Cama: linee personalizzate e sostenibili per il packaging secondario

CAMA dettagli Triaflex

 

Da poco trasferita in una sede più grande, Cama Group prosegue con costanza la sua crescita. La vicepresidente Annalisa Bellante: “Siamo un partner di riferimento per le aziende che intraprendono la transizione dall’imballo in plastica a quello in cartone”.

 

di Alessandro Bignami

 

La crescita costante e controllata, la capacità di sviluppare e mantenere al proprio interno il know tecnologico, l’offerta di un servizio completo – dal pre-engineering alla soluzione su misura chiavi in mano – rendono Cama Group un’eccellenza italiana nel settore delle macchine per il packaging.

Da oltre 40 anni, l’azienda progetta, costruisce, installa e assiste impianti avanzati e linee complete per l’imballaggio secondario, in tutto il mondo. Le sue tecnologie sono in grado di movimentare e confezionare un’ampia varietà di imballaggi primari – come involucri flow-wrap, sacchetti, vassoi, lattine, cialde, buste e scatole – seguendoli durante l’intero ciclo di confezionamento, fino alla fornitura finale in cartone ondulato pronto per la pallettizzazione. L’esperienza di Cama comprende un’ampia gamma di applicazioni, tra cui prodotti da forno, dolciumi, caffè, latticini, piatti pronti, pet food, oltre a prodotti per la cura della persona e della casa.

Recentemente, l’azienda si è trasferita nel nuovo stabilimento a Molteno, sempre in provincia di Lecco, che dispone di uno spazio produttivo di 25.000 m2 e di una superficie di 5.000 m2 per gli uffici. A ciò si aggiungono diverse filiali internazionali, per un gruppo che complessivamente coinvolge oltre 400 addetti.

Nei nuovi uffici, che uniscono funzionalità ed estetica, abbiamo incontrato la vicepresidente di Cama Group Annalisa Bellante che, con il fratello e presidente Daniele Bellante, rappresenta la seconda generazione alla guida dell’azienda di famiglia.

 

 

Cama Annalisa Bellante

Annalisa Bellante, vicepresidente di Cama Group

 

Annalisa Bellante, è soddisfatta della nuova sede?

“Il trasferimento ha rappresentato una fase importante e molto impegnativa, per certi versi ancora in corso, sebbene lo stabilimento sia già pienamente operativo. Siamo tutti soddisfatti di questo nuovo ambiente, perché mostra anzitutto che Cama vive e si sente in costante evoluzione, in relazione a tanti aspetti: operativo, organizzativo, logistico e soprattutto tecnologico”.

 

Parlando di evoluzione tecnologica, su cosa state puntando?

“Continuiamo a inoltrarci sulla strada della tecnologia d’avanguardia. Proprio in questo periodo sono arrivate alla consegna finale alcune commesse di grande valore e destinate ad avere un impatto notevole nelle nicchie di mercato a cui si rivolgono”.

 

Si tratta di nuovi modelli?

“In realtà, la nostra forza non sta tanto nel proporre una macchina nuova, bensì nel configurare soluzioni uniche, completamente concepite per le esigenze specifiche che abbiamo incontrato sul campo e che il cliente ci chiede di soddisfare. Un parametro chiave per valutare la complessità e le performance di queste soluzioni è il livello di flessibilità, in particolare la capacità di lavorare con un solo impianto tanti formati diversi. Su questo piano sono poche le aziende, anche internazionali, che stanno al nostro passo.

Ci sono realtà che possono realizzare singole macchine competitive, ma quando si tratta di progettare un’intera linea ad hoc, che include tante tipologie di macchine, facciamo inevitabilmente la differenza. Noi non forniamo una macchina da sostituire o da aggiungere, ma aiutiamo il cliente a risolvere o a migliorare una questione che vuole affrontare all’interno della propria produzione. La nostra squadra di tecnici compie degli studi sull’imballaggio in cartone del cliente e lo ottimizza al fine di configurare la linea produttiva più efficiente possibile. Oltre alle performance, l’altro valore che poniamo alla base dei nostri progetti è la sostenibilità”.

