La molla del rilancio

Mollificio Lombardo ha ripreso a crescere rispondendo all’inversione di tendenza dell’industria automotive, fra i suoi principali settori di applicazione. In uno scenario economico in miglioramento, sebbene ancora incerto, la storica azienda continua a investire in tecnologie e formazione dei giovani.

di Alessandro Bignami

La metalmeccanica sta rialzando la testa, grazie soprattutto all’industria automotive, che ha ripreso a correre prima e più velocemente di quanto ci si aspettasse. Lo scenario è però anomalo, a causa dei danni causati dal Covid-19 lungo le filiere produttive internazionali e all’impennata dei prezzi di materie prime e trasporti. È questo il contesto generale in cui si sta muovendo Mollificio Lombardo, che da settembre 2020 ha ricominciato a produrre a pieno regime e ha interessanti prospettive di crescita per il 2021. Abbiamo intervistato Emilio Longoni, Amministratore Delegato dell’azienda di Carvico (BG) che dal 1932 produce componenti elastici in filo e nastro per svariati settori manifatturieri.

Mollificio Lombardo
Emilio Longoni, Amministratore Delegato di Mollificio Lombardo

Come sta andando il settore metalmeccanico dal vostro punto di osservazione?

Una buona parte del mondo della meccanica sta lavorando intensamente. Viviamo una situazione a due facce. Da un lato l’industria sta riprendendo fiato, dall’altro però c’è la pandemia che, per limiti umani e dei governi, non si riesce ancora a gestire. Da settembre 2020 Mollificio Lombardo non ha più fatto ricorso alla cassa integrazione e dall’autunno osserviamo un trend positivo per la metalmeccanica. Un rimbalzo era in parte atteso, ma nessuno si aspettava che venisse generato soprattutto dal settore auto. Sta crescendo velocemente non solo la mobilità elettrica, ma anche la produzione di veicoli tradizionali, quantomeno di alta gamma. Inoltre la ripresa della Cina, il primo Paese a entrare ma anche ad uscire dalla crisi sanitaria, sta avendo un’onda positiva sui produttori di componenti italiani che hanno stabilimenti nello stato asiatico. Ora comincia a crescere anche la componentistica per auto di medio livello. Speriamo solo che il rialzo così improvviso e incalzante del settore non venga seguito da una brusca frenata.

In tale contesto anomalo si colloca anche l’aumento dei prezzi delle materie prime sui mercati internazionali?

La questione sta attraversando tutto il mondo della produzione e non riguarda solo le materie prime, ma anche i semilavorati, i prodotti trasformati, i materiali, i trasporti. Si rischia di subire un’inflazione non sana, cioè non sostenuta da un incremento reale della domanda, bensì da fattori imprevedibili e da scompensi nelle catene di fornitura. Basta pensare alla difficoltà di trovare container da noleggiare o alle spedizioni rallentate quest’inverno per via dei ghiacci nei mari nordici. Da ultimo, si è aggiunto l’ingorgo nel Canale di Suez. I magazzini sono poco guarniti, alcune aziende hanno chiuso: è inevitabile che le filiere produttive siano state messe in forte tensione dal Covid-19, con il risultato di ritardare le consegne. Recentemente, si è guastato il motore di una nostra macchina e abbiamo dovuto attendere 13 settimane il pezzo per la sostituzione, rispetto alle solite due. Però ora il lavoro c’è, gli ordini sono in casa e circola maggiore fiducia. Mollificio Lombardo punta a chiudere il 2021 in modo simile al 2018, con una crescita del volume d’affari a due cifre.

Mollifico Lombardo
Alcuni operatori al lavoro nello stabilimento di Carvico (BG)

Il rialzo dei prezzi riguarda anche i materiali per le vostre lavorazioni?

Sì, in particolare il nichel, l’acciaio inox, l’extra di lega. La preoccupazione è che l’incremento possa scaricarsi a valle deprimendo la domanda del consumatore finale. I mollifici stanno lavorando tanto in questi mesi, ma molti temono un effetto a “elastico”. 

L’anno scorso fu molto critico nei confronti delle istituzioni, giudicando largamente insufficiente il supporto alle imprese. C’è stato un miglioramento con il governo attuale?

No, rimango della stessa idea, le imprese devono ringraziare solo loro stesse. A volte, anzi, mi chiedo come siamo riusciti a reggere all’urto. Le aziende non hanno potuto tergiversare o attendere l’aiuto di qualcuno. Perfino la defiscalizzazione relativa ai dispositivi per la prevenzione del contagio si è rivelata molto meno conveniente rispetto a come era stata annunciata. Questa scarsa chiarezza è la cosa che mi irrita di più. Ma, nonostante tutto, abbiamo continuato a investire, soprattutto in tecnologia.

