IMG riparte velocemente con innovazioni per il medicale e presse in pronta consegna

Serie Zhafir con allestimento per il settore medicale

Dopo i mesi difficili che ha vissuto il proprio territorio per l’emergenza sanitaria, IMG è pronta a cogliere le opportunità della ripartenza. Anche grazie alla nuova serie Haitian per lo stampaggio di articoli medicali e alle tante macchine in pronta consegna stoccate in Europa dal costruttore cinese.

di Alessandro Bignami

Bisogna ripartire velocemente. Non si può più aspettare. O il problema economico per l’Italia potrebbe diventare più grave di quello sanitario. Lo afferma Davide Bonfadini, Direttore Commerciale di IMG, azienda di riferimento nel settore delle presse per stampaggio ad iniezione di gomma e materie plastiche e distributore esclusivo di Haitian nel nostro paese. La società fa parte dell’importante tessuto industriale del Bresciano, zona che è stata tra le più colpite dall’emergenza Covid-19.

Davide Bonfadini, Direttore Commerciale di IMG

Davide Bonfadini, non sono stati mesi facili, anche e soprattutto nella vostra provincia.

La nostra zona è stata duramente colpita dall’epidemia, ma tutta l’industria nazionale ha rallentato. Ora speriamo che si riparta velocemente. Marzo e aprile sono stati mesi difficili. La paura del virus ha condizionato tutti gli operatori della filiera. Però è il momento di ricominciare a vivere, come tutti desiderano, anche se dovremo pazientare ancora un po’ per tornare a una totale ed effettiva normalità. È stato necessario essere prudenti, per contrastare un virus che ha mostrato tutta la sua pericolosità, ma adesso non si può più aspettare. Altrimenti il danno economico sarà enorme.

 

Le imprese sono state supportate sufficientemente in questa crisi?

A dispetto delle dichiarazioni incoraggianti e delle conferenze stampa televisive del governo, gli aiuti concreti a famiglie e imprese sono stati pochi e tuttora faticano ad arrivare. Come in altre occasioni, gli imprenditori hanno dovuto contare soprattutto su loro stessi. Le aziende, in realtà, quando sono messe nelle condizioni di lavorare poi ce la fanno, si rimboccano le maniche, creano rete con clienti e fornitori. Ma quando non possono operare e non ricevono aiuti, allora rischiano di mandare in fumo anni di lavoro duro e buoni risultati, lasciando opportunità e posizioni a quei concorrenti stranieri che hanno potuto agire più liberamente.

Com’era l’umore in azienda nelle settimane più dure del lockdown?

Essendo impegnati nella settore della plastica, al servizio di filiere essenziali per sostenere il Paese, abbiamo potuto continuare l’attività, sebbene a ranghi ridotti. Questa possibilità ci ha permesso di conservare un atteggiamento positivo. Poi, con le prime riaperture di maggio, il mercato ha ricominciato a muoversi e le richieste hanno lentamente ripreso. È stato possibile organizzare anche qualche visita ai clienti. Lo smart working è un’opzione utile, ma soprattutto per le grandi società di servizi. Per aziende come la nostra, che costruiscono e distribuiscono macchinari ad alta tecnologia, il rapporto interpersonale è invece fondamentale. Le videoconferenze vanno bene, ma incontrarsi e trascorrere insieme del tempo ha un’altra efficacia. E poi lo stile di IMG, ma direi anche del settore in cui operiamo, ha sempre valorizzato il contatto umano. Siamo comunque riusciti a tenere un buon rapporto con i clienti. Gli italiani sono un popolo cordiale e aperto, che sa trovare soluzioni innovative anche per gestire i momenti difficili.

 

Per quali settori in particolare avete lavorato nei mesi scorsi?

Abbiamo consegnato diverse macchine destinate al settore medicale. Tra l’altro lo scorso ottobre al K 2019, Haitian ha presentato una serie di macchine per lo stampaggio in silicone liquido. Fortunatamente ne avevamo alcune in pronta consegna anche in Italia e siamo riusciti a venderle.

Pressa IMG, Serie GUM per stampaggio elastomeri

Come vi siete organizzati internamente per rispettare i protocolli di sicurezza?

Abbiamo creato le condizioni per mantenere il distanziamento fisico e ci siamo procurati i dispositivi di protezione individuale. Haitian, avendo superato diverse settimane prima di noi la fase più acuta dell’emergenza e sapendo ciò che ci aspettava, ci ha fornito grandi quantità di mascherine e guanti, ancora prima del lockdown. Certo, non è semplice lavorare indossando tutte le protezioni anti-contagio, soprattutto in produzione dove la temperatura è alta, ma piuttosto che stare fermi va bene così.

 

Haitian, con i suoi stabilimenti in Cina, ha potuto tornare a pieno regime prima delle aziende di altri paesi. Qual è ora la situazione delle vendite in Europa per il costruttore asiatico?

