Monza seconda provincia in Lombardia per investimento delle imprese in R&S

Assolombarda

Il tessuto economico e produttivo della provincia di Monza e della Brianza si conferma reattivo e competitivo, tanto che il 75% delle imprese prevede di chiudere l’anno in corso con un aumento del fatturato rispetto al 2021. Anche nell’attuale difficile congiuntura economica, il territorio continua ad affermare, sia a livello regionale che nazionale, la sua vocazione di manifattura innovativa. Monza, infatti, è la seconda città lombarda dopo Milano per investimento delle imprese in ricerca e sviluppo, più di Bergamo e Brescia insieme. Le 800 maggiori imprese che rientrano nella classifica Top hanno ricavi riferiti al 2021 che vanno da un minimo di 10,2 milioni a un massimo di 4,7 miliardi di euro, totalizzando un fatturato complessivo che raggiunge i 60,3 miliardi. La classifica è ricca di record: ben il 92% delle imprese sono in utile nel 2021, il ROE mediano è eccezionale e pari al 12,4%. Più della metà del fatturato delle 800 imprese si concentra nei primi cinque centri ovvero Monza, Vimercate, Agrate Brianza, Cesano Maderno e Lissone.

Sono queste le principali evidenze dell’edizione 2022 di TOP500+, il progetto di ricerca e di analisi economico-finanziaria delle 800 maggiori imprese per fatturato, realizzato dal Centro Studi di Assolombarda e promosso in collaborazione con PwC Italia e con il sostegno di Banco BPM.

“Il territorio di Monza e Brianza costituisce uno dei distretti manifatturieri più importanti d’Europa: un’area che insieme a Milano, Lodi e Pavia costituisce il traino dell’economia italiana”, ha dichiarato Alessandro Spada, Presidente di Assolombarda. “Qui operano moltissime eccellenze i cui punti di forza sono innovazione e “saper fare”. Queste realtà vanno sostenute dalle istituzioni attraverso la creazione delle migliori condizioni per aumentare competitività e attrattività. In questa direzione, oltre a concentrare gli sforzi nel breve termine per contrastare il caro energia, occorre sviluppare una vera politica che punti all’indipendenza energetica del Paese grazie all’uso, senza pregiudizi, del mix di fonti ritenute pulite dall’Unione Europea. Inoltre, è fondamentale intervenire sulle infrastrutture, realizzando una rete di trasporto pubblico capillare e strutturata, per ridurre il traffico e rendere più connesso il territorio: mi riferisco, ad esempio, al prolungamento della M5 fino a Monza e della M2 verso Vimercate”.

Nel 2021 le imprese manifatturiere del territorio hanno recuperato i livelli di attività prepandemici e hanno registrato un rimbalzo della produzione prossimo al +14% rispetto al 2020, quando era crollata del -8%.

Grazie alla capacità di intercettare prontamente la buona dinamica del commercio mondiale nel 2021 l’export ha raggiunto un nuovo record, con 10,6 miliardi di euro di vendite estere, in crescita del +17,9% rispetto al 2020 e del +10,2% rispetto al 2019.

Nel 2022 il manifatturiero brianzolo ha visto un primo trimestre ancora in sostenuta progressione e un secondo in aumento seppur con una intensità inferiore rispetto ai periodi precedenti. I livelli produttivi sono così risultati maggiori di quelli pre pandemia del +13,1%. Nei primi sei mesi dell’anno le imprese monzesi hanno registrato anche un nuovo massimo di export pari a 6,4 miliardi di euro, con un incremento trainato soprattutto dai metalli (+23,5% l’export tendenziale nel secondo trimestre 2022), dalla chimica (+18,8%), dalla farmaceutica (+18,5%), dai mobili e altro manifatturiero (+13,6%). In flessione la meccanica (-5,2%) e l’automotive (-3,7%), unico comparto ancora in divario rispetto al 2019.

Negli ultimi mesi la crisi energetica più tangibile e la fiducia degli operatori in calo hanno indebolito la crescita globale. Un’incertezza che alimenta i rischi al ribasso anche per l’attività economica di Monza in queste ultime settimane del 2022 e nell’avvio del 2023.

