Networking e obiettivi comuni per una catena del packaging trasparente

Alessandra Fazio

 

Formazione professionale, assistenza agli associati e un tavolo di confronto lungo la value chain sono solo alcuni degli obiettivi che Alessandra Fazio, presidente dell’Istituto Italiano imballaggio, intende affrontare nel suo secondo mandato, insieme a una forte attenzione a nuove tecnologie e gender gap.

 

L’Assemblea degli associati di Istituto Italiano Imballaggio ha riconfermato Alessandra Fazio alla guida dell’associazione per il biennio 2024-2026. Dopo un primo mandato ricco di obiettivi raggiunti e risultati ottenuti – compreso il versante della comunicazione con il digital marketing – Alessandra Fazio pensa già al futuro. Tra i primi impegni l’assistenza agli associati; l’adesione a Europen, che va ad aggiungersi al WPO – World packaging Organisation, di cui l’Istituto è board member; il tavolo di confronto lungo la filiera che rappresenta un momento di dibattito su tematiche specifiche che coinvolgono la value chain.

Il programma di presidenza per questo biennio vedrà inoltre Alessandra Fazio impegnata, con il supporto del Consiglio, su nuove tematiche quali il supporto scientifico alle attività di advocacy, standard di qualità e sostenibilità, monitoraggio e analisi delle nuove tendenze del mercato ed espansione della base associativa, in particolare nei settori meno rappresentati, ma estremamente dinamici, quali l’area cosmetica e la filiera del lusso.

Per La Plastica Oggi e Domani Alessandra Fazio approfondisce queste e altre tematiche perché, conferma, “già tanto è stato fatto, con l’aiuto prezioso di tutto il team, ma c’è ancora tanto da fare”.

 

Alessandra Fazio

Alessandra Fazio, Presidente dell’Istituto Italiano Imballaggio

Alessandra Fazio, come ha accolto la rinnovata nomina a presidente dell’Istituto Italiano Imballaggio?

“Con uguale entusiasmo rispetto all’elezione di due anni fa, ma con un diverso spirito. I due anni trascorsi sono stati intensi, necessari per entrare nel ruolo. La nuova elezione mi trova in una posizione consolidata e per questo sento adesso di dover dimostrare di più, sento la necessità di mettere a terra progetti e programmi e di concretizzare prima della fine del mandato quanto presentato come programma. Già tanto è stato fatto, con l’aiuto prezioso di tutto il team, ma ancora tanto c’è da fare. Il programma è ambizioso, innovativo e per questo sfidante. Ho trovato però accordo della base associativa rispetto a quella che è la visione che ho per il prossimo biennio e questo mi da grande forza e fiducia per andare avanti”.

 

Quali sono i primi obiettivi che vorrà raggiungere e quali, invece, quelli iniziati con il suo primo mandato ai quali vorrà dare seguito?

“Due anni di mandato non sono molti per mettere a terra dei progetti di portata nazionale, è necessario darsi delle priorità. Il rafforzamento costante dell’Istituto, in termini di aumento del numero e della qualità degli associati, la cura delle buone relazioni con gli Stakeholders e superare i confini nazionali sono i punti cardine del mio programma di presidenza. Lavorerò nel prossimo biennio, con tutto il team, sul tema dell’advocacy, come è nel nostro stile, offrendo le nostre competenze al settore per il raggiungimento di obiettivi comuni”.

 

Da poco l’Istituto Italiano Imballaggio si è unito a Europen per promuovere una gestione sostenibile del packaging in Europa. Quanto si sta muovendo il vostro Istituto verso i temi della sostenibilità e quanto pensa ci sia ancora da fare in Italia a riguardo?

“Aderire a Europen è l’ultimo passo, in ordine cronologico, di un lungo percorso compiuto negli anni. Il tema della sostenibilità ambientale non è nuovo, ma è sempre in evoluzione e come Istituto ce ne siamo da sempre occupati, attraverso i lavori di commissioni e gruppi di lavoro, attraverso la realizzazione di linee guida e monitorando i temi più attuali quali etichettatura ambientale, green claims, EPR, plastic tax. Per essere sempre aggiornati abbiamo anche potenziato la collaborazione con alcuni advisor con l’obiettivo di rispondere in maniera veloce ed efficace alle problematiche delle aziende. Entrando nel network di Europen pensiamo di poter fare un salto di qualità, di avere un canale più diretto con la politica e con il legislatore, con l’ambizione di poter mettere a disposizione la nostra competenza scientifica sul packaging anche a livello dei decisori: tutto ciò in linea con gli obiettivi che ho fissato per il mio secondo biennio di presidenza ovvero essere presenti nelle attività di advocacy e puntare sull’internazionalizzazione dell’Istituto”.

