In Italia le P.M.I sono protagoniste del mondo industriale. Per crescere ed evolversi però anche queste realtà hanno bisogno di chi, come A.P.I. possa credere nel loro potenziale offrendo un supporto a 360° che ha tra i cardini la sostenibilità e l’Intelligenza Artificiale. La Subfornitura ne ha parlato con Stefano Valvason, Direttore Generale A.P.I.
Non sempre le Piccole e Medie Imprese sono pronte ad affrontare le sfide del presente. In certi casi però, andare avanti vuol dire solo affidarsi a chi sa quale direzione sia meglio percorrere. L’impegno di A.P.I. è proprio questo: dare i giusti strumenti alle realtà imprenditoriali che sentono di voler fare di più, crescere a livello tecnologico, riprogettare il proprio business e migliorare il proprio prodotto, la propria organizzazione o i propri processi e adattarsi così a un mercato in continua evoluzione.
“A.P.I. accompagna le imprese in un percorso concreto”, spiega Stefano Valvason, Direttore Generale A.P.I. (Associazione Piccole e Medie Industrie) a La Subfornitura. “Le supporta nel pianificare e attuare azioni che realmente possano essere utili al business”. Tra queste, il check-up sostenibilità – che permette di avere una fotografia ESG dell’azienda e di ragionare sulle aree di miglioramento e sugli interventi – ma anche il progetto “A.P.I. per la Transizione 5.0” che mette al centro l’intelligenza artificiale: uno strumento fondamentale per tutte le realtà che hanno voglia di innovarsi e restare competitive.
Stefano Valvason, quanto è importante il ruolo delle PMI in Italia e come queste vengono supportate da A.P.I.?
“In Italia oltre il 99% delle imprese occupano meno di 50 dipendenti, sono quindi l’ossatura del Paese. Voglio essere più incisivo rispondendo con la concretezza dei numeri del sistema A.P.I. che conta circa 2.000 imprese. La media dei dipendenti è 20; la percentuale di imprese familiari è 90% e generano un giro d’affari di 10 miliardi di euro ogni anno. Basterebbe questo a rimettere al centro dell’agenda politica il sostegno alle PMI.
La piccola e media industria crea occupazione duratura e qualificata, valorizza e stimola la competitività del paese, è impegnata in percorsi di sostenibilità che coinvolgono il territorio in cui opera e tutta la filiera e, innovando, fa “start-up” ogni giorno.
Questi non sono solo slogan. Dietro a ognuna di esse, infatti, ci sono genio, passione, voglia di fare impresa ma, soprattutto, persone.
A.P.I., nata nel 1946, genera valore per le PMI, supportandole su molteplici versanti – dalla rappresentanza istituzionale, al sostegno della competitività, alla diffusione della “cultura d’impresa” e della managerializzazione, all’assistenza tecnica, al risparmio energetico e da fonti sostenibili, alla formazione continua, alla presentazione di nuove opportunità per lo sviluppo imprenditoriale, alla contaminazione di esperienze attraverso il confronto, fino alla promozione di incontri e iniziative dedicate alle specifiche esigenze aziendali.
Tutela, efficienza, sviluppo, innovazione, sostenibilità, networking sono le aree strategiche di A.P.I. per garantire alle imprese di entrare a far parte di una community di imprenditori che guardano avanti per lo sviluppo delle PMI.
Tra gli aspetti chiave di questo periodo storico c’è l’importanza di costruire un ponte tra le generazioni, che siano di lavoratori o di imprenditori. Infatti, è un’azione oramai imprescindibile per garantire la continuità delle PMI e per promuovere un solido futuro per il sistema manifatturiero”.
Tematiche come la sostenibilità e l’intelligenza artificiale sono ormai all’ordine del giorno ed entrambe influenzeranno la gestione dell’impresa del futuro. Come le PMI possono raggiungere questi obiettivi e qual è il supporto offerto da A.P.I?
“Attraverso la sostenibilità e l’intelligenza artificiale – leve di business – è possibile dare nuovo slancio alle PMI per crescere, dare continuità all’azienda rafforzandone le professionalità, competere nei mercati internazionali e aumentare l’attrattività verso i giovani.
