Industria veneta: brevetti al top anche nel 2020
La rapidità con cui la scienza ha sviluppato i vaccini contro il Covid dipende anche da loro. I diritti di proprietà intellettuale garantiti da brevetti, marchi, disegni e copyright sono un pilastro dell’economia che consente di proteggere le idee, le opere e i processi frutto di innovazione, promuovere la ricerca, gli investimenti e l’impegno personale, assicurando un vantaggio competitivo a chi li ha ideati. Un motore di sviluppo dell’industria, non solo dei servizi. La proprietà intellettuale: risorsa per la ripartenza, è stato anche il motto del ciclo di webinar organizzato da Assindustria Venetocentro in collaborazione con Indicam, associazione per la promozione dei diritti di proprietà industriale e la lotta alla contraffazione.
Nell’anno della pandemia, richieste e concessioni di licenze non si sono fermate: l’Italia è al 5° posto nell’Ue per brevetti depositati presso l’Ufficio Europeo dei Brevetti (3.813, +2,7% sul 2020), mentre le domande di brevetto all’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi sono state 54.921. Nel primo trimestre 2021, il miglioramento delle aspettative sul clima economico ha contribuito a far crescere del +0,4% gli investimenti fissi lordi sulla proprietà intellettuale (fonte: Istat).
La tendenza positiva riguarda anche il Veneto, che nel 2020 ha visto 3.175 brevetti rilasciati (+3% sul 2019) a fronte di 3.171 domande depositate, ma anche 4.838 marchi registrati (+24,6%) per 4.780 depositati. Il territorio di Padova e Treviso ha contribuito con 1.074 brevetti rilasciati (+20,1%, pari al 33,8% del totale Veneto) e 1.047 domande di brevetto, 2.266 marchi registrati (+28,8%, il 46,8% del Veneto) e 2.170 depositati.
Il sistema che regola la proprietà industriale, però, presenta ancora ostacoli in termini di accessibilità, protezione, conoscenza. Una situazione che ha spinto il Mise ad avviare una consultazione per la riforma delle regole sulla proprietà industriale, che sarà finanziata nel Pnrr con 30 milioni di euro.