La Subfornitura intervista Plinio Agostoni, Presidente d Confindustria Lecco Sondrio che spiega come la metalmeccanica italiana stia affrontando a testa alta le crisi del presente e di quanto, in un periodo simile, sia fondamentale il sostegno da parte delle Associazioni.
di Eva De Vecchis
Il tessuto industriale radicalizzato, i costi insostenibili delle materie prime e gli attuali problemi che il mondo sta attraversando hanno messo a dura prova il Paese, è per questo che, ancora di più, c’è bisogno di reattività e resilienza da parte delle imprese. A confermarlo è Plinio Agostoni, Presidente di Confindustria Lecco e Sondrio che sottolinea come l’Associazione sia, ora più che mai, “un partner affidabile in ogni ambito nel quale si rendono necessari consulenza e supporto”. Ma il compito è anche delle imprese, chiamate a riscoprire il proprio spirito imprenditivo originario per affrontare e gestire i cambiamenti del presente.
Presidente Plinio Agostoni, come stanno procedendo questi primi mesi alla presidenza di Confindustria Lecco e Sondrio? E quali sono i suoi obiettivi a breve termine?
Ho raccolto la sfida di diventare Presidente dell’Associazione in un periodo particolarmente complesso a livello globale. Se guardiamo al Paese e al territorio sono evidenti i segni lasciati da due anni di pandemia, che hanno avuto un effetto fortemente depressivo per l’economia. Da mesi ormai ci stiamo confrontando con l’impennata dei prezzi di gas ed energia elettrica; un’emergenza iniziata ormai un anno fa che non solo non ha trovato soluzione, ma assume di giorno in giorno caratteristiche sempre più preoccupanti per gli impatti sul sistema produttivo e sulle famiglie. Tutto ciò getta un’ombra di incertezza sul futuro che potrà essere fugata solo con risposte che auspichiamo vengano dalla dimensione europea. In questo quadro, nella veste di Presidente ho indicato come linea guida principale del mio mandato l’idea che Confindustria Lecco e Sondrio debba essere sempre di più “la casa” degli imprenditori, luogo di ascolto e confronto, fondamentale proprio in fasi congiunturali come quella attuale. In termini pratici, vediamo già ora cosa significa dire che la nostra Associazione è e vuole essere la casa degli imprenditori: di fonte alla gravità e alla complessità dei problemi cresce la frequenza dei contatti delle imprese con la struttura. Continua quindi e si intensifica l’impegno dell’Associazione per essere un partner affidabile in ogni ambito nel quale si rendono necessari consulenza e supporto, dalla gestione delle risorse umane al credito fino all’internazionalizzazione e molti altri, senza appunto dimenticare il tema caldo dell’energia.
La pandemia, la guerra, l’aumento dei costi energetici e delle materie prime hanno gettato un’ombra sul futuro dell’industria, quali pensa debbano essere i comportamenti delle industrie per affrontare al meglio questi cambiamenti?
In un contesto estremamente critico il nostro territorio sta per il momento reagendo bene, come confermano i dati relativi al primo semestre 2022. Tuttavia, le criticità del presente determinano grande preoccupazione per i prossimi mesi: senza interventi urgenti in materia di energia – dal tetto europeo al prezzo del gas alle misure di contrasto alle azioni speculative – lo stesso sistema Paese difficilmente potrà continuare a reggere. Anche un tessuto industriale solido e patrimonializzato come quello del nostro territorio è messo a dura prova da costi ormai insostenibili e margini sempre più ridotti. Contiamo ancora una volta sulla sua capacità reattiva e sulla resilienza più volte dimostrata: in attesa di misure concrete da parte delle Istituzioni le imprese non faranno di certo mancare il proprio impegno per traghettarci fuori da questo periodo buio continuando, come sempre hanno fatto, ad innovare e investire, mantenendosi competitive anche sui mercati internazionali e guardando con impegno crescente alla sostenibilità.
La zona in cui opera Confindustria Lecco e Sondrio è un centro nevralgico per il settore delle lavorazioni meccaniche. Cosa lo rende tale e quali sono le caratteristiche delle aziende in quest’area produttiva?
