Frigosystem: la flessibilità come motore di sviluppo

Frigosystem sede

 

Frigosystem continua la sua espansione verso nuovi mercati, un atteggiamento attivo che si rintraccia anche nella sua attenzione alla parità di genere: “un tema sul quale l’Italia è in ritardo e deve ancora investire molto, potenziando gli strumenti di sostegno alle aziende”, sostiene Miriam Olivi, Sales Director.

 

di Eva De Vecchis

 

Fondata nel 1970, Frigosystem-Corema produce refrigeratori e sistemi di termoregolazione per i processi industriali, con grande esperienza in sistemi ad elevata precisione e stabilità di temperatura, per qualsiasi applicazione industriale. La vasta gamma di prodotti permette di soddisfare ogni specifica esigenza, dalla piccola alla grande impresa, strutturando l’offerta al cliente in modo personalizzato e finalizzato all’efficienza e al risparmio. La vocazione all’innovazione, la costante ricerca di nuove tecnologie e nuovi mercati, la valorizzazione dell’etica professionale sono alcune delle caratteristiche di questa azienda che crede nel futuro, segnato anche da una necessaria attenzione alla sostenibilità e alla parità di genere. Un campo, quest’ultimo, dove l’Italia “per chi come me ha modo di confrontarsi con economie e culture di altri Paesispiega Miriam Olivi, Sales Director di Frigosystem rispetto ad altre nazioni europee, è in forte ritardo e si muove con scarsa convinzione sull’obiettivo”.

 

 

Frigosystem Miriam Olivi

Miriam Olivi, Direttore Commerciale Frigosystem. In apertura: La sede di Frigosystem a Caronno Petrusella, Varese

 

 

Come è stato il 2023 per Frigosystem?

“Un anno intenso, effervescente, con i risultati migliori di sempre. Non siamo nuovi a superarci: Frigosystem, con la sua seconda generazione al comando, sta vivendo una fase molto positiva, che ha portato al raddoppio del fatturato in meno di 5 anni. Sono sempre più numerosi i Paesi in cui consolidiamo la nostra presenza. La dinamicità e la flessibilità che ci caratterizzano ci aprono nuove prospettive tecnologiche e commerciali, con installazione di impianti sempre più complessi e progettati ad hoc sulle esigenze degli utilizzatori. Frigosystem è un’azienda appassionata all’innovazione, che ambisce a creare sinergie con i propri clienti, sia costruttori di linee di processo che trasformatori finali. Le problematiche e le aspettative di ogni mercato e di ogni applicazione diventano facilmente fonte di ispirazione per la nostra ricerca. In sintesi, il 2023 è stato un anno che ci ha caricati di motivazione, gli esiti hanno dato ragione alle nostre strategie, anche sul medio-lungo termine. Siamo sempre più consapevoli del fatto che oggi, nel nostro mercato, siamo un’azienda di riferimento ed un partner competente e ambito”.

 

Quali invece le prospettive della vostra azienda per il 2024, considerando anche la recente apertura di una nuova filiale a Chennai, in India?

“Pensiamo che il 2024 porterà, anche verso il nostro indotto, la flessione che alcuni settori già si trascinano da mesi. Il comparto europeo dell’iniezione, per esempio, ha già manifestato difficoltà e scarsi introiti nel corso del 2023. Il rallentamento della Germania, dove noi serviamo molti costruttori, tramite la filiale di Düsseldorf, è al centro dell’attenzione ed è sicuramente impattante su molte economie. Anche il settore del packaging e del film flessibile, dove oggi Frigosystem è specializzata, sta andando verso la stabilizzazione e la contrazione: un seguito abbastanza normale dopo un biennio di forte spinta agli investimenti e una conseguente alterazione dello scenario industriale nel periodo post-covid”.

Non siamo particolarmente spaventati da questa prospettiva, siamo anzi speranzosi che, dopo una crescita commerciale così rapida, possiamo consolidarci lavorando sulla nostra organizzazione interna e sulla struttura operante a Caronno Pertusella (VA), sede della nostra produzione, così come sull’ottimizzazione dei processi, sulla standardizzazione e su un ancor più efficiente customer-care.

