Un player globale nella filtrazione ad alta tecnologia

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La sede di Mott Corporation a Farmington, nel Connecticut (Usa)

Con l’acquisizione di Asco Filtri, Mott Corporation ha creato un gruppo di riferimento nella produzione di sistemi e materiali hi-tech per la filtrazione, con una estesa presenza internazionale. Presto nella sede italiana un laboratorio con le apparecchiature più avanzate per i test con i clienti.

di Alessandro Bignami

Nel gennaio 2022 Mott Corporation, specializzata nella filtrazione ad alta tecnologia e nel controllo dei fluidi, ha acquisito l’italiana Asco Filtri, da tempo suo partner strategico in Europa e produttore di sistemi per la filtrazione di processo in diversi settori industriali. L’operazione porta ad ampliare i mercati e le gamme produttive del gruppo, che includono filtri in metalli porosi, ceramica e polimeri, oltre a un’ampia offerta di prodotti complementari come sparger, coalescenti e skid.

Dopo il ritiro di Lambert H. Mott, che la fondò alla fine degli anni Cinquanta, Mott è diventata di proprietà dei suoi dipendenti, secondo la formula Esop (Employee Stock Ownership Plan). La società continua a spingere molto sull’innovazione, che porta avanti con investimenti in start up, ricerca su prodotti e materiali avanzati, collaborazioni con le università e acquisizioni strategiche.

Con il passaggio in Mott, Asco Filtri diventa l’avamposto globale del gruppo nell’ambito della filtrazione di processo. Per sapere qualcosa di più sulle strategie della società e sull’evoluzione della sua offerta tecnologica, abbiamo incontrato nella sede di Binasco, a sud di Milano, Fulvio Menini e Massimo Mascheroni, rispettivamente CEO e General Manager di Asco Filtri Spa.

Con questa operazione nasce un player internazionale ancora più forte nel campo della filtrazione industriale…

Fulvio Menini: Nella fase attuale della sua crescita, Mott aveva bisogno di un polo produttivo profondamente radicato nell’industria di processo. Per questo ha puntato su Asco Filtri, che ha saputo sviluppare in due decenni grandi competenze nella filtrazione di processo, oltre che stretti rapporti con industrie di primo piano in diversi settori, come petrolchimica, chimica fine, alimentare, farmaceutica, energia. Con l’ingresso in Mott, Asco Filtri diventa l’avamposto produttivo e commerciale del gruppo in Europa e Medio Oriente, ma soprattutto il fulcro della Business Unit Process Systems, di cui sono presidente.

Massimo Mascheroni: Prima dell’acquisizione, Mott aveva già una lunga e consolidata partnership con Asco Filtri, che ha consentito a entrambe le aziende di conoscere le rispettive mentalità e gamme produttive. I nostri tradizionali mercati di riferimento coincidevano solo in piccola parte con i loro e sono dunque complementari. Mott nacque con le applicazioni in ambito aerospaziale, dove tuttora è molto presente, per poi entrare in altri settori ad alta tecnologia, in particolare nella microelettronica e nel medicale. Asco Filtri si è sempre focalizzata sull’industria di processo. A livello geografico il baricentro europeo di Asco e quello americano di Mott si integreranno. In questi mesi abbiamo lavorato molto per concentrare nella sede italiana la Business Unit dedicata al Process Systems, che coordinerà quindi tutte le attività globali del gruppo dedicate alla filtrazione di processo.

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Fulvio Menini, CEO di Asco Filtri

Oltre che della filtrazione di processo vi occuperete anche dei prodotti ad alta tecnologia di Mott?

Menini: Mott realizza prodotti e materiali che si possono definire unici al mondo e continuerà a realizzarli esclusivamente negli Stati Uniti, dove concentra il know how e l’ambiente produttivo adatto, per esempio, alla sinterizzazione delle piastre di titanio destinate alle membrane PEM (Polymer-electrolyte-membrane, ndr) che vengono poi utilizzate nella produzione di idrogeno. La purezza dei materiali sinterizzati da Mott li rende ad oggi sostanzialmente inimitabili. Un’altra loro applicazione riguarda l’implantologia, per esempio con la creazione di un cristallino da impiantare nel bulbo oculare allo scopo di consentire al personale sanitario la somministrazione di medicinali nella cura di patologie oculari. La sinterizzazione, anche per via degli impianti e delle fasi produttive specifiche che richiede, continuerà dunque a essere svolta nella sede centrale di Farmington, nel Connecticut. In Italia ci occuperemo delle lavorazioni a valle dei materiali sinterizzati, come la tranciatura, la saldatura e la configurazione finale del prodotto.

Prevedete quindi una crescita produttiva e di personale?