 

 

Cama linea completa

Esempio di linea completa (carico-formazione e chiusura) per lattine pet food

 

 

Ci può fare qualche esempio?

“Sviluppiamo soluzioni che abbiano un concreto effetto sulla riduzione dell’impatto ambientale del mercato in cui vengono applicate. Penso alla recente ingegnerizzazione di un nuovo imballaggio per contenere cotton fioc, studiato insieme a una multinazionale del settore, che può così sostituire la tradizionale confezione in plastica con una in cartone.

Con la stessa logica abbiamo sviluppato una linea per confezionare pastiglie per lavatrici e lavastoviglie in contenitori apri e chiudi in cartone riciclabile. O, ancora, abbiamo consentito a un produttore di cioccolatini vegani d’alta gamma di rinunciare all’uso di un flow pack in plastica monouso e di sostituirlo con un involucro in cartone, mantenendo totalmente la continuità del design e quindi del brand. In un’altra applicazione del settore dolciario, abbiamo modificato un nostro impianto già in funzione presso un produttore di cioccolatini a forma di sfera, al fine, anche in questo caso, di sostituire la confezione in plastica monouso con un inserto in cartone, senza modificare la presentazione del prodotto”.

 

Il mercato è dunque pronto a rinunciare, dove possibile, agli imballaggi in plastica?

“In realtà, alcune applicazioni che proponiamo sono in anticipo rispetto al mercato, essendo legate a scelte di packaging che hanno bisogno di tempo per affermarsi nella grande distribuzione, ma l’interesse dimostrato da prestigiosi marchi internazionali ci conferma che siamo sulla strada giusta. Dirò di più: oggi Cama svolge un ruolo di riferimento in tema di packaging sostenibile. Tanto da proporsi come consulente per le aziende che intendono intraprendere la transizione dall’imballo in plastica a quello in cartone, a partire dalla fase di pre-engineering.

L’utilizzatore ci sottopone il campione del suo imballo, che viene sottoposto ad analisi ingegneristiche, per procedere poi allo studio di fattibilità di un progetto fino alla simulazione in 3D che consente di osservare nei dettagli come funzionerà l’impianto. Quest’ultimo servizio per noi è cruciale, poiché possiamo mostrare con dati alla mano e in tempi brevi la grande affidabilità tecnologica della nostra soluzione, che spesso deve garantire produzioni 24/7, magari per migliaia di pezzi al minuto. Sottolineo che mettiamo a disposizione questi servizi già in fase di pre-vendita, dunque senza che l’interlocutore sia vincolato all’acquisto. Il mercato ci sta ampiamente riconoscendo questa disponibilità, che si rivela spesso un plus decisivo nei confronti della concorrenza”.

 

Nel mondo del packaging da tempo si nota la tendenza alla concentrazione in grandi gruppi. Voi pensate di crescere anche attraverso delle acquisizioni?

“Abbiamo già molto da fare con l’assetto attuale (sorride). No, le acquisizioni non fanno parte della nostra strategia. Forse più avanti, quando ci saremo ulteriormente consolidati nella nuova sede, potremo pensare di assorbire delle tecnologie a monte o valle delle nostre, con l’obiettivo di fornire linee sempre più complete, dal packaging primario alla pallettizzazione, o di colmare delle nicchie che ci interessano. Ma è una strada che potremmo percorrere anche facendo leva solo sulla nostra forza interna. Abbiamo un reparto di engineering ben strutturato e con eccellenti competenze, oltre a una squadra interamente dedicata all’attività di ricerca e sviluppo. Intanto consolidiamo le collaborazioni, alcune ormai storiche, con altre aziende simili a noi per mentalità”.

 

 

Cama Omet Tech4Student

Lo scorso novembre Cama Group, in collaborazione con Omet e Confindustria Lecco-Sondrio, ha organizzato la giornata Tech4Student, dedicata agli studenti degli istituti del territorio

 

 

L’industria 5.0 e l’espansione dell’intelligenza artificiale porteranno a una maggiore trasparenza e condivisione dei dati?

