Ripartire dall’Italia migliore

metalmeccanica

Le imprese italiane stanno risentendo della crisi energetica e delle incertezze del presente. Per questo è importante ripartire dalle grandi potenzialità del nostro Paese e insistere sulle direttrici strategiche più importanti tra cui innovazione, ambiente e nuove tecnologie.

 

di Eva De Vecchis

Per usare le parole di Stefano Franchi, direttore generale Federmeccanica, “siamo sempre in bilico tra possibilità di ripresa e probabilità di crisi”. Questo perché oggi non ci sono certezze ed è complicato interpretare dei dati che riferiscono lievi miglioramenti rispetto al trimestre scorso, mentre dietro l’angolo si nascondono vecchie e nuove difficoltà che rendono faticosa la crescita. Le attese delle imprese metalmeccaniche sono fortemente condizionate dalle conseguenze economiche e umanitarie del conflitto russo-ucraino che ha inasprito la spirale dei prezzi dei prodotti energetici e delle materie prime oltre alle difficoltà di approvvigionamento. Ci sono dei dati, come quelli della 162ª edizione dell’Indagine congiunturale di Federmeccanica sull’industria metalmeccanica, che parlano di livelli di produzione sostanzialmente in linea con i risultati raggiunti nei mesi immediatamente precedenti lo scoppio della pandemia. Purtroppo però, il 53% delle imprese partecipanti all’indagine sta risentendo degli effetti del conflitto russo-ucraino: il 60% prevede una contrazione dell’attività produttiva, mentre il 4% corre il rischio di doverla interrompere.

Anche l’Assemblea Generale 2022 di Federmeccanica ha portato dei numeri e segnalato delle incertezze sul futuro e sull’Italia che è diventata centro del dibattito. Un Paese declinato nelle sue direttrici strategiche più importanti: Innovazione, Tecnologia, Ambiente, Lavoro, Impresa e Alleanza. L’appello più urgente arriva dal Presidente di Federmeccanica Federico Visentin “Fate presto!”, perché la crisi energetica sta dando i suoi frutti: più del 60% delle imprese italiane perde ricchezza e la grande maggioranza è costretta a riorganizzarsi o a sospendere l’attività produttiva, numeri questi che sono destinati a peggiorare. Parte da qui l’importanza di tornare ai fondamentali e ripartire dall’Italia, un popolo capace sia di toccare i vertici in ogni campo ma anche di perdersi nella sua “comfort zone”.

Qualcuno, però, sta rispondendo. Nel 2022 il rincaro dei prodotti energetici nel nostro Paese ha raggiunto proporzioni senza precedenti con riflessi importanti sulla situazione economica e la competitività. Le imprese lombarde confermano che la situazione è critica, ma stanno già compiendo degli sforzi straordinari, fino a produrre la notte, durante il fine settimana o nei periodi meno costosi energeticamente per mantenere le quote di mercato in accordo con i propri lavoratori. E mentre l’Europa sembra non decidere nulla, la cosa migliore è attrezzarsi da soli.

Tra l’altro non bisogna scordare che l’Italia possiede immense potenzialità e che ha dimostrato di saperle sfruttare. Per esempio, e per ricordarci sempre che ci sono anche delle buone notizie, il nuovo rapporto mondiale sulla robotica mostra che le installazioni di robot in Italia sono aumentate del 65% raggiungendo le 14.083 unità nel 2021, l’anno di maggior successo nella storia del Paese. L’Italia è il secondo mercato di robot più ampio in Europa dopo la Germania. Non è un dato che fa la differenza ma di fronte a un futuro incerto e imprevedibile è necessario mantenere la lucidità su alcune sicurezze, invece di focalizzarsi solo su ciò che non funziona. Altrimenti il rischio è quello di fermarsi invece di credere che, in un futuro non troppo lontano, l’Italia possa riprendere da dove ha lasciato e magari ricominciare da nuove consapevolezze, nuovi modi di fare impresa che prima non erano neppure concepibili, mentre domani potrebbero rappresentare la solida base per un futuro diverso e, perché no, anche migliore.

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