Mascheroni: Sì, siamo alla ricerca di nuovi spazi e strutture nelle vicinanze e stiamo assumendo personale, soprattutto giovani da formare. A breve diventeremo Mott Europa, ma è ovvio che il brand Asco Filtri verrà gelosamente conservato, vista l’autorevolezza acquisita in tanti anni di attività, la presenza nelle vendor list delle grandi multinazionali e le tante certificazioni di prodotto. Inoltre, se noi allargheremo la via europea e mediorientale ai prodotti Mott, viceversa per la gamma di Asco Filtri emergono opportunità eccezionali nelle Americhe e soprattutto negli Usa, dove eravamo poco presenti, grazie alla possibilità di gestire la rete vendita del gruppo in quei mercati.

Le sanzioni alla Russia e la crisi energetica stanno intaccando i vostri numeri in Europa?

Menini: Per Asco Filtri il mercato russo è sempre stato importante, sia per le esportazioni dirette, sia indirette tramite contractor di ingegneria e impiantistica. Eppure i risultati di quest’anno sono in linea con quelli ottimi del 2021. Senza la crisi internazionale avremmo potuto fare ancora meglio, ma siamo soddisfatti. Quanto alla questione energetica, il bisogno di intensificare le produzioni e di diversificare le fonti di approvvigionamento hanno semmai aumentato la domanda verso i nostri filtri e ricambi, in particolare per gli impianti di trattamento gas, raffinerie e siti petrolchimici.

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Massimo Mascheroni, General Manager di Asco Filtri

Su quali gamme e settori punterete nel 2023?

Menini: Intendiamo spingere i prodotti standard di Asco Filtri nel food&beverage, nella chimica, nella farmaceutica. In quest’ultimo settore serviamo soprattutto la parte alta del processo, cioè la preparazione del prodotto precedente alla fase che richiede certificazioni molto specifiche. Il pharma ci interessa molto, anche perché vede già l’applicazione dei filtri Mott con setti porosi, che sono stati largamente impiegati, per esempio, nella produzione di sistemi di drug delivery per i trattamenti oncologici localizzati.

Mascheroni: La chimica-farmaceutica è nata in Europa ed è un mercato fondamentale per noi, ricco di competenze e produzioni ad alto valore aggiunto. Nonostante ciò, esistono ancora molte realtà che gestiscono la filtrazione con tecnologie obsolete, come filtri a sacco o a pressa, dove l’operatore viene a contatto con il prodotto, che spesso contiene solventi pericolosi e tossici. Noi proponiamo invece sistemi filtranti automatici, quindi sicuri per l’operatore e con un’altissima efficienza di separazione, nell’ordine degli 0,4 micron.

Anche la sede italiana punterà molto sulla ricerca?

Mascheroni: È stato stanziato un investimento per la creazione nella sede di Binasco di un laboratorio identico a quello attivo nell’headquarter di Mott in Usa: il Filter Feasibility Testing è uno dei laboratori più avanzati al mondo per analizzare le performance del prodotto del cliente con i nostri filtri. Il nuovo FFT ci consentirà di portare i clienti europei in laboratorio per assistere di persona alle prove sperimentali, un plus decisivo per le applicazioni critiche. Ci saranno impianti pilota per simulare la filtrazione di processo e soprattutto una strumentazione molto avanzata, tra cui il microscopio elettronico, l’analisi EDAX, il contatore di particelle laser, oltre a una serie di strumenti automatici per la caratterizzazione del prodotto.

Menini: La messa a punto di un filtro richiede un approccio anche empirico, perché le caratteristiche dei fluidi possono cambiare rapidamente. È fondamentale quindi sperimentare dal vivo gli studi fatti sulla carta: serve sia per migliorare i nostri prodotti sia per trovare la giusta soluzione per lo specifico processo del cliente. L’apertura del laboratorio ci consentirà anche di intensificare i rapporti con le università, coinvolgendo gli studenti anche in vista di un eventuale inserimento in azienda, in modo simile alla consolidata collaborazione di Mott con il MIT di Boston. Siamo già in contatto con l’Università degli Studi di Pavia e vorremmo coinvolgere il Politecnico di Milano.

È giusto dire che Asco Filtri è destinata a rafforzare l’attività di Mott su impianti e processi?

Menini: Sì, fondamentalmente siamo ingegneri di processo che studiano a fondo l’esigenza del cliente, con lo scopo di risolvere il suo “big pain”. Non ci sono ricette fisse e non bastano gli algoritmi. Bisogna scendere sul campo, condurre prove di laboratorio, affiancare il cliente e infine trovare la soluzione. Per farlo occorre un grande bagaglio di esperienza e competenze tecniche elevate, che sempre più spesso gli utilizzatori demandano a noi. In questo modo diventiamo i depositari di conoscenze sul processo che oggi il mercato tende a disperdere con il passare delle generazioni. Inoltre le nostre forti relazioni con le industrie di processo europee renderà più semplice trasmettere il grande know how contenuto nei prodotti di Mott.

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La sede di Asco Filtri a Binasco (MI)
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