La proattività verso nuovi mercati è per me irrefrenabile, così come l’aggancio di opportunità di consolidamento. Sto infatti ridefinendo la nostra presenza nel Regno Unito, attivando iniziative che possano avvicinarci ai clienti inglesi, superando gli scogli della Brexit, come può essere la costituzione di uno stock di macchine e ricambi in loco. Stiamo puntando molto anche alla nostra presenza nel Sud-Est asiatico, allargando le aspettative per il mercato tailandese, per cui a breve saremo presenti al Propak di Bangkok con grandi novità.

Frigosystem India era un progetto in elaborazione da un po’ di tempo. Dopo Messico e Stati Uniti a Occidente, sentivamo la necessità di far base anche in Asia: la scelta dell’India non è casuale, ma fortemente sostenuta dal potenziale interno di questo Paese, dalla sua vocazione alle esportazioni verso Africa e Medio Oriente, dalla disponibilità di risorse e competenze. È sfidante trovare il compromesso di fronteggiare la competitività nel territorio, con la volontà di andare a proporre tecnologie all’avanguardia, come quelle che ci distinguono. Non ho dubbi sul successo di questa operazione, che già a partire dalla fiera Plast Focus di febbraio a Nuova Delhi, occasione di annuncio e presentazione della nostra succursale, ha dimostrato un riscontro estremamente positivo. Sono altresì soddisfatta del team indiano che abbiamo costituito, in quanto molto competente e con ottime conoscenze del nostro prodotto e del nostro settore”.

 

 

Frigosystem gruppi pompaggio

Gruppi di pompaggio configurati ad hoc per ogni esigenza di processo e di impianto

 

 

Frigosystem porta avanti iniziative e azioni in favore dell’ambiente, sviluppando macchine con accorgimenti costruttivi che consentano un minor consumo energetico. Quanto conta oggi per un’azienda essere sostenibile?

“Essere sostenibili oggi significa costruire il proprio domani, significa prepararsi ad affrontare le sfide energetiche ed ambientali in modo saggio e consapevole, significa adottare, anche nelle aziende, un cambiamento culturale. Ritengo che la sostenibilità sia innanzitutto una questione di coerenza, perché coinvolge aspetti e processi molto diversi, costituendosi come principio trasversale del progresso.

È vero, Frigosystem è molto concentrata sull’aspetto del risparmio energetico. Soprattutto nell’ultimo decennio ha innovato molto con soluzioni che garantiscono migliori rendimenti, ovvero minori consumi di elettricità e di acqua, visto che non possiamo negare che, pur essendo accessori, i nostri impianti di refrigerazione rappresentano una quota consistente nelle bollette dei trasformatori. Ha inoltre testato e sperimentato nuovi gas refrigeranti, selezionando quelli più compatibili con le esigenze dell’industria in cui opera. Ha investito nella direzione anche del recupero di risorse che oggi vengono sprecate, quale, per esempio, il calore naturalmente generato dai circuiti frigoriferi, che può, appunto, essere recuperato come fonte gratuita per molti utilizzi.

Frigosystem è un’azienda certificata carbon footprint, si è dotata di impianto fotovoltaico da 300 kW e ha in corso un progetto di ristrutturazione degli ambienti lavorativi: una parte degli uffici efficientati sono stati messi in funzione proprio a inizio 2024. Innegabile, in tal senso, anche il miglioramento del comfort dei lavoratori in azienda. Quest’anno è in programma l’ammodernamento dei nostri impianti di collaudo, per contenere le dissipazioni anche in quella fase della produzione. Aggiungo, perché mi sembra importante, che stiamo investendo in sicurezza, in domotica, nelle nostre infrastrutture IT.

Ecco, quindi, un esempio di come la sostenibilità, per avviare un cambiamento rigenerativo delle nostre aziende, debba essere validata sia come motore delle politiche interne e del programma degli investimenti, per poi tradursi in ricerca, strategia e soprattutto proposta alla propria clientela, con prodotti e servizi inequivocabilmente sostenibili”.