Non è più possibile procrastinarne gli investimenti e l’inserimento di questi asset nella strategia aziendale. Per continuare a crescere nei prossimi anni, è necessario, infatti, guardare avanti con elasticità e propensione al cambiamento.
L’impegno di A.P.I. è stimolare gli imprenditori e accompagnarli, dando strumenti alle imprese interessate alla crescita tecnologica, allo sviluppo di nuove idee, alla riprogettazione del proprio business nell’innovazione di prodotto, in quella organizzativa, e nei processi, per adattarsi alle condizioni di mercati in continua evoluzione.
A.P.I. accompagna le imprese in un percorso concreto, supportandole nel pianificare e attuare azioni che realmente possano essere utili al business. Non solo con webinar gratuiti e incontri dedicati, ma con strumenti concreti. Per esempio, è molto richiesto il check-up sostenibilità, gratuito per le associate, che permette di avere una fotografia ESG dell’azienda e di ragionare sulle aree di miglioramento e sugli interventi.
L’Associazione ha, inoltre, recentemente avviato il progetto “A.P.I. per la Transizione 5.0”, con la collaborazione sinergica dei servizi finanziario, energia e fiscale gestionale societario. L’approccio multidisciplinare consente di supportare le PMI in modo completo e di avere una visione complessiva dell’agevolazione e di come l’intelligenza artificiale possa essere uno strumento a servizio delle persone in azienda.
L’attenzione è alta, lo abbiamo visto attraverso la grande la partecipazione degli imprenditori agli eventi sull’intelligenza artificiale come “PMI&Giovani, tra AI e patto generazionale”, organizzato nell’ambito del progetto M.I.A Lombardia, Manufacturing Innovation Alliance – European Digital Innovation Hub. Co-funded by the European Union, che ha rappresentato l’opportunità per confrontarsi su quali siano le leve per avvicinare i giovani alle PMI, sempre più coinvolte dall’avvento delle innovazioni e dalle opportunità legate all’intelligenza artificiale e alla sostenibilità”.
Le PMI, da sole, sono in grado di agire verso un percorso sostenibile o, invece, hanno bisogno di supporti esterni? Se sì, quali sono?
“Spesso le aziende sono focalizzate sulla quotidianità: clienti, fornitori, ordini, costi… e non hanno tempo per “alzare la testa e guardare oltre” o risorse per affrontare da sole il cambiamento. Per questo ci siamo noi e anche in questa nuova sfida A.P.I. è al fianco delle aziende con la sua “fabbrica” di idee e progetti su misura creando opportunità per fare la differenza.
Abbiamo già iniziato con il check up sostenibilità e stiamo supportando tante associate dal bilancio di sostenibilità alle certificazioni, come quella ambientale o della parità di genere. Abbiamo uno staff di professionisti che possono supportare le imprenditrici, gli imprenditori e i loro collaboratori nella risoluzione di problemi anche complessi, con approccio multidisciplinare, multiservizio e customer oriented. Il rapporto con le aziende associate non è cliente-fornitore, ma una condivisione di intenti e di progettualità per la crescita tra chi sta dalla parte dell’impresa.
C’è poi bisogno di partecipare attivamente anche ai tavoli istituzionali, collaborare con enti e istituzioni private, pubbliche e con il mondo accademico per portare avanti le istanze delle PMI, che non sono di certo quelle delle grandi aziende”.
Dal canto loro, cosa devono fare le Piccole e Medie Imprese per avvicinarsi alla sostenibilità e quanto è importante, in questo senso, il ruolo dei lavoratori, delle competenze e dei talenti?
“La sostenibilità e l’innovazione ci spingono a riconsiderare un modello di crescita che si basi sulla qualità della produzione, sul rispetto per l’ambiente e sulla valorizzazione delle persone e della conciliazione vita lavoro. Si tratta di un cambiamento attuabile non solo sostituendo gli impianti più inquinanti, per esempio, ma lavorando sulle competenze e sui talenti, mostrando una nuova prospettiva. Da qui i corsi di formazione e gli incontri che organizziamo in Associazione, come le community, per stimolare la “cultura di impresa”. Confrontarsi e contaminarsi per crescere: sulla gestione aziendale, sulle reciproche esperienze con case history e best practice.
