Olio d’oliva, vino e pasta, elementi chiave della dieta mediterranea tutelata dall’Unesco come patrimonio dell’umanità, potranno contare sui servizi climatici messi a punto da MED-GOLD, il principale progetto di ricerca UE su clima e agricoltura che ha coinvolto 16 partner in 6 Paesi diversi, tra cui in Italia ENEA per il coordinamento globale e Barilla per la pasta. I servizi climatici offerti permettono di trasformare dati climatici e altre informazioni in trend, analisi economiche, proiezioni e tendenze su scale temporali diverse, dalle poche settimane fino ai decenni, e forniscono supporto alle decisioni strategiche nonché all’adozione di buone pratiche nel settore agricolo.
“In 4 anni MED-GOLD ha costruito una solida alleanza fra scienziati e grandi imprese per preservare dall’impatto del cambiamento climatico globale le eccellenze alimentari delle nostre tavole, coinvolgendo grandi realtà mondiali come la spagnola DCoop per l’olio d’oliva e la portoghese Sogrape Vinhos per il vino, oltre alla Barilla”, sottolineano i due coordinatori ENEA del progetto, Alessandro Dell’Aquila del Laboratorio Modellistica climatica e impatti e Luigi Ponti del Laboratorio Sostenibilità, qualità e sicurezza delle produzioni agroalimentari. “I servizi che proponiamo – aggiungono – forniscono informazioni affidabili, aggiornate e su misura per sostenere il processo decisionale nel settore agroalimentare, rendendolo più resiliente ai cambiamenti”.
Grazie ai servizi MED-GOLD è possibile prevedere l’effetto dei cambiamenti climatici su tre colture simbolo del Mediterraneo: l’olivo, la vite e il grano duro. Ad esempio, grazie a un database consultabile attraverso un “cruscotto” interattivo di facile accesso, la cosiddetta dashboard MED-GOLD[1], un olivicoltore può conoscere quali trattamenti saranno necessari contro i parassiti dell’olivo, quanto olio sarà possibile produrre durante la prossima campagna o in che periodo iniziare l’irrigazione. Allo stesso modo, sono disponibili proiezioni di breve, medio e lungo termine dei principali fattori climatici in grado di fornire informazioni utili al viticoltore che voglia sapere quale varietà di vite sia più adatta per il clima nei prossimi 30 anni o al produttore di grano che si interroghi sull’impatto dell’azione erosiva delle acque sui terreni o sulle aree più idonee alla produzione futura.
“Le sfide socioeconomiche poste dal cambiamento climatico richiedono azioni e strumenti per un adattamento dinamico e sostenibile che contribuisca agli obiettivi di mitigazione del 2050 e a quelli di sviluppo sostenibile del 2030. In questo contesto, i servizi climatici settoriali giocano un ruolo chiave nell’offrire agli utenti informazioni climatiche ritagliate su misura delle loro necessità” spiega Dell’Aquila. “Un servizio climatico efficace supporta le decisioni e le azioni di adattamento, riduce i rischi, aumenta la resilienza e, quando possibile, trasforma il cambiamento climatico in un’opportunità. Infatti, i servizi MED-GOLD non mirano solo a ottenere colture con rendimenti più alti e più stabili, ma anche più sostenibili dal punto di vista ambientale, economico e sociale”, conclude il ricercatore.
Per sviluppare la piattaforma insieme agli altri partner del progetto, ENEA ha coinvolto gli utenti in modo da garantire una maggiore rispondenza alle loro specifiche esigenze e aspettative sui dati necessari per proteggere le tre colture tipiche del Mediterraneo. La consultazione della dashboard. avviene previa registrazione sul portale di MED-GOLD o accedendo attraverso dashboard.med-gold.eu.
“La coltivazione di olivo, vite e grano è fortemente influenzata dall’andamento meteorologico e limitata dal clima. Il cambiamento climatico sta causando eventi estremi, come ondate di calore e siccità, che sono diventati una grande sfida negli ultimi anni per olivicoltori, viticoltori e granicoltori, e per gli agricoltori in generale”, spiega Ponti. “Ad esempio, il 2014 è stato definito l’anno nero dell’olio italiano, a causa di uno scarsissimo raccolto di olive, generalizzato sul territorio nazionale e attribuito principalmente all’andamento climatico estremamente anomalo. All’epoca, si pensava che annate terribili come quella del 2014 – che non erano note a memoria d’uomo – non si sarebbero ripetute prima di qualche decennio. Purtroppo, invece, situazioni simili per l’olivicoltura si sono presentate più volte negli anni successivi, e non solo in Italia ma anche in altre zone nel bacino del Mediterraneo. Poiché il clima continuerà a cambiare in futuro, anticipare tali eventi è fondamentale, affinché le nuove pratiche agricole non risultino obsolete ancor prima di essere messe in pratica”.