 

Nel CCNL gomma plastica 2023 si fa riferimento alla parità di genere. Si tratta di piccole conquiste, ma importanti. Quanto conta parlare di gender gap a livello legislativo e quanto ancora c’è da fare invece a livello culturale. Infine, su quali aspetti bisognerebbe insistere?

“Legislativamente, non possiamo negare che sia in corso un importante processo di adeguamento delle norme e di introduzione di obblighi e politiche che portano finalmente in risalto questo tema, ma tale processo rimane decisamente troppo lento. Per chi come me ha modo di confrontarsi con economie e culture di altri Paesi, è evidente che, rispetto ad altre nazioni europee, quella italiana sia in forte ritardo e si muova con scarsa convinzione sull’obiettivo di ridurre le disparità di genere. Da quanto analizzato nel Global Gender Gap Report, quindi considerando 146 Paesi al mondo, il nostro occupava la 63a posizione nel 2022, ed è scivolato alla 79 a nel 2023, Di questo passo, quanto ci metteremo ad avvicinarci ai paesi più virtuosi, visto che invece stiamo andando in direzione contraria? E dire che, numeri e statistiche alla mano, abbiamo evidenza scientifica di quanto sia benefica la presenza femminile nelle aziende e nelle istituzioni.

Comincerei, quindi, a insistere proprio su questi numeri, affinché l’opinione pubblica si consapevolizzi e abbandoni gli incancreniti stereotipi di genere per lavorare attivamente sul cambiamento, a 360 gradi. I retaggi culturali condizionano ancora molto le funzioni della donna nella cura e nella famiglia, rendendoli incompatibili con professione e carriera. Partirei proprio dai fondamentali, molto c’è da fare, per esempio, nell’educazione: la parità dovrebbe essere interiorizzata attraverso la scolarizzazione, l’ambito scolastico dovrebbe essere il primo strumento di empowerment, dalle prime fasi fino alle carriere universitarie, dove si rilevano ancora ampie sottorappresentazioni di quote rosa nelle materie tecniche.

Insisterei anche sulla legalizzazione di criteri per mirare alla parità salariale, sradicando il pregiudizio della dipendenza economica della donna. Andrebbero potenziati gli strumenti di sostegno alle aziende che si strutturano per la flessibilità, per l’adeguamento dei criteri di selezione, valutazione ed efficienza, che investono per facilitare il c.d. Work-Life Balance. Insomma, la lista è lunga”.

 

 

Frigosystem India

Miriam Olivi presso la nuova sede di Frigosystem a Chennai, in India

 

 

Una realtà come Women in Plastics può fare molto all’interno del comparto plastico per far si che le donne si sentano maggiormente accolte. Come è nata questa realtà e quali sono stati i punti affrontati nel vostro ultimo incontro?

“Nella realtà dei fatti, a farci incontrare sono state due iniziative: alcune interviste in occasione dell’8 marzo e un pranzo a Plast 2023. A vedere però quello che si è mosso in questo gruppo in pochi mesi, direi che a metterci insieme è stata la voglia di solidarizzare, di condividere sia esperienze che fatiche ed entusiasmi, di attivarci per sostenerci, di lavorare in prima linea affinché anche il nostro comparto possa aprirsi alla considerazione e al cambiamento. Il nostro primo incontro, avvenuto in un grigio e stranamente nevoso pomeriggio dicembrino a Milano, è stato un momento molto utile per presentarci ufficialmente, per conoscerci di più, per individuare le nostre comuni aspettative, ma anche per rimuovere eventuali scetticismi, derivati sia dalla naturalezza e velocità con cui questo gruppo si è composto, sia dal suo alto grado di inclusività (da allora, la community ha raddoppiato la sua dimensione).

La riunione generale di dicembre ha visto la creazione di alcuni sottogruppi di lavoro e la programmazione di una serie di attività: con concretezza, ci siamo messe subito all’opera. Faccio parte del team ‘Speech Tematici’ che lo scorso 21 marzo ha indetto il suo primo webinar proprio su parità di genere, su UNI/Pdr 125:2022 e relativa certificazione. Ma opero anche in quello denominato ‘Meeting in fiera’, che si occupa di monitorare eventi del settore affinché possano diventare occasioni di incontro e confronto in presenza. Alle fiere Chinaplas e NPE, è stata Amaplast ad ospitare Women in Plastics Italia presso il suo stand, all’interno delle collettive, per un momento di convivialità. Trovo che questa apertura e questa accoglienza, da parte della nostra primaria associazione del settore, siano molto significative e corrispondano all’intento di avviare un dialogo costruttivo su obiettivi in cui entrambi le realtà associative credono.

