L’esperienza e la competenza del personale stanno consentendo a Moretto di superare al meglio l’attuale periodo incerto, senza mai rinunciare all’innovazione. Tanti i progetti in corso nell’ambito dei sistemi automatizzati per l’industria di trasformazione delle materie plastiche.
di Eva De Vecchis
Moretto, azienda esperta in produzione di sistemi automatizzati per l’industria di trasformazione delle materie plastiche, è presente in oltre 70 Paesi e conta su 8 filiali, offrendo una gamma di soluzioni personalizzate per un mercato in continua evoluzione. L’innovazione e il costante miglioramento sono sempre al primo posto, perché Moretto è una realtà “sempre in movimento per sviluppare soluzioni, per crescere dal punto di vista del prodotto e delle applicazioni”, ha confermato Renato Moretto, fondatore e presidente dell’azienda di famiglia. Lo è anche in un momento delicato come questo, quando i rapporti interpersonali sono messi in discussione dalla “malefica bestiolina”, come Moretto definisce il virus che ha sacrificato molte vite e anche il destino di molte aziende.
Le certezze sono poche, più che mai per le esposizioni di settore: Moretto, sebbene abbia già prenotato i suoi spazi espositivi a livello globale, non sa ancora cosa l’aspetta visto l’ampio numero di eventi annullati che fanno male al business e alle relazioni. L’azienda ha investito molto nella salvaguardia dei suoi dipendenti, che hanno contribuito in modo fondamentale ai riconoscimenti ricevuti lo scorso anno, come Champions 2020 o il Premio Industria Felix. E sempre la forza lavoro, insieme alla fiducia dei clienti, hanno permesso di mantenere stabili i volumi sul mercato italiano rispetto a quelli del 2019.
Presidente Moretto, come avete vissuto fino ad oggi la crisi sanitaria?
Sicuramente abbiamo dovuto imparare ad integrarla nella nostra ordinarietà. Abbiamo dovuto cambiare le abitudini, il modo di lavorare. Non possiamo più viaggiare e abbiamo digitalizzato la nostra quotidianità cercando di fare business utilizzando un approccio differente. Tutto questo sta portando non solo ad un cambiamento culturale ma anche comportamentale, che mette la tutela della salute al primo posto.
Ormai è più di un anno che non viaggiamo con la mancata possibilità di raggiungere i nostri clienti o le nostre filiali. Ma è proprio la presenza capillare data dalle filiali e dalla rete vendita abbinata ai cambiamenti sopra menzionati che, nonostante questo periodo incerto, ci permettono di essere una presenza costante e puntuale.
C’è qualcosa che state imparando da questo periodo così drammatico e che potrà servire al futuro dell’azienda?
Le relazioni in presenza sono state completamente azzerate. Lo scambio d’informazioni avviene solo attraverso mezzi digitali con pochi contatti, basti pensare a tutte le fiere che sono state annullate.
Abbiamo investito parecchio nei sistemi di sanificazione ambientale acquistando 30 macchinari, uno per ogni ufficio: si tratta di un sistema avanzato che può essere utilizzato anche in presenza di persone; abbiamo ristrutturato tutti gli uffici per rispettare le distanze e questo ha comportato costi considerevoli. Le norme di sanificazione sono state attivate anche nei magazzini e nei capannoni grazie all’impiego di macchine portatili. Investimenti che ci hanno permesso non solo di rendere sicuri gli ambienti ma anche di rassicurare le persone e creare un clima disteso di lavoro. In conclusione sì, abbiamo imparato qualcosa, perché noi, che dovremmo esclusivamente fare business, adesso dobbiamo confrontarci con questa situazione: non è piacevole, ma lo facciamo con grande senso del dovere.
Ci sono senz’altro un aspetto negativo ed uno positivo in questa situazione: quello negativo è la distanza interpersonale, mentre quello positivo è stato il rallentamento della crescita frenetica che mette il pianeta in una situazione di stress. Lo scorso 22 agosto abbiamo consumato tutte le risorse prodotte dal pianeta per il 2020 (nel 2019 accadde il 29 luglio, ndr) e dunque il rallentamento porterà almeno ad un beneficio per l’ambiente in cui viviamo e ad un miglioramento di questo consumo incontrollato. Tra tutte le negatività è interessante cogliere una nota positiva che può dare un forte messaggio: alzare la qualità della vita e consumare meno.
