Univa: “siamo pronti a far tornare a volare Varese”

Roberto Grassi, presidente Univa

Una fotografia scattata attraverso il paper intitolato “Provincia di Varese in cifre: punti di forza e punti deboli”, realizzato dall’Ufficio Studi dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese. Analisi che ha fatto da base e ispirazione ai passaggi chiave della relazione del Presidente di Univa, Roberto Grassi, all’Assemblea Generale 2021 tenutasi all’Hangar Sea Prime di Malpensa. 

Da una parte i punti di forza: la quarta posizione nella classifica provinciale sul numero di addetti impiegati in settori altamente tecnologici; la forte propensione all’export (per un valore pari al 40,8% del valore aggiunto prodotto, contro una media lombarda del 36,1% e quella nazionale del 30%); la spiccata vocazione manifatturiera testimoniata da un’elevata densità imprenditoriale (6,8 imprese manifatturiere per Km2 contro le 3,8 della media lombarda e l’1,6 di quella italiana) e una percentuale di valore aggiunto manifatturiero sul totale delle attività economiche locali pari al 27,5% (superiore sia alla media lombarda del 20,5%, sia italiana del 16,7%); la multi-distrettualità che trova specchio nei primi posti a livello nazionale in termini di forza lavoro impiegata in 30 nicchie produttive di eccellenza (8 delle quali da podio); un’elevata ricchezza con un patrimonio pro-capite superiore ai 181mila euro contro una media nazionale di 157mila; una forte infrastrutturazione garantita dalla presenza sul territorio dell’aeroporto di Malpensa e dei terminal intermodali. 

Dall’altra i punti di debolezza: la bassa percentuale di imprese che investono in tecnologie digitali (34esimo posto nella classifica delle province in Italia); la perdita di velocità dell’export rispetto al trend nazionale; il ridimensionamento della pur alta incidenza della manifattura sull’economia in termini di valore aggiunto e, su questo fronte, la conseguente perdita per Varese di 4 posizioni nella classifica nazionale negli ultimi 10 anni (dall’ottavo posto del 2007 all’attuale 11esimo); la smagliatura di alcune filiere produttive come quella del tessile e abbigliamento che tra il 2001 e il 2018 ha perso il 57% degli addetti; la discesa di 14 posizioni nella classifica provinciale del valore aggiunto pro-capite; una dotazione infrastrutturale densa ma con le criticità rappresentate dal futuro di Malpensa e dalla congestione della rete autostradale; il progressivo invecchiamento della popolazione e il trend demografico con un calo delle nascite pari al -26% rispetto a quelle del 2009.

“Stare fermi, rimanere chiusi nei nostri confini, bearci del benessere dell’oggi rischia di renderci ciechi verso il futuro. Niente di più pericoloso”, ha affermato Roberto Grassi: “È questo realismo che ci suggerisce di non nascondere debolezze e difficoltà, ma nello stesso tempo di affrontare la complessità e valorizzare concretamente i punti di forza. La realtà è sempre una medaglia a due facce”.

Oggi più che mai, secondo il presidente di Univa, è necessaria un’analisi schietta e sincera, sapendo che Varese ha tutte le carte in regola per confermare i propri storici primati: “L’obiettivo di Varese deve essere quello di confermarsi tra i motori industriali d’Europa e di correre al pari o di più degli altri. Per far questo abbiamo bisogno di condividere un’identità di territorio, basata sui nostri punti di forza. Un’Identità che deve essere inclusiva di tutti i settori che, però, non può prescindere dalla eccezionale vocazione manifatturiera della nostra provincia. In ciò superando le narrazioni negative e i pregiudizi anti-industriali. Vogliamo consolidare le basi per un territorio che sappia cogliere il meglio della modernità”.

L’appello a politica e parti sociali di Grassi è che, facendo perno su asset strategici come l’aeroporto di Malpensa intorno al quale costruire una Zona Logistica Semplificata, serve costruire “un Piano di sviluppo del territorio. Unico. Che veda la collaborazione di tutti. Che sia capace di valorizzare le diverse specificità. Che vada in un’unica direzione”. Puntando su poche parole chiave: connessione, sostenibilità, attrattività, innovazione, dinamismo.

“La dimensione municipale è sicuramente importante, ma ancora più importante sarebbe allargare l’orizzonte, ricostruire una visione unitaria della realtà della provincia. Superando divisioni e querelle interne”, ha spiegato Grassi. “Superando i confini strettamente amministrativi, all’interno della provincia ed oltre. In nome di una visione che non può essere ingabbiata in frontiere troppo strette. Ciò è vero soprattutto in una dimensione policentrica come la nostra dove appare fondamentale un progetto unitario, un cammino condiviso, al di là delle bandiere partitiche, magari attraverso forme innovative di consultazione e collaborazione tra le città”. Non solo tra quelle del Varesotto. Grassi guarda, citandole, alle vicine realtà di Arexpo a Milano, ComoNext, Kilometro Rosso a Bergamo. Alle sinergie che si possono creare con le due Università del territorio e con il centro di ricerche europeo Jrc di Ispra. 

“Non dimentichiamo che la conoscenza – sottolinea Grassi – non ha confini. Viaggia con le idee e con i giovani. Quelli dell’autoreferenzialità e del provincialismo sono lussi che non ci possiamo permettere. Oggi più che mai. L’ambizione di correggere la lenta deriva a cui saremmo destinati accontentandoci del qui ed ora passa da una visione alta di futuro. Nessuno può essere da solo portatore di una tale visione. Servono fedeli compagni di strada. Capaci di ragionare non su una scala di interesse di parte, ma territoriale”.

 

Share Post