Phoenix Contact festeggia 100 anni con una crescita record e lo sguardo costantemente rivolto al futuro, grazie a soluzioni per l’automazione e l’elettrificazione che favoriscono la riduzione delle emissioni e la sostenibilità dei processi industriali.
di Alessandro Bignami
Dopo un secolo di storia, Phoenix Contact continua ad avere voglia di futuro. Un futuro che per il pianeta sarà possibile solo se verrà condotta una reale transizione energetica ed ecologica. Ne è ben consapevole l’azienda che ha sede centrale a Blomberg, in Germania, e che da tempo sta orientando investimenti e sviluppo verso la sostenibilità. Con una mission chiara: dare un contributo determinante nella realizzazione della “All Electric Society”. Un impegno che sta interessando tutti i quattro “pillars” di Phoenix Contact: Industria, Infastrutture, Energia e E-mobility.
Italia: un mercato strategico
Protagonista internazionale nelle soluzioni per il settore automazione, elettrificazione e messa in rete, Phoenix Contact compie dunque nel 2023 i suoi primi 100 anni, che ha voluto festeggiare anche in Italia, un mercato strategico per la società, con una conferenza a Milano lo scorso febbraio. “Non è così scontato che una lunga esistenza sia sinonimo di successo. Alcuni colossi del Novecento oggi sono ridimensionati per non aver colto i passaggi chiave dell’innovazione. La nostra realtà non ha invece mai smesso di crescere, nelle dimensioni ma anche nella raccolta di nuove sfide e nell’espansione in nuovi mercati”. Francesco Lanzani, presidente e direttore generale di Phoenix Contact Italia, si appassiona nel raccontare le tappe principali della storia e i prossimi progetti dell’azienda alla stampa tecnica intervenuta nell’avveniristica location di Factory NoLo, a pochi passi da Piazzale Loreto. “Oggi stiamo vivendo una nuova fase di cambiamento, avendo intrapreso il percorso verso la All Electric Society”.
Phoenix Contact conta oltre 20mila addetti, 11 stabilimenti produttivi e 55 filiali nel mondo. Nel 2022 ha generato un fatturato record di oltre 3,5 miliardi di euro. “La società è cresciuta nel tempo anche attraverso le acquisizioni, che sono sempre state inerenti alla nostra tecnologia e integrate nell’organizzazione”, ha continuato Lanzani. Non sono mancati i momenti complicati. “Anche i nostri numeri hanno risentito della crisi finanziaria del 2008 e 2009, e dell’emergenza Covid nel 2020, ma appena i mercati si sono normalizzati siamo ripartiti rapidamente e con slancio. Una reazione consentita anche dalla motivazione e dalla serenità dei dipendenti, che nei momenti più duri dell’economia internazionale sono sempre stati rassicurati dai vertici: l’ultimo esempio riguarda gli aumenti salariali erogati per aiutare le famiglie ad affrontare l’incremento delle bollette energetiche. Gli scorsi due anni sono stati di crescita intensa, che in Italia nel 2022 ha superato il +19%, grazie a un fatturato di 151 milioni di euro”.
La capacità attrattiva dell’azienda appare esemplificata dalla stessa biografia di Lanzani, in forza a Phoenix Contact Italia ormai dal 2000. “Abbiamo una mission chiara, sempre più orientata al tema della sostenibilità, cruciale per la stessa esistenza futura del pianeta. Credo che le aziende stiano mostrando di poter contribuire alla questione ambientale laddove la politica da sola non riesce”.
Se gli stabilimenti produttivi in Germania sono già carbon neutral dal 2021, l’obiettivo della società è raggiungere entro il 2030 le emissioni zero per tutta la sua catena del valore. Ma il contributo alla “All Electric Society” passa ovviamente anche dalle soluzioni per la riduzione delle emissioni dei propri clienti e per le tante applicazioni nella produzione di energie rinnovabili, oltre che per l’e-mobility, un settore destinato a una crescita esponenziale.
In tale contesto, in veloce evoluzione, il mercato italiano continua a essere centrale per l’azienda, venendo solo dopo a Germania, Usa e Cina.
Lanzani ha commentato anche il problema della carenza di chip sulle filiere globali che ha contraddistinto la fase di ripresa post Covid. “Certo non è stato facile governare il rilancio della domanda nel 2021 e 2022, soprattutto per le complicazioni nell’approvvigionamento dei semiconduttori, ma ora la situazione sta nettamente migliorando”.