Il manifatturiero lombardo è pronto a ripartire

Unioncamere Lombardia ha indagato le conseguenze della pandemia e le strategie di reazione adottate dalle imprese nell’ambito delle attività trimestrali di monitoraggio dei principali settori dell’economia lombarda, a distanza di un anno dall’inizio dell’emergenza sanitaria. Le interviste sono state realizzate nella prima metà di aprile 2021, quando la Lombardia si è trovata in zona rossa e arancione; dove possibile i risultati sono stati confrontati con quelli della corrispondente rilevazione di luglio 2020, quando la prima ondata di contagi era ormai alle spalle.

Nel manifatturiero le criticità prevalenti sono legate a problemi con i clienti e gli ordinativi (problema segnalato dal 32% delle imprese industriali e il 37% delle artigiane), con percentuali in diminuzione rispetto a luglio scorso, mentre acquistano rilevanza le questioni organizzative e l’approvvigionamento (24% per l’industria e 17% per l’artigianato). Con la ripresa della domanda mondiale stanno emergendo anche difficoltà di reperimento dei materiali e significativi rincari delle materie prime e semilavorati. Nel terziario invece il problema maggiore sono le restrizioni e le chiusure (Servizi: 29%; Commercio al dettaglio: 47%) visto che molte attività del turismo, servizi alla persona, commercio non alimentare hanno subito l’impatto dei vincoli di legge alle loro attività. I problemi finanziari e di liquidità sono invece in calo in tutti i settori, anche grazie ai sostegni e alle garanzie messe in campo dalle istituzioni.

Le imprese in questo periodo di difficoltà hanno fatto largo impiego degli ammortizzatori sociali: circa il 40% dichiara di aver utilizzato recentemente la Cassa Integrazione. Questo strumento ha permesso di limitare il ricorso a provvedimenti con impatti maggiormente negativi sull’occupazione come la riduzione dell’organico e il mancato rinnovo dei contratti in scadenza. Nell’Industria, Artigianato e Commercio al dettaglio circa il 50% delle imprese ha dichiarato di non aver avuto ripercussioni o di avere aumentato l’organico, con l’Industria che presenta la quota più elevata di imprese in espansione (23%). Nei Servizi si sono invece registrati gli effetti più gravi: le attività più colpite dall’emergenza sono ad elevata incidenza di contratti a tempo determinato e nell’alloggio e ristorazione solo il 7% dichiara di non avere avuto conseguenze negative sui livelli occupazionali.