Cosa pensa della situazione che sta vivendo l’Italia? Ritiene che il nostro paese, in particolare nel settore plastico, avrà la capacità di risollevarsi in tempi relativamente brevi?
Contrariamente al pessimismo dilagante, la nostra azienda non ha subito alcuna variazione sulle cifre italiane e ha mantenuto gli stessi volumi del 2019. Diversa la questione per il mercato internazionale, che ha visto una leggera flessione dovuta alla complessità di gestione delle attività, alle limitazioni nei viaggi e nelle relazioni.
Certo, complessivamente il Paese ne risente, come risente anche della carenza infrastrutturale che questo periodo ha contribuito a far emergere, ma non si tratta di una critica, piuttosto di una presa di coscienza che deve essere seguita da un grande sforzo per il rilancio.
Avete soluzioni o progetti innovativi che pensate di portare avanti una volta superata l’emergenza?
Abbiamo circa 40 progetti in corso, tra cui anche dei brevetti. Non siamo mai fermi e puntiamo sempre a migliorarci e migliorare il lavoro che facciamo. In questa rincorsa non c’è una fine, siamo sempre in movimento per rimanere al passo con l’innovazione, per sviluppare soluzioni, per crescere dal punto di vista dei prodotti e delle applicazioni. Tre di questi progetti sono molto importanti anche a livello internazionale, li portiamo avanti da cinque anni ma ormai sono in dirittura di arrivo.
A quali eventi parteciperete fra quelli finora confermati?
Difficile dirlo. L’anno scorso avevamo in programma 34 fiere e a partire dal mese di marzo sono iniziate le cancellazioni o gli spostamenti a nuova data. Quest’anno sarà probabilmente la stessa cosa: ci siamo iscritti a fiere internazionali in Messico, Vietnam, Stati Uniti, Germania.
In Italia il Plast, dove avevamo prenotato uno spazio importante, è stato rinviato, ma come è successo a molte altre manifestazioni c’è molta incertezza, si vedrà l’evolversi della situazione. C’è un costante timore di inciampare in qualche limitazione o nuova comunicazione. Il business ne risente e noi dobbiamo impegnarci per ricostruire tutte le relazioni. Molte fiere inoltre sono diventate webinar e quindi la stessa comunicazione viene intaccata: è cambiato il modo di guardarsi e osservare la reazione dell’altro. Prima era più facile trasmettere fiducia, creare empatia, adesso siamo in una dimensione quasi completamente virtuale.
Ci può lasciare un commento in merito ai premi e riconoscimenti che avete ricevuto nel 2020, come quello che ha visto Moretto rientrare tra le 1.000 imprese Champions 2020, o il Premio Industria Felix, per performance gestionali e affidabilità finanziaria?
Siamo molto soddisfatti e anche orgogliosi, perché no. Il merito va in primis alla squadra Moretto, che ha sempre portato avanti un lavoro molto virtuoso, ma anche ai clienti che hanno sostenuto l’azienda preferendo le nostre soluzioni. La nostra realtà è fatta di uomini, non solo di prodotti e di numeri. E chi ci lavora fa davvero la differenza. In questo senso Moretto può vantare un vero patrimonio di risorse umane. La nostra selezione è sempre stata molto attenta. Gli oltre 435 dipendenti rappresentano una vera forza aziendale. Questi premi sono il frutto del buon lavoro di tante persone.
Cosa auspica per i prossimi mesi?
Ci terrei a fare un augurio a tutti quanti affinché questa “malefica bestiolina” possa essere sconfitta al più presto possibile per ritrovare un po’ di serenità, di fiducia nel futuro ma anche in noi stessi e nelle istituzioni. Questo è importante per guardare a quello che verrà sia per noi sia per i nostri figli.