Nel cambiamento sicuramente ci possono aiutare i più giovani, anche se da tempo è emersa la difficoltà delle PMI a inserire nuove e qualificate figure professionali in azienda. A.P.I. è impegnata nel rafforzare il dialogo e il rapporto di collaborazione con Istituzioni, Scuole, Università ed Enti. L’obiettivo è costruire un ponte tra le generazioni, che siano di lavoratori o di imprenditori, infatti, è imprescindibile per garantire la continuità delle PMI e per promuovere un solido futuro per il sistema manifatturiero”.
Da un sondaggio realizzato da A.P.I è emerso che il 27% degli imprenditori afferma che l’intelligenza artificiale è già presente nella loro quotidianità. Questo numero è destinato a crescere? E quanto conta l’evoluzione digitale per la sostenibilità delle imprese?
“L’intelligenza artificiale sta diventando una componente sempre più centrale non solo nella vita delle imprese, ma anche nel nostro quotidiano. Gli imprenditori stanno riconoscendo questa tendenza e si stanno orientando verso un aumento degli investimenti tecnologici, nonché verso lo sviluppo delle competenze dei propri collaboratori. L’AI rappresenta ormai una strada obbligata. Per questo il dato del 27%, sarà una percentuale sempre più destinata a crescere.
La lungimiranza dell’imprenditore si manifesta nella capacità di guardare avanti, comprendere le tendenze e identificare le leve che plasmeranno le piccole e medie imprese del futuro, preparandole per ciò che verrà. Questo include anche la capacità di adattarsi a ciò che non possiamo prevedere, abbandonando il vecchio adagio “ho sempre fatto così”.
In un contesto in cui le macchine sono sempre più interconnesse, sostenibilità e intelligenza artificiale non sono in contrasto, ma devono essere parte della visione aziendale. Un esempio concreto è rappresentato dalle modalità attuative del credito d’imposta Transizione 5.0, uno strumento fondamentale per promuovere l’innovazione e la sostenibilità nelle imprese italiane”.
Secondo i dati di Nomisma nel 2024 saranno più di 6.000 le PMI italiane e oltre 50.000 le aziende in tutta Europa che avranno l’obbligo di pubblicare il proprio report di sostenibilità, con dati e informazioni relative all’anno precedente. Senza entrare nel dettaglio, cosa si aspetta dai risultati delle imprese italiane?
“Ci aspettiamo che i risultati delle imprese italiane riflettano un impegno crescente verso pratiche sostenibili e una gestione più consapevole delle risorse. Ci vuole però una governance convinta e coinvolta nel cambiamento. Se accompagnate e informate, le aziende che sapranno integrare la sostenibilità nelle loro strategie operative, non solo contribuiranno positivamente all’ambiente e alla società, ma otterranno vantaggi competitivi significativi.
In particolare, ci aspettiamo di vedere progressi in aree quali: la produttività, l’efficienza dei processi aziendali, la riduzione dei tempi di evasione degli ordini, la riduzione delle emissioni di CO2, l’adozione di energie rinnovabili, l’efficienza energetica, la gestione responsabile dei rifiuti, il welfare e la formazione. Inoltre, prevediamo che le imprese più virtuose saranno in grado di attrarre maggiori investimenti, di accedere a nuovi mercati e di migliorare la loro reputazione. Senza dimenticare che i giovani vogliono lavorare in imprese nelle quali possono identificarsi nei valori, è quindi necessario che queste siano sostenibili per essere attrattive.
Siamo fiduciosi che le PMI sapranno cogliere questa opportunità per dimostrare il loro valore e il loro impegno verso un futuro più sostenibile. Sta ad A.P.I. mostrarne la fattibilità e dialogare con le istituzioni per ridurre al minimo i balzelli e la burocrazia che affossano la possibilità di accedere alle agevolazioni”.