 

Alessandra Fazio

 

Un’ulteriore novità introdotta è il tavolo di confronto lungo la filiera, un momento di dibattito su tematiche che coinvolgono la value chain. Può spiegarci meglio come funziona?

“Abbiamo tratto spunto dall’attività delle nostre commissioni tecniche, che raccolgono i diversi attori della filiera su un tema attuale, con lo scopo di creare delle linee guida condivise, utili al mercato, che tengano conto delle esigenze di tutta la value chain del packaging dai fornitori fino ai consumatori. Il tavolo di confronto replica le attività delle commissioni tecniche ma su temi più circoscritti, ambendo ad essere più immediato nelle tempistiche e senza avere l’obiettivo di produrre linee guida. Ritorna in questa attività il tema del network a me molto caro: possiamo considerare i tavoli di lavoro momenti di networking finalizzati a trovare risposte, benchmark e confronto su problemi concreti e quotidiani che gli operatori del settore si trovano ad affrontare”.

 

Un tema del quale ancora si parla molto, spesso senza arrivare a risultati concreti, è quello della parità di genere: a che punto è la situazione del gender gap nel settore imballaggio? La vostra Associazione sta facendo qualcosa per sensibilizzare il settore?

“Non abbiamo un dato preciso rispetto al gender balance all’interno della intera value chain del settore packaging. Ciò che però possiamo affermare, sulla base della nostra esperienza, è che vent’anni fa ai corsi dell’Istituto Italiano Imballaggio, le donne erano mosche bianche. Oggi sono in crescente aumento. Il gender gap è uno dei temi che ho a cuore: non escludo che – se non con Istituto Italiano Imballaggio ma con Fondazione carta Etica del Packaging – sia uno dei prossimi temi su cui lavorare per sensibilizzare la filiera”.

 

Qual è la posizione dell’Istituto Italiano Imballaggio in merito al Regolamento imballaggi UE? Quali pensa potranno essere i benefici per il nostro Paese?

“La descrivo con una parola: neutrale. Come ente super partes, di esperti di scienza e tecnologie del packaging è doveroso assumere posizioni preconcette. La nostra mission è supportare le aziende nella transizione e nell’essere sempre compliant alla legislazione. Non c’è dubbio che alcuni settori soffriranno più di altri nella fase di adeguamento, ma i benefici sono evidenti: regole uguali per tutti. Nell’ottica del mercato unico, avere regole certe e uguali per tutti, non può che portare vantaggi al sistema paese. Il tema advocacy è anch’esso un punto di innovazione del mio prossimo mandato: la volontà è quella di mettere a disposizione la nostra riconosciuta competenza tecnica super partes a stekeholders e organi competenti a favore di normative eque per gli operatori della filiera con rispetto della sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Sempre rimanendo fermi sulla neutralità scientifica e nel rispetto di tutte le categorie che rappresentiamo”.

 

Alessandra Fazio

 

Il focus dell’edizione 2024 del contest Best Packaging è stata l’accessibilità, ispirata al valore n. 4 della Carta Etica del Packaging, che parla di: imballaggio capace di proporsi in modo ‘facile’ a chi lo utilizza”. Quanto è importante questa caratteristica per il packaging di oggi e quali tecnologie verranno sviluppate maggiormente per rendere il packaging sempre più avanzato?

“Il packaging esiste per degli scopi ben precisi che hanno a che fare con la conservazione, la protezione, l’igiene e la veicolazione nello spazio, ma hanno anche tanto a che fare con le funzioni d’uso e il servizio che offre al consumatore o anche all’operatore economico. Essere facilmente fruibile è una conditio sine qua non. Ed esserlo per tutte le categorie, anche le più fragili o le meno rappresentate tra i consumatori, lo è altrettanto.

Quanto alle tecnologie, nell’immediato futuro, non potranno che avere l’obiettivo di migliorare la sostenibilità, la funzionalità e l’interattività. Tecnologie quali RFID, NFC, sensori incorporati, QRcode avanzati renderanno il packaging sempre più intelligente, monitorando la freschezza del prodotto o l’integrità dell’imballaggio e mettendo a disposizione una quantità enorme di informazioni utili. A questo aggiungerei la stampa con inchiostri intelligenti e la digitalizzazione, a partire dalla realtà aumentata, la stampa 3D, l’IoT, fino alla blockchain, che potrà garantire la tracciabilità e l’autenticità del prodotto. Non dimentichiamo la sperimentazione sui materiali, da fonti rinnovabili, bio based, o da scarti alimentari”.

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