“I dati del Centro Studi di Assolombarda evidenziano la dinamicità e la solidità delle nostre imprese che hanno tenuto nonostante il rallentamento dovuto all’instabilità del contesto internazionale e all’accelerazione dell’inflazione”, ha sottolineato Giovanni Caimi, Presidente della Sede di Monza e Brianza di Assolombarda. “Il tessuto produttivo del territorio non ha mai smesso di Investire in innovazione attraverso la ricerca e lo sviluppo di processi sempre più tecnologici. Un’evoluzione che permette alle nostre imprese di competere sui mercati internazionali ma che spesso non è supportata da competenze adeguate. Alle nostre aziende servono professionalità specializzate che difficilmente riescono a reperire nel mercato del lavoro. Un divario tra domanda e offerta che può essere colmato da un’accelerazione verso percorsi formativi più legati ai nuovi trend produttivi, progettati in sinergia con le imprese e che sappiano intercettare i cambiamenti conseguenti alla transizione digitale in corso”.

Il PIL dell’economia monzese, grazie ai rimbalzi del valore aggiunto del +7,3% nel 2021 e del +2,5%, nel 2022 recupererà il pesante -8,6% segnato nel 2020 durante la recessione pandemica. Se guardiamo a quello della Lombardia, l’orizzonte del recupero coincide, ma l’intensità è minore: il PIL provinciale, alla fine di quest’anno, si attesterà a +0,6% rispetto al 2019, quello regionale a +1,8%. Il manufatturiero brianzolo ha recuperato i livelli pre covid già nel 2021 e nel 2022 si è ulteriormente rafforzato: valore aggiunto a +1,3% in provincia quest’anno rispetto al 2019, rispetto al -0,2% in regione. I Servizi e il Commercio a fine 2022, invece, registrano ancora un gap: valore aggiunto a -1,6% in provincia rispetto a +1,0% in regione. Nel 2022 anche l’occupazione di Monza e Brianza ci si attende torni sopra i livelli del 2019, con +4 mila unità.

Dopo un 2022 positivo e di ritorno sopra ai livelli antecedenti la pandemia, le previsioni per il 2023 sono in peggioramento. A Monza e Brianza il PIL è stimato calare del -0,4% il prossimo anno, come risultato di una contrazione del valore aggiunto sia dell’industria (-1,2%) sia dei servizi (-0,5%) sia dell’agricoltura (-9,2%) a fronte di un aumento delle costruzioni (+4,2%). Le attese per il territorio sono più negative rispetto a quelle per la Lombardia, dove è prevista una crescita del +0,3%. L’economia brianzola risente maggiormente del rincaro degli input produttivi e del rallentamento internazionale. Risultano stazionarie invece le stime riferite all’occupazione provinciale.

“Banco BPM è orgogliosa di essere al fianco di TOP 500 anche quest’anno. È per noi una manifestazione prestigiosa che premia le migliori aziende del territorio, un importante momento di dialogo e di confronto con il tessuto economico locale”, ha spiegato Luca Manzoni, responsabile Corporate di Banco BPM. “Nonostante il momento complesso, siamo fiduciosi: nei primi nove mesi dell’anno, infatti, i nostri finanziamenti alle imprese corporate dell’area di Monza e Brianza sono cresciuti del 15%. Questo rimane uno dei territori più dinamici d’Italia, dove abbiamo una quota di mercato del 12,13%, dato che conferma la nostra leadership, frutto sia di un rapporto privilegiato con la clientela sia della capacità delle nostre strutture di venire incontro alle sue necessità. A Monza abbiamo diverse strutture dedicate allo sviluppo del business: le filiali, un centro corporate e, da quest’anno, 4 nuovi centri imprese, con circa 50 professionisti dedicati esclusivamente alla gestione delle aziende corporate e delle PMI di questo importante territorio. Oltre ai fondamentali servizi tradizionali di commercial banking, Banco BPM offre anche quelli più sofisticati di investment banking, di supporto all’internazionalizzazione, di finanza strutturata per la crescita e lo sviluppo delle nostre aziende ed eccellenze”.

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