Anche il mondo dell’automazione deve confrontarsi con il gender gap, un ostacolo che può essere superato solo attraverso la sensibilizzazione, il supporto alle donne e l’istruzione scolastica: elementi fondamentali alla base del progetto She SPS Italia.
Sono sempre di più le donne appassionate di un settore, quello dell’automazione, spesso ritenuto adatto solo agli uomini: appassionate che, scegliendo questa strada, sanno di dover combattere ancora contro alcuni pregiudizi di genere difficili da scardinare. A supportarle in questo percorso di inserimento e di crescita ci sono iniziative fondamentali, come il progetto She SPS Italia dedicato alla valorizzazione del contributo di esperienze e conoscenze di donne che si occupano di automazione e tecnologie per l’industria. Si tratta di una community di professioniste che unisce e racconta storie e promuove la diversità, l’apertura al talento e la spinta alla visione femminile. L’iniziativa si rivolge a tutto il network di SPS Italia: giornaliste, imprenditrici, professoresse e, più in generale, tutte le donne che si occupano di automazione e innovazione, incluse le nuove generazioni che devono avere fiducia in un settore “affascinante, in continua evoluzione, ricco di spunti e nel quale il contatto umano resta ancora fondamentale nonostante il progresso tecnologico”, conferma Greta Moretto, Marketing Communication & Domestic Events Director che abbiamo voluto intervistare per La Subfornitura.
Greta Moretto, come nasce l’iniziativa di She SPS Italia e chi può farne parte? Ci sono state molte adesioni?
“Sempre di più si parla di divario di genere nel mondo del lavoro, questa distanza è più che mai evidente nel settore industriale in cui operiamo, di tradizione prettamente maschile. Per questo dal 2021 ci impegniamo a dare un piccolo contributo per colmare il gender gap e ispirare le nuove generazioni attraverso il progetto She SPS Italia, una community al femminile che racconta storie di successo nel mondo dell’automazione e dell’innovazione per l’industria. Al momento contiamo soprattutto giornaliste, imprenditrici, ingegneri e professoresse ma il nostro bacino continua ad espandersi e includere tutte quelle donne che grazie alla loro esperienza e personalità possono essere un esempio soprattutto per chi si avvicina agli studi o a nuovi sbocchi professionali”.
In questi anni ha notato, nell’ambito del manifatturiero e dell’automazione, una crescita della presenza femminile o, comunque, una maggiore consapevolezza in merito al tema del gender gap?
“Sì, negli ultimi anni stiamo assistendo a una crescita, seppur lenta, del numero di donne nell’ambito del manifatturiero e dell’automazione, e anche a una maggiore consapevolezza di lavoratrici, istituzioni, aziende in merito al tema del gender gap. Tuttavia, c’è ancora molto su cui lavorare per raggiungere una vera e propria parità di genere da diversi punti di vista. Trovo rilevanti alcune iniziative in atto come quella del Mur, nell’ambito della formazione, per orientare le giovani generazioni, soprattutto femminili, alla scelta di materie di studio STEM. Dal lato professionale invece, credo che sia importante la presenza di alcune forme di regolamentazione: ne sono un esempio la recente direttiva europea per contrastare il gender pay gap e le attività del PNRR con l’introduzione del “Sistema di certificazione della parità di genere” per ridurre il divario in tutte le aree maggiormente critiche per la crescita professionale delle donne”.
Crede che alcune donne siano ancora oggi inibite da certi pregiudizi che le escludono da settori come il manifatturiero?
“In parte sì. Il mercato del lavoro continua a preferire l’assunzione di giovani uomini e non sempre garantisce una forma di supporto adeguato alle dipendenti donne. Questa attitudine può disincentivare nella scelta di determinate carriere rispetto ad altre. Il fatto che sia un tema dibattuto e che qualcosa si stia muovendo, anche sull’esempio di paesi europei più avanti nelle politiche di gender equality, fa ben sperare per il futuro”.
La manifestazione ha proposto negli anni e continua a proporre progetti rivolti a docenti, studenti e famiglie. Quanto pensa ci sia ancora da fare nelle scuole?
“Le iniziative scolastiche non sono mai abbastanza. Sensibilizzare i giovani verso percorsi STEM fin dai primi anni dell’adolescenza può contribuire in maniera rilevante nella scelta di un percorso di studio rispetto a un altro e porre le basi per la soluzione del mismatch delle competenze di cui soffre il mondo del lavoro. In qualità di ente fieristico, già da anni, ci impegniamo in diverse iniziative che fanno da ponte tra scuola e industria. In fiera abbiamo creato un’area education, nel padiglione 8, proprio per le generazioni che nei prossimi anni entreranno nella fabbrica digitalizzata, ma anche per i loro docenti. L’Arena Next sarà palcoscenico di incontri e laboratori organizzati da espositori e partner, pensati per i ragazzi e per i professori di università e istituti tecnici. Prosegue inoltre l’iniziativa “Lezioni in fiera” che porta gli studenti in una visita guidata per delle vere e proprie lezioni agli stand degli espositori che si propongono per il progetto”.
Avete in programma degli incontri o eventi dedicati a She SPS Italia durante la fiera?
“Il 28 maggio, primo giorno di fiera, consegneremo il premio She SPS Italia Award. Un momento di incontro con la community in cui verranno premiate appunto le quattro migliori case history raccolte con il call for paper. In quell’occasione interverrà Claudia Segre, presidente e fondatrice di Global Thinking Foundation. Parteciperà anche Cristina Oyón, director of Technology, Innovation and Sustainability in Spri, illustrando i risultati dello studio condotto sull’impatto delle donne rispetto alla competitività industriale, proseguimento del lavoro svolto da Spri dal 2020, incentrato sull’analisi delle principali sfide che l’industria deve affrontare per garantire una maggiore partecipazione, riconoscimento e leadership delle donne”.
Come funziona il premio She SPS Italia Award e in base a quali criteri viene assegnato?
“Nel corso dell’anno abbiamo raccolto le case history sui temi di sostenibilità sociale, empowerment, imprenditoria femminile e mentorship. Una giuria di esperti esamina e decreta le quattro relazioni vincitrici sulla base di alcuni parametri, individuati con lo scopo di valorizzare le conoscenze e le esperienze di donne che si occupano di automazione: focus sulle risorse messe in atto; contenuto innovativo del progetto; espressione di applicazioni reali; evidenza e quantificazione dei vantaggi reali dell’applicazione”.
Se potesse dare un consiglio alle donne e alle giovani appassionate di questo settore, cosa direbbe loro?
“Direi loro che è un settore affascinante, in continua evoluzione, ricco di spunti e nel quale il contatto umano resta ancora fondamentale nonostante il progresso tecnologico. Di non aver paura di affrontarlo se le appassiona, andando oltre agli stereotipi di genere. Non dimentichiamo inoltre che è un percorso che può offrire molti sbocchi professionali, fattore importante per i giovani in generale e in particolare per giovani donne. Mi farebbe piacere rivolgermi a loro per invitarle a far parte della nostra community e a partecipare alle nostre iniziative”.