“La direzione è senz’altro quella, soprattutto per i gruppi internazionali e le aziende più strutturate. Le nostre tecnologie, in realtà, puntano da tempo sulla digitalizzazione e sulla fornitura di tutti i dati di processo. Ci sono però delle questioni che rimangono aperte e che devono essere affrontate, come la sicurezza informatica, la riservatezza industriale, la privacy. Ma sono certa che la transizione digitale avanzerà rapidamente: basta pensare all’importanza strategica, e quindi economica, della raccolta dei dati, sempre più determinanti nell’orientare investimenti e nuove tecnologie”.

 

Che prospettive vede per il 2024?

“Vorremmo confermare i numeri del 2023, che attestano un fatturato in crescita a quasi 100 milioni di euro. È stato, quindi, un anno positivo, sebbene a due facce: dopo gli ottimi primi otto mesi la domanda è un po’ calata nella parte finale. Per il 2024, nonostante le previsioni non rosee degli studi di Ucima sul settore del packaging, abbiamo già in portafoglio importanti ordini che ci consentiranno di oltrepassare il fatturato di 100 milioni.

La solidità della nostra struttura, la scelta di sviluppare e mantenere all’interno il valore aggiunto della tecnologia ci fanno sentire fiduciosi nella possibilità di chiudere un ottimo 2024 e iniziare un positivo 2025. Siamo riusciti del resto ad assorbire bene anche il Covid e soprattutto la successiva crisi degli approvvigionamenti di componentistica elettronica. La pandemia, che è stata una tragedia umana, ha avuto però anche qualche effetto positivo e pragmatico sulle modalità di lavoro, come l’accelerazione nell’uso degli strumenti digitali”.

 

A proposito di lavoro, come affrontate il problema della ricerca di competenze?

“Nel modo più organizzato possibile. Tra le aree di cui mi occupo ci sono anche le risorse umane, quindi vivo in prima linea questa sfida. Ed è proprio il confronto continuo con il tema che forse mi rende meno pessimista di altri imprenditori. Ho visto infatti che, se si mettono in campo le iniziative giuste, i risultati arrivano. Cama da tempo costruisce una forte relazione con il territorio, facendo rete con le scuole, aprendo lo stabilimento agli studenti, portando i propri specialisti nelle aule per tenere lezioni.

Lo scorso 17 novembre abbiamo organizzato, insieme ai ‘vicini di casa’ di OMET e in collaborazione con Confindustria Lecco e Sondrio, il Tech4Students Day, sul tema dell’orientamento e dedicato a studenti delle scuole secondarie di I e II grado, oltre che dell’ITS. Rispetto a un tempo, insomma, bisogna essere più proattivi. Non basta sfogliare qualche curriculum per trovare la persona adatta, ma è necessario creare le condizioni perché domanda e offerta si incontrino. Posso dire, quindi, che stiamo gestendo bene il problema. Per esempio, abbiamo appena ricevuto tante candidature di ottimo livello per alcune posizioni aperte di progettista elettronico e meccanico”.

 

sede di Cama Group a Molteno

Lavoro di squadra negli spazi della nuova sede di Cama Group a Molteno, in provincia di Lecco

 

Quali obiettivi vi siete posti per il prossimo futuro?

“Intendiamo continuare a crescere in modo equilibrato e costante. Troppi picchi positivi o negativi mettono in difficoltà il controllo di gestione, con il rischio di ridurre la marginalità. Diamo molta importanza alla pianificazione dei costi in ogni reparto e favoriamo la crescita di risorse interne verso ruoli di responsabilità, invece di affidarci ai cosiddetti supermanager. Gli altri obiettivi sono il pieno sfruttamento del nuovo headquarter e la focalizzazione sull’area R&D, per tagliare nuovi traguardi tecnologici, soprattutto in ottica Industry 5.0. Tutto questo restando una media azienda privata, capace di garantire tempi di risposta rapidi e di coltivare una relazione stretta con il cliente”.

Share Post