Avete acquistato nuovi macchinari?

Sì, del resto ogni anno investiamo circa il 15% del fatturato in tecnologia. Nel 2020 non abbiamo fatto eccezioni. Anzi, abbiamo compiuto un grande passo con l’installazione di una stampante 3D per metallo, che non solo ci permetterà di prototipare in brevissimo tempo, ma ci apre fin da subito nuove prospettive commerciali. Ci consente infatti di proporci come service per produrre i campioni di componenti che il nostro interlocutore sottoporrà poi ai suoi clienti. In questo modo allarghiamo le relazioni e creiamo altre opportunità. Abbiamo inoltre acquistato alcune piegatrici e macchine automatiche per l’assemblaggio.

Mollificio Lombardo
L’azienda investe circa il 15% del fatturato in tecnologie innovative e punta molto sulla formazione dei giovani, attraverso un’accademia interna e la collaborazione con gli istituti tecnici del territorio

Qual è la situazione della vostra filiale in Brasile, dove la pandemia sta colpendo ancora duramente?

Purtroppo il governo brasiliano ha gestito malissimo l’emergenza e la popolazione ne sta pagando le conseguenze. Il nostro stabilimento, fortunatamente, si trova in un paese, Apucarana, che è piccolo e isolato. Dall’Italia l’anno scorso mandammo preventivamente informazioni e dispositivi anti-contagio che hanno aiutato i dipendenti e le loro famiglie a proteggersi dal virus. Le chiusure sono state poche e di breve durata. Il mollificio ha potuto così lavorare molto, riuscendo addirittura a crescere in modo significativo rispetto al 2019. 

Ci sono altri settori di applicazione, oltre all’automotive, che vi stanno dando opportunità di crescita in questo periodo?

Le apparecchiature medicali ci hanno consentito di lavorare anche durante la fase più dura del primo lockdown, ma restano un business marginale rispetto al fatturato complessivo. Ha ottime prospettive il settore elettromeccanico, pur avendo l’inconveniente di richiedere fili in acciaio speciale pretemprato, che hanno tempi di approvvigionamento intorno ai 6-8 mesi, a fronte di ordini con consegna a non più di tre mesi. Occorre in questo caso assumersi una dose di rischio acquistando i materiali con una corta visibilità sull’ordinativo. È un comparto che comunque va bene e merita la massima attenzione. Penso per esempio alla mobilità elettrica e alle sue infrastrutture, che dovranno essere create, anche presso le abitazioni private, o riprogettate secondo norme di sicurezza completamente riviste.

Avete sentito la mancanza di fiere ed eventi dal vivo?

Dal punto di vista del volume di affari, no. Ci sono mancati il contatto umano, la possibilità di guardarsi in faccia, chiarire direttamente i problemi, mettere sul tavolo qualche nuova idea. Tutte cose che non si possono quantificare ma che contano molto. Come conta la possibilità che si ha, visitando una fiera, di imbattersi in una innovazione che non cercavi e non ti aspettavi, ma che può cambiare il tuo approccio al mercato e offrirti possibilità prima impensate. E quando manca l’opportunità di attingere all’innovazione, be’ allora manca tanto. 

Mollificio Lombardo

State investendo anche su giovani e nuovo personale?

Avremmo bisogno di una quindicina di persone, ma non è facile trovarle. Per questo mantengo un forte rapporto con gli istituti tecnici del territorio, aderendo per esempio al progetto scuola-lavoro con l’ITIS Guglielmo Marconi di Dalmine, che presto culminerà nella discussione delle tesi, anche se obbligatoriamente a distanza. Siamo riusciti però a organizzare una nostra accademia interna, coinvolgendo otto ragazzi della zona in un percorso formativo e di affiancamento con operatori del mollificio, alla fine del quale molti di loro verranno assunti. Penso sia fondamentale consentire a questi giovani di osservare da vicino come si gestisce una linea di produzione, quali problemi o possibilità di ottimizzazione si possono incontrare ogni giorno, quali sono le conseguenze di ogni decisione, non solo in termini di qualità della lavorazione, ma anche di costi e tempi. Poi ciascuno deve trovare il suo ruolo: c’è chi può diventare preparatore macchina, chi addetto agli acquisti, chi progettista meccanico o venditore… Diro di più: non basta avere buoni studi alle spalle. Quando si entra in stabilimento bisogna imparare a combinare i vari fattori che entrano in gioco nella linea produttiva, sia tecnici sia economici, e trovare soluzioni concrete che creino valore. Quel valore che solo le persone sanno portare.