Invito le professioniste del comparto plastico a unirsi a questa voce e a questo gruppo, per sentirsi accolte e importanti. Ma invito anche i colleghi uomini a sostenerci perché abbiamo bisogno di convinti ambasciatori: credo nelle potenzialità delle donne tanto quanto credo che i migliori risultati arrivino quando sappiamo unire le forze senza guardare al genere”.

 

Può raccontarci della sua esperienza di donna all’interno del comparto plastico ed, eventualmente, di come ha affrontato eventi che riguardano la disparità di genere?

“A questo settore devo tutta la mia carriera professionale e devo, a grandi figure maschili, tutto quello che ho appreso e sono diventata. In sintesi, sulla mia bilancia, essendo una persona fondamentalmente positiva, prevale la considerazione che ho avuto, la stima che ho recepito, il valore di cui sono stata investita e il rispetto che mi è stato garantito. Se parliamo di opportunità, non posso dire di non averle inseguite, chieste e infine ottenute.

Se in una società più evoluta e paritaria, avrei risparmiato delle fatiche e velocizzato la mia arrampicata, non lo so dire con certezza: gli stereotipi di genere, che tanto vogliamo divellere, hanno condizionato la mia storia come un dato di fatto, come un radicamento culturale contro cui sapevo di dover per forza impattare, qualsiasi strada avessi deciso di intraprendere. Ne ero conscia, quasi preparata. Partendo da questo presupposto, mi è forse andata meglio del previsto.

Nella mia dedizione ai mercati internazionali e all’export, mi sono trovata in situazioni discutibili in contesti culturali diversi dal nostro e ancor più chiusi od ostili. Ne sono uscita toccata, ma non ferita, e convinta a puntare allo scopo che mi ero prefissata, cercando di rispettare le posizioni, pur senza condividerne gli assunti. Tempo (pazienza) e fatti.

Nella disparità sotto un’altra chiave di lettura, sono felice che oggi si stia lavorando per sostenere le donne nella loro multifunzionalità sociale. Perché quello che ricordo con maggiore emotività è la difficoltà di conciliare i miei ruoli apicali con quello di madre, in anni in cui ricadevano (non sono certa di poter usare un verbo al passato!) sulla madre la totalità delle aspettative di cura e di gestione della famiglia. L’ambito rurale da cui provengo, dove gli stereotipi di genere permeano il quotidiano e dove nessuno sapeva, magari, che in famiglia ero anche la ‘bread-winner’, non mi venivano risparmiati segnali, con la sottintesa accusa di trascurare il mio ruolo in casa, su quanto fosse inappropriato il mio lavoro in sede distaccata e con frequenti trasferte”.

 

 

Frigosystem impianti bolla

Frigosystem propone soluzioni complete ed efficienti per impianti bolla

 

 

Cosa consiglierebbe alle giovani donne che desiderano lavorare in questo settore?

“Questo è un settore bellissimo, con un futuro promettente e dinamico; quindi, il desiderio di lavorarci va assolutamente coltivato. Al centro delle mie raccomandazioni, metterei la formazione per i propri obiettivi. Lo studio deve essere continuativo, non sentitevi mai arrivate: imparate, approfondite, siate curiose. Non limitate le vostre conoscenze e le vostre esplorazioni al mercato nazionale: spingetevi oltre, allargate gli orizzonti tecnici e umani, osservate, apritevi culturalmente e mentalmente. Siate altresì determinate ma umili, ambiziose ma concrete, appassionate e consapevoli. Nelle difficoltà, non isolatevi: fate squadra. E credete sempre in voi stesse e nella differenza che davvero, anche in questo settore, potete fare, insieme a me e a molte altre”.

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