Hatian ha sofferto prima per il lockdown ma ne è anche uscita prima. La sua chiusura forzata ha coinciso in parte con le vacanze del Capodanno cinese, fatto che ha attutito almeno parzialmente i danni dell’inattività. A marzo l’azienda era già tornata operativa e ha aperto una serie di commesse che ci hanno permesso di consegnare e installare molti macchinari fin dai primi giorni della riapertura: anche unità da grandi tonnellaggi che avevamo venduto alla fine dell’anno scorso. In questi mesi Haitian ha portato e stoccato In Europa, soprattutto nel polo logistico in Germania, circa 180 macchine in pronta consegna, proprio in previsione della riapertura. Non bisogna dimenticare che, in particolare in Italia, il parco delle presse è piuttosto datato, comprendendo macchine anche di 20-25 anni: non tutte sono riuscite a ripartire senza problemi una volta finito il blocco. Avere a disposizione una serie di presse in pronta consegna ci ha consentito di intercettare tali richieste e di cogliere qualche opportunità in questo periodo difficile. È chiaro che il mercato è rallentato, la domanda è sottotono, però stiamo comunque portando a casa degli ordini, anche in virtù del prezzo competitivo che siamo in grado di offrire e che in questa fase i trasformatori guardano con spiccato interesse.

Pressa IMG, Serie PVG con tavola rotante

Il settore delle materie plastiche riuscirà a risollevarsi nei prossimi mesi o pensa che i tempi saranno lunghi?

Intanto la plastica si è già presa una bella rivincita dopo le aspre polemiche che negli ultimi anni hanno colpito i prodotti monouso. Nel corso dell’epidemia molti hanno riscoperto l’utilità degli oggetti in plastica monouso. Sono ottimista. Certo, nessuna si aspetta dei risultati sulla scia del 2018 e 2019, che sono stati anni di crescita. Ma la voglia di ritornare alla vita e di incontrarsi, pur essendo stata un po’ criticata in questi giorni, è umana e comprensibile e penso che porterà a un graduale recupero dei consumi. Come mi ha sempre detto mio padre, la storia è fatta di cicli. L’umanità ha attraversato e superato fasi orribili, a partire dalle guerre, ma poi si è rialzata e ha ripreso la sua strada. Sta a noi farci trovare pronti quando questo accadrà, cogliendo le opportunità che si presenteranno.

 

State lanciando qualche novità tecnologica?

Per quanto riguarda le tecnologie Haitian, ripartiremo dalle innovazioni presentate al K 2019 nell’ottobre scorso che, in questo tempo sospeso per l’emergenza Covid-19, non hanno potuto essere adeguatamente trasferite sul mercato. A Düsseldorf, come dicevo, Haitian lanciò proprio una serie di macchine dedicate al settore medicale, che risultano particolarmente adatte alle esigenze attuali. Mi riferisco per esempio alla pressa full-electric Zhafir Venus III Medicale: una serie completamente elettrica ad elevata precisione con risparmio energetico fino al 70%. Sono tante le soluzioni speciali che il costruttore cinese ha studiato per l’Europa e che ancora non avevamo avuto la possibilità di promuovere. In particolare, la terza generazione di presse Haitian International abbina sistemi innovativi hardware e software permettendo l’ottimizzazione dei vari modelli di macchine, sia nelle serie servo-idrauliche di Haitian, Mars III e Jupiter III, che nella serie elettrica a marchio Zhafir della serie Zeres III e Venus III.

Serie Zhafir Jenius, chiusura idraulica a due piani ed iniezione full-electric

Tra eventi rimandati, annullati o trasformati in digitale, il calendario 2020 delle fiere è stato stravolto. Quali sono le conseguenze sulla vostra attività?

Certamente non poter partecipare ai consueti appuntamenti fieristici ci toglie qualche opportunità. È vero che il mercato ci conosce bene, tuttavia la fiera è una preziosa occasione di contatto, l’unica che consente di vedere tanti clienti, già acquisiti o potenziali, in pochi giorni. Il fatto che ancora manchino linee guida chiare sulla gestione e la partecipazione in sicurezza alle fiere resta un problema. Se ci saranno troppi vincoli è probabile che molti visitatori rinunceranno o saranno comunque insufficienti per giustificare i grandi investimenti degli espositori. Allo stesso tempo non si può pensare di tornare in breve alle abitudini di un tempo, con stand affollati e strette di mano. Il coronavirus rischia di rivoluzionare il modo di allestire le fiere che abbiamo conosciuto fino a febbraio. Forse gli organizzatori devono riflettere su soluzioni innovative e meno costose, vista anche la diversa visibilità offerta.

 

Questa terribile esperienza lascerà qualche insegnamento per il futuro?

Ci ha fatto capire che non tutto si può dare per scontato, che ad anni positivi, dove ogni cosa sembra andare per il meglio, possono alternarsi periodi di difficoltà. Ci ha fatto capire che la vita può sempre prenderti di sorpresa e farti cadere. Ma poi ci si può rialzare, come io stesso ho fatto in passato nella mia vita professionale. Se una persona è capace, ha voglia, ci mette del suo, è onesto, crea un rapporto positivo con clienti e fornitori, a un certo punto viene premiato dalla vita, che finisce per offrirgli nuove possibilità. Dalle macerie lasciate dal coronavirus si può ripartire per fare ancora meglio.

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