perfluoroelastomero Kaflon FFKM ha trovato applicazioni interessanti anche presso industrie farmaceutiche degli Stati Uniti.

Con quali provvedimenti avete reagito all’emergenza e quali attività avete continuato a svolgere?

Dopo una prima fase di smarrimento dovuta all’incombere dell’epidemia e a notizie quotidiane allarmanti, la direzione di Fluortecno ha deciso di sospendere le attività lavorative nelle sue sedi per 15 giorni in modo tale da poter riprogettare i propri processi produttivi e da permettere una completa sanificazione degli spazi lavorativi. Siamo riusciti a garantire ad ogni collaboratore un orario lavorativo pressoché invariato rispetto a prima, spalmando la giornata su due turni, garantendo anche le giuste distanze tra un operatore e l’altro. Inoltre abbiamo dotato ogni collaboratore di detergente igienizzante e di ogni altro DPI necessario alla ripresa in sicurezza delle attività. Grazie agli ampi e moderni spazi del nuovo sito produttivo di Calcio (BG), l’impatto dell’emergenza sulla nostra azienda è stato abbastanza contenuto. Come le anticipavo, le attività di produzione hanno proseguito a pieno regime per soddisfare la domanda dei nostri clienti del settore pharma, impiegati in prima linea in questa emergenza. Il settore logistico ha risentito dei ritardi dei vettori ma siamo comunque riusciti a garantire un buon livello di servizio.

Come avete preparato la fase 2 e quali obiettivi avete per i prossimi mesi? 

Sicuramente bisognerà tratte spunto da questa situazione di emergenza per creare nuove opportunità e sviluppare nuove metodologie di lavoro; inoltre sarà necessario potenziare gli IDD e le infrastrutture digitali per mantenere il contatto con la clientela. Le produzioni storiche dovranno essere ripensate ed efficientate. 

State avendo difficoltà nel reperimento dei DPI?

L’approvvigionamento dei DPI è un problema comune a tutte le aziende, in quanto le speculazioni in atto e le specifiche tecniche non certificate stanno creando confusione. Personalmente, credo che le associazioni di categoria potrebbero creare un consorzio di acquisto di questi DPI, autorizzato ed esente IVA, in modo tale da poterle distribuire in maniera equa ad ogni azienda presente sul territorio.

Come è cambiato il contatto con i clienti, a livello commerciale ma anche di assistenza tecnica?

Le norme di distanziamento sociale imposte dal governo e da alcuni clienti che non permettono l’accesso nelle proprie aziende hanno portato per forza di cose ad un mutamento del rapporto con la clientela. L’assistenza tecnica ha dovuto così convertirsi e avviene tramite canali digitali come le videoconference; questa metodologia non è sicuramente efficace quanto una supervisione in loco, ma è necessario adeguarsi alle norme emanate dal governo. Potremmo interpretare questo mutamento nelle nostre abitudini come uno stimolo per sviluppare nuovi sistemi di assistenza al cliente, è indubbiamente una sfida per il futuro.

C’è qualcosa che state imparando da questa drammatica esperienza e che potrà servire nel futuro dell’azienda?

Credo che questa emergenza abbia sottolineato in maniera decisa l’importanza del magazzino, spesso visto dalle aziende di ogni dimensione come un costo da ridurre in ogni modo. In una situazione così grave e inaspettata avere a scorta prodotti finiti e semilavorati ci è stato di grandissimo aiuto, visti anche i ritardi accumulati dai principali fornitori di materie prime delle nostre business unit. Grazie al nostro magazzino logistico, strategicamente ubicato a pochi metri dal casello A4 di Capriate, siamo riusciti ad essere flessibili verso le richieste della clientela pharma e ad avere un Lead Time contenuto rispetto al contesto attuale. Indubbiamente questa esperienza lascerà un segno anche nelle pianificazioni strategiche del gruppo in quanto bisognerà sempre più tener conto di possibili eventi di questo genere in futuro, soprattutto nelle fasi di previsione e di pianificazione operativa.

Cosa pensa della situazione che sta vivendo l’Italia? Ritiene che il nostro paese, in particolare nei settori che seguite, avrà la capacità di risollevarsi in tempi relativamente brevi? 

Penso di sì, il Paese riuscirà a rialzarsi se, come nel secondo dopoguerra, le istituzioni e il tessuto sociale riusciranno ad interagire tra di loro per il bene comune, senza divisioni. Sulla falsariga del Piano Marshall servirebbe un grande “Piano Europa” per rivitalizzare l’Italia, stimolando l’economia attraverso la ricostruzione dei ponti obsoleti, di nuove ferrovie più sicure ed allineate ai bisogni odierni e di autostrade più moderne. L’ottica dovrebbe essere sostanzialmente quella di un welfare di lungo periodo.

Avete soluzioni o progetti innovativi che pensate di spingere una volta superata l’emergenza?

Cambierà l’orientamento al cliente ed alle relazioni con lo stesso; Fluortecno auspica di riuscire a fidelizzare la propria clientela garantendo un più facile scambio di informazioni tecniche attraverso alcune nuove soluzioni basate sulle tecnologie emergenti. Inoltre stiamo sviluppando un progetto di integrazione informativa con i maggiori clienti del campo maintenance per poter automatizzare la spedizione dei pezzi ad alta rotazione senza passare ogni qual volta dal commerciale, contraendo così i tempi di consegna. La digitalizzazione e l’automazione dei processi logistici e commerciali saranno sicuramente nei prossimi anni degli elementi su cui focalizzare l’attenzione.