Eural Gnutti: Innovazione continua nelle leghe lead free

Eural Gnutti

Dallultimo trimestre 2020 Eural Gnutti vive una fase di intensa crescita, grazie anche al rimbalzo della produzione industriale e alle misure anti-dumping della UE. E conferma il suo ruolo di riferimento nello sviluppo e produzione delle leghe senza piombo.

di Eva De Vecchis

Il 2020, anno del lockdown più duro, è andato bene per Eural Gnutti, azienda di riferimento mondiale nella produzione di semilavorati in alluminio, che non ha subito cali consistenti. Dall’ultimo trimestre dello scorso anno la crescita è stata sostenuta grazie a fattori quali gli investimenti messi in campo da Unione Europea e Stati Uniti per affrontare la crisi, e le misure anti-dumping su estrusi di alluminio provenienti dalla Cina; anche in termini di quantitativo venduto i risultati di Eural Gnutti sono stati ottimi, anche alla luce dei tempi di consegna garantiti. Ciò che invece deve essere tenuto sotto controllo sono i costi in crescita costante. Così spiega Giorgio Di Betta, direttore commerciale Eural Gnutti a La Subfornitura, evidenziando un periodo di forte incertezza dovuta alle tante e discordanti decisioni portate avanti dalla Commissione Europea sulle misure anti-dumping e sulla limitazione del piombo nelle leghe in alluminio. Eppure, l’azienda va avanti con nuovi prodotti lead free e un aumento del 10% delle assunzioni. 

Giorgio Di Betta, direttore commerciale Eural Gnutti

Nel corso del 2020 la vostra azienda è stata quasi sempre operativa e avete superato bene il periodo del lockdown. Adesso che la situazione è  cambiata, come procede per voi?

L’anno scorso è andato meglio del previsto. Il lockdown ci ha colpiti in maniera parziale e abbiamo chiuso solo per una settimana, il tempo di prendere coscienza di ciò che stava accadendo e organizzarci. Dall’ultimo trimestre dell’anno scorso siamo di fronte a una crescita importante che dipende da vari fattori: in primo luogo dal rimbalzo dopo il periodo di crisi; poi dalla politica di finanziamenti intrapresa da UE e USA, che ha fatto ripartire intensamente la produzione industriale; infine, e questo è un elemento per noi fondamentale, sono entrate in funzione le misure anti-dumping per i prodotti estrusi originari della Cina così che il prodotto cinese ha diminuito le vendite sul mercato europeo. 

Un altro punto importante è quello che riguarda la logistica. I costi di logistica soprattutto sull’import-export di container sono aumentati in modo esponenziale il che rappresenta una importante barriera per l’arrivo di prodotti dal lontano Oriente. 

In conclusione, i risultati in termini di quantitativo venduto sono ottimi visti i tempi di consegna che abbiamo garantito. Ciò che invece deve essere tenuto sotto controllo sono i costi che continueranno a crescere anche in futuro. Noi abbiamo fatto i nostri calcoli e senz’altro l’azienda avrà maggiori ricavi in valore assoluto rispetto all’anno scorso, visto che il quantitativo è maggiore, ma se dovessimo considerare i margini per chilo di quest’anno rispetto al 2020 allora siamo in difetto.

Lautomotive sembrava aver superato il momento più difficile, ma gli ultimi dati tornano a essere preoccupanti. Qual è la sua analisi del settore, così importante per le vostre leghe, e come Eural Gnutti sta affrontando queste dinamiche?

Il rallentamento del settore automotive sembra incredibile: poco più di un mese fa avevamo clienti che lavoravano sette giorni su sette con tre turni al giorno generando una capacità produttiva completa e senza pause; adesso invece alcuni dei nostri clienti del settore hanno iniziato a optare per rimuovere i turni nel week end e addirittura ricorrere alla cassa integrazione. Si è passati quindi dall’eccesso produttivo ad una frenata violenta, dovuta alla mancanza di microchip che ha portato molte aziende del settore automotive a chiudere. Dal nostro punto di vista questa situazione ha un’influenza per ora marginale, trattandosi dell’unico settore che ha rallentato. In conclusione, la sfida resta sempre quella di contenere i costi cercando di fare contratti intelligenti e in grado di salvaguardare il valore del nostro lavoro, ma dovremo saper prendere anche dei rischi.

Eural Gnutti
L’alluminio è un materiale leggero, riciclabile e con caratteristiche elevate, un materiale che risponde perfettamente alla sempre più fondamentale richiesta di un mondo ecologico che si basa sull’economia circolare

Le vostre più recenti leghe senza piombo ad alta lavorabilità stanno dando i risultati che vi aspettavate? State sviluppando ulteriori novità su questo fronte? 

Per il discorso del senza piombo noi siamo in prima linea perché abbiamo la lega 6026 LF (lead free): un prodotto innovativo ideato e sviluppato dai laboratori di ricerca Eural Gnutti per soddisfare i più recenti standard ambientali, eliminando il piombo. Questa lega ha avuto un grande successo e la stanno utilizzando i più grandi gruppi automotive dall’Europa all’America, fino all’Oriente. A questa si aggiunge la lega 2033, tra le migliori per lavorabilità su torni automatici ad alta velocità. Quest’ultima può sostituire la 2011 e la 2007 e anche questa lega sta avendo un grande successo soprattutto in Europa e negli Stati Uniti. Infine, stiamo terminando una nuova lega, la 2077, nata anche questa senza piombo ma con caratteristiche meccaniche superiori alla 2024. Questa lega creerà un nuovo mercato, quello delle leghe dure con caratteristiche meccaniche elevate e con lavorabilità eccezionale. C’è voluto molto per portarla a termine, entro l’anno la lanceremo sul mercato. Con queste tre leghe possiamo dire che copriamo tutti i settori del mondo senza piombo: siamo probabilmente l’azienda che per prima e più di tutte ha spinto su questo fronte.

