
Buttare non è mai la soluzione migliore, soprattutto se il prodotto in questione, una volta usato, può essere trasformato. La società Cyrkl pensa proprio a questo, e si pone il nobile obiettivo di utilizzare in modo alternativo alcuni tra i più comuni materiali di scarto.
di Eva De Vecchis
Cyrkl è una società internazionale high tech che si occupa di consulenze focalizzate sulla gestione dei rifiuti in modo circolare. Grazie a soluzioni tecnologiche avanzate come il marketplace di rifiuti più grande in Europa, Cyrkl aiuta le imprese a trasformare i rifiuti in risorse, quindi da costi a guadagni. Grazie al suo marketplace, per la compravendita di scarti industriali, prodotti riciclati, materie prime seconde, sottoprodotti e rifiuti di ogni tipo, le aziende che vogliono acquistare materiali secondari, scarti da riutilizzare o rifiuti da riciclare possono filtrare grazie a Cyrkl le proprie ricerche per località, quantità e tipologia.
Tra questi materiali, c’è anche la sabbia da fonderia usata, quella che si forma nel processo di stampaggio dei metalli e che può essere di diverse qualità. Quando la qualità è inferiore e non consente alla sabbia di essere riciclata, spesso queste sabbie finiscono in discarica e smaltirle in questo modo significa sprecare una preziosa risorsa naturale.
Un altro prodotto riutilizzabile sono i Big Bags. Nonostante questo sia un imballaggio facilmente riciclabile una volta usati nelle fonderie diventano spesso sporchi, polverosi e strappati rendendo molto difficile il loro riutilizzo.
A seconda del loro stato Cyrkl è in grado di trovare le soluzioni ottimali per riutilizzare, riciclare o eventualmente smaltire questo tipo di imballaggio. A parlarne con La Plastica Oggi e Domani è Simone Grasso, Country Manager di Cyrkl.

Simone Grasso, Cyrkl è una piattaforma dedicata al recupero dei rifiuti industriali: quanto tali rifiuti vengono valorizzati (o sottovalutati) dalle industrie italiane? E in che modo rappresentano invece una risorsa da sfruttare?
L’Italia rappresenta la prima tra le principali economie europee, con un quota di riciclo pari al 68% per quanto riguarda l’anno 2021. In confronto a una media europea pari al 35%. Questo di fatto è il panorama che in Cyrkl riscontriamo spesso: le aziende avviano la maggior parte dei propri rifiuti al riciclo, affidandosi spesso alle indicazioni che ricevono dalle aziende che gli gestiscono tali rifiuti. Ciò che manca è una vera propensione verso l’economia circolare: le aziende dovrebbero anzitutto cercare di ridurre ulteriormente la produzione totale di rifiuti, ripensando i propri processi in ottica circolare. In secondo luogo, dovrebbero ricercare maggiormente le soluzioni innovative a minor impatto ambientale e preferirle alla classica opzione di riciclo.
Perché è importante ripristinare gli scarti industriali per aiutare l’ambiente e minimizzare le emissioni di CO2?
Questa domanda è molto interessante, dato che spesso viene dato quasi per scontato che ripristinare gli scarti ambientali sia positivo per l’ambiente ma nessuno si chiede il perché. La maggior parte delle valutazioni in termini di emissioni di CO2 si fanno grazie al concetto di analisi del ciclo di vita di un prodotto, che considera impatti ed emissioni in ciascuna fase, dall’estrazione delle risorse al fine vita. La fase di produzione rappresenta spesso un picco importante per tanti prodotti, nonostante anche l’estrazione, i trasporti tra una fase e l’altra e la gestione del fine vita non siano da meno. Allungando la vita dei prodotti o ridando loro nuova vita tramite riutilizzo o riciclo, si evita che queste emissioni avvengano nuovamente ma si può beneficiare di quel prodotto o di quei materiale a un costo ambientale più basso. Certe volte non ci rendiamo conto di quanto costi al pianeta l’utilizzo di un bicchiere di plastica usa e getta e come questo tantissimi altri oggetti.