Le filiere della meccanica e della meccatronica sono fiori all’occhiello del nostro territorio e portano avanti una tradizione di eccellenza che viene da lontano. Oggi i punti di forza sono quelli ai quali accennavo: la capacità di innovare processi e prodotti, gli investimenti nelle tecnologie, la propensione a guardare con interesse ai mercati internazionali senza timore di confortarsi con “i campioni” di altri Paesi. Qui le imprese più strutturate trovano una rete di partner e fornitori altrettanto eccellenti. Qui si è sviluppato un grande know-how che è patrimonio del territorio anche se, come molti altri distretti, soffriamo della mancanza di un numero sufficiente di giovani che vogliano raccogliere il testimone da chi sinora ha collaborato con le nostre imprese e accettare la sfida di contribuire ai processi di innovazione che vanno sempre più veloci.
Anche l’export ha un ruolo fondamentale per l’area del lecchese. Qual è la situazione attuale?
La leva dell’internazionalizzazione è da tempo uno dei nostri maggiori punti di forza. Basti dire che, secondo l’ultima indagine del nostro Centro Studi basata su un campione di imprese associate, la quota di fatturato realizzato dalle aziende lecchesi e sondriesi oltre i confini nazionali si attesta, tra gennaio e giugno 2022, ad oltre il 32% del totale.
Cosa si sentirebbe di consigliare a un giovane desideroso di entrare nel mondo industriale?
Per una serie complessa di motivi, registriamo ormai da tempo la mancanza di un numero adeguato di persone, rispetto alle richieste delle imprese, con competenze adeguate a tecnologie sempre più avanzate. Inoltre ci interfacciamo con un mercato del lavoro che ha mutato i suoi paradigmi e non è più job driven ma è candidate driven, e vede le esigenze dei candidati dettare sempre di più i termini della contrattazione. Come dicevo la questione dello strabismo fra domanda e offerta di competenze è molto complessa e, non a caso, il vasto ambito dell’education è al centro del mio mandato. Questo premesso, ai giovani voglio dire che non sono solo le imprese ma è tutto il Paese ad avere bisogno di persone, e giovani in particolare, guidate da uno spirito imprenditivo e mi auguro che, come sistema Paese, possiamo stimolare l’insorgere nelle ragazze e nei ragazzi del desiderio di essere attori principali della propria vita realizzando qualcosa di positivo per sé e per gli altri, anche entrando da protagonisti nelle nostre industrie.
A che punto è il ruolo della sostenibilità nelle industrie del lecchese e quanto c’è ancora da lavorare sui temi green?
Il tema della sostenibilità è un altro aspetto centrale in sé e non solo per quanto è, o sarà in futuro, imposto dalle leggi o richiesto dal mercato. Sicuramente ogni impresa è chiamata a impegnarsi su questo fronte. Per alcuni potrà essere la conferma di un atteggiamento già presente in azienda, che va però ripreso con maggiore consapevolezza, va normato, documentato e fatto diventare oggetto di una progettualità dinamica e sistematica. Per altri potrà significare un cambio di mentalità piccolo o grande. Ma in ogni caso deve essere il modo in cui si concepisce e gestisce l’impresa.
Infine, quali sono i suoi obiettivi a lungo termine nel ruolo di presidente e cosa si augura per il settore delle lavorazioni meccaniche?
Guardando all’orizzonte futuro e a confronto con la gravità dei problemi attuali, sono convinto che siamo chiamati a riscoprire quella scintilla che si è accesa nel nostro cuore e nella nostra mente o in quella dei nostri padri, o nonni, che con il tempo è diventata un’impresa, piccola o grande, ma sempre bella. Mi auguro questo per le imprese del settore metalmeccanico, tanto presenti sul nostro territorio, e per tutte le realtà che compongono il nostro sistema produttivo. Credo che richiamarci allo spirito imprenditivo originario sia fondamentale per affrontare e gestire volgendoli a nostro favore questi tempi di grandi cambiamenti.