Cosa ne pensa delle nuove direttive della Commissione Europea sulla limitazione nellutilizzo del piombo?

Il discorso del piombo è molto delicato. Attualmente siamo in ballo con la RoHS, la direttiva della Commissione Europea che prevede la limitazione di utilizzo di piombo nei prodotti elettrici, elettronici e medicali, e che dovrebbe subire delle modifiche. 

La Commissione Europea aveva dato indicazioni affinché il piombo fosse limitato all’interno delle leghe in alluminio allo 0,1% in peso, sospendendo l’esenzione 6B che concedeva l’utilizzo del piombo fino allo 0,4% e che sarebbe dovuta scadere il 18 maggio del 2021. Poiché alcune aziende hanno richiesto la proroga di questa esenzione, la Commissione Europea ha sospeso il termine di scadenza valutando invece un’alternativa che sarebbe dovuta arrivare entro l’estate. Ancora non sappiamo cosa accadrà ma se sceglieranno di tornare sui loro passi, allora nel giro di un anno il mondo dell’alluminio dovrà tornare a quel massimo dello 0,1% di piombo all’interno delle proprie leghe.

REACH è un’altra direttiva europea, che riguarda la registrazione, valutazione e autorizzazione delle sostanze chimiche nocive e, anche in questo caso, la Commissione Europea sta ridiscutendo sul tema piombo, minacciando di ridurlo ad un livello inferiore allo 0,025% ma si parla addirittura di 0,0025%, rischiando così di ottenere l’effetto contrario. Infatti, finché un elemento è tossico (come viene considerato il piombo) e per questo motivo ne viene limitato l’utilizzo allo 0,05%, le aziende possono comunque riciclare il rottame esistente, diluendolo con alluminio primario, entrando così nel mondo della sostenibilità e dell’economia circolare, vero e proprio mantra da parte della Von Der Leyen. Se però il valore viene ridotto ulteriormente, allo 0,025% o ancora peggio, allo 0,0025%, sarebbe impossibile per noi riciclare generando invece un quantitativo notevole di immondizia: quasi tutto l’alluminio infatti contiene tracce di piombo. Se dunque con la ROHS si discuteva di un margine dello 0,10% e dunque dei valori che avrebbero consentito un più facile riciclo e una più facile diluizione, adesso invece la direttiva REACH rischia quasi di tagliare il mondo del riciclo. Ci auguriamo dunque che la Commissione Europea non sia spinta da eccessi ecologisti che rischiano di sortire l’effetto contrario, che sarebbe letteralmente devastante.

Eural Gnutti
La sfida resta sempre quella di contenere i costi cercando di fare contratti intelligenti e in grado di salvaguardare il valore del nostro lavoro, ma dovremo saper prendere anche dei rischi

E per quanto riguarda la decisione da parte della Commissione Europea di sospendere le misure anti-dumping su alcune produzioni di laminati di alluminio originari della Cina?

La Commissione Europea sta sospendendo le misure anti-dumping per i laminati che sarebbero invece diventate attive a ottobre 2021, ma che sono state sospese in tutta fretta ad agosto scorso. Noi di Eural Gnutti la riteniamo una decisione negativa per l’industria perché se le misure anti-dumping sono continuative noi possiamo fare un ragionamento a lungo termine sugli investimenti, la crescita e le assunzioni, ma se vengono inserite e poi tolte per noi è un danno. 

Come industria riteniamo sia incredibile che si aprano ancora le porte al produttore cinese che ha forti strutture di sovvenzione statale alle spalle e può entrare in Europa mettendo i suoi prodotti sotto costo, e dunque danneggiando l’industria del nostro continente. A nostro parere la Commissione Europea non ha considerato il vero problema dell’alluminio con sufficiente approccio scientifico. Intanto, non penso sia serio prendere decisioni in tutta fretta durante il mese di agosto; in secondo luogo non hanno valutato la scarsità di materie prime dell’Europa. Da molto tempo la UE non ha una politica energetica e visto che per produrre l’alluminio primario serve una grande quantità di energia elettrica, i mercati più convenienti sono diventati altri come la Russia, la Cina o il medio oriente , dove questa risorsa ha costi più bassi. Tutto ciò ha portato produttori di alluminio primario ad allontanarsi dall’Europa, che è quindi rimasta in forte deficit. Oggi il problema è la scarsità di prodotto primario, soprattutto a causa di una Cina che si è trasformata da grosso venditore a grosso consumatore. Se in Europa ci fosse più disponibilità di primario e secondario, ci sarebbero più disponibilità anche di semilavorati: questo è il vero problema.

Quali numeri prospettate per la fine dellanno?

Quest’anno andrà sicuramente bene. Abbiamo volumi mai raggiunti negli anni precedenti e la crescita in termini di assunzioni è aumentata del 10%. L’anno prossimo dovremo fare il possibile per controllare la forte tendenza al rialzo dei costi, facendo in modo di non perderci. Indubbiamente saranno anni di grande lavoro anche per sfruttare al massimo le grandi virtù dell’alluminio che è un materiale leggero, riciclabile e con caratteristiche elevate, un materiale che risponde perfettamente alla sempre più fondamentale richiesta di un mondo ecologico che si basa sull’economia circolare. 

Share Post