La sabbia da fonderia è uno dei tanti scarti industriali che non devono essere sprecati. Perché è un materiale prezioso e in che modo può essere riutilizzato?
Abbiamo studiato circa un anno fa per una fonderia Slovacca la possibilità di riutilizzare proprio le sabbie da fonderia. Fino ad allora l’azienda le considerava un rifiuto, di cui tra l’altro ne possiede una cospicua quantità. Date le note problematiche con l’uso delle sabbie a livello globale e data la domanda crescente di sabbia, ci sembrava ancor di più uno spreco destinare queste sabbie in discarica. Dopo diversi test e certificazioni e dopo aver trovato una controparte interessata a riutilizzare questo materiale, siamo riusciti a classificarla come sottoprodotto. Adesso viene utilizzata come additivo nei materiali da costruzione.
Il riuso della sabbia potrebbe rappresentare una materia prima secondaria per altri tipi di produzione (mi viene in mente il settore della ceramica, dei laterizi e del vetro)?
Fatte le dovute analisi, risulta spesso essere un inerte naturale. Quindi certo, l’applicazione nel settore della ceramica, laterizi, vetro risulta tra i più comuni. Inoltre, si usa anche nei cementifici o per creare sottofondi stradali. A inizio Marzo 2022 la regione Lombardia ha emanato una delibera con delle linee guida per la gestione delle terre di fonderia di metalli preziosi. Questo sta permettendo a noi e a diverse fonderie di abbattere notevolmente costi e impatti ambientali. Le linee guida forniscono chiarezza in un mondo, quello dei rifiuti, in cui le aziende temono spesso di avere delle ricadute penali per errori di gestione. Queste, assieme al supporto di persone competenti, stanno facilitando l’economia circolare.

C’è un altro prodotto utilizzato all’interno delle fonderie, si tratta delle Big Bags, imballaggi in plastica che possono sporcarsi o rovinarsi. Come sfruttare questi prodotti?
Le Big Bags sono imballaggi in plastica in realtà molto comuni in tanti contesti. Si tratta di sacconi di polipropilene che servono per trasportare o stoccare ingenti quantità di rifiuti o prodotti. In certi casi vengono utilizzati anche per il trasporto di prodotti alimentari quali, ad esempio, amido, aromi, cacao o caffè. Chiaramente, quando a scopo alimentare, non possono essere utilizzati più di volta, nonostante non si rovinino per molteplici usi. Questo è il caso in cui Big Bags food grade vengano vendute ad altre aziende che non hanno alcun vincolo nell’utilizzare sacconi di nuova fattura. Finché puliti, non strappati e mantenuti in buone condizioni, le aziende continuano a venderne e comprarne grandi quantità – spesso ci capita proprio su Cyrkl. Quando i sacchi si deteriorano, invece, rientrano nel circuito del riciclo del polipropilene. Anche in questo caso, il nostro marketplace può essere il luogo adatto per trovare dei riciclatori.
Partendo dall’esperienza di Cyrkl, pensa che le aziende italiane siano pronte per un futuro basato sul recupero e sullo sfruttamento al 100% degli scarti industriali? Ci sono paesi in Europa che fanno del recupero industriale una pratica quotidiana?
Oggigiorno, direi assolutamente no. Persino le aziende che attuano le migliori pratiche hanno enormi margini di miglioramento e tante altre aziende sono distanti anni luce. Sicuramente è la direzione in cui stiamo andando. L’Europa è abbastanza chiara sull’importanza dell’economia circolare nel nostro futuro sostenibile. Questo deve ancora svilupparsi a livello globale e all’interno di ciascun paese probabilmente. In Italia c’è sicuramente un terreno fertile per un futuro circolare, ma ci vogliono tanti incentivi ulteriori e provvedimenti normativi per limitare la produzione di beni altamente inquinanti. Per quanto riguarda la performance italiana rispetto ad altri paesi europei è interessante guardare al Rapporto sull’Economia Circolare 2022 del Circular Economy Network. Se l’Italia spicca per produttività delle risorse e gestione dei rifiuti, paesi come la Francia mostrano tassi di riutilizzo parecchio più elevati.
Se in Italia ciascun’azienda dotata di scarti industriali optasse per un riutilizzo, cosa cambierebbe a livello ambientale ed economico?
Parlando in termini abbastanza ipotetici, il riutilizzo solitamente permette di valorizzare di più lo scarto che non passa attraverso un processo di riciclo, che tra l’altro comporta costi di energia, emissioni di trasporto e perdita di valore del materiale, ma viene direttamente riutilizzato in un nuovo processo produttivo. I benefici, a livello teorico, sono chiari ed evidenti. Il problema è che non tutti i rifiuti possono essere riutilizzati anziché essere riciclati, e il riutilizzo degli scarti può avvenire solo a certe condizioni precise fissate dalle normative. Ciò che ci auguriamo noi è che tutto ciò possa essere possibile in ogni caso in cui le condizioni dei materiali lo consentano. Lavoriamo quotidianamente per creare un mercato dove si possa trovare un partner per la seconda vita dei propri scarti e ci divertiamo a scoprire le soluzioni innovative sul mercato.