CSV Life Science e la business continuity al servizio del pharma

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HVAC system realizzato da CSV Construction

17.08.2021

CSV Life Science è cresciuta anche nel corso dell’emergenza sanitaria, garantendo un servizio continuo e a 360 gradi per i player del pharma. Aumento della capacità produttiva, formazione, rafforzamento della presenza all’estero, con un focus sull’Africa e sul Medio Oriente, sono alcuni dei temi toccati in questa intervista.

di Alessandro Bignami

CSV Life Science negli anni ha costruito un gruppo di aziende e professionisti in grado di fornire soluzioni integrate alle aziende del comparto farmaceutico, ampliando la gamma dei servizi offerti. Oltre alle attività tradizionali di core business, convalida, progettazione e facility planning, ad oggi CSV Life Science Group offre servizi di costruzione, contenimento, intermediazione nel mercato dei principi attivi e impianti di processo attraverso le divisioni CSV Construction, CSV Containment, CSV Active e Pharma Hub.

Al centro del progetto resta però l’unico brand globale, quello di CSV Life Science Group, società che oggi impegna complessivamente circa 120 persone interne, più consulenti e collaboratori. In linea con la crescita registrata nel 2020, il Gruppo ha assunto anche nel pieno della pandemia figure da collocare in ruoli strategici in tutti i business, dall’ingegneria di processo ad attività più operative e sul campo, come quelle legate alla convalida e alla gestione del cantiere. La missione è avvicinarsi sempre di più alle esigenze del processo del cliente. Queste le premesse dell’incontro, nella sede di via Selvanesco a Milano, con il Sales Manager Claudio Fabiano. 

Il Gruppo è in crescita, tanto da aver ampliato il personale anche nel corso dell’emergenza sanitaria. Solitamente, le nuove figure che inserite sono già altamente qualificate o da formare internamente?

Le une e le altre. Intanto c’è da stabilire quale sia il benchmark che identifica una figura Senior. Notiamo che su questo punto il mercato offre differenti interpretazioni. CSV è fiera della reputazione che è riuscita a costruire in anni di lavoro e sappiamo che questo ci impone oggi di spostare sempre più in alto l’asticella delle qualità professionali di ogni singolo. I neoassunti vengono introdotti ad un iter definito e ben articolato prima di potersi muovere in autonomia.

Gestite quindi dei percorsi di formazione interni?

Sì, con Elena Disperati, Marketing Assistant, abbiamo creato il brand dedicato CSV Training Academy, che si rivolge alle molteplici figure professionali operanti nel settore e ad enti e istituzioni internazionali. La pandemia non ha rallentato le nostre attività di formazione, abbiamo infatti ottenuto risultati ottimi con il training via web. Speriamo comunque di riuscire presto a riprendere con la dovuta intensità le attività formative in presenza.

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La gamma dei servizi offerti da CSV Life Science Group

La crisi sanitaria ha avuto effetti negativi su qualche settore che seguite o sulla vostra stessa operatività?

Alcuni cantieri si sono dovuti temporaneamente fermare, o quantomeno rallentare, nella fase del lockdown più duro, ma sono poi ripartiti recuperando il ritardo. Va segnalato che nei mercati a noi prossimi l’attenzione alla sicurezza è estrema, con l’adozione di provvedimenti, comportamenti e dispositivi volti alla minimizzazione del rischio di contagio. Noi stessi abbiamo coinvolto un operatore sanitario che esegue regolarmente presso le nostre sedi i tamponi per il personale viaggiante o per chi ne abbia bisogno. Del resto abbiamo scelto di continuare a muoverci sul campo non solo perché per alcune attività è indispensabile, ma anche per la volontà di non far mancare il pieno supporto al cliente. Per i contatti di natura commerciale abbiamo invece ampiamente sfruttato le piattaforme per la comunicazione da remoto. I clienti hanno apprezzato questa gestione degli spostamenti, perché si sono sentiti affiancati anche nel periodo delle più rigide restrizioni. Crediamo che la business continuity sia un pilastro non rinunciabile dell’approccio moderno al mercato farmaceutico. E la business continuity si costruisce essenzialmente sulla capacità e qualità di risposta del fornitore. Non a caso, al termine della prima ondata, molti committenti chiedevano ai partner un piano di gestione dell’emergenza nel caso si fossero ripresentate le condizioni di marzo 2020. Ci siamo fatti trovare pronti.

Pur con la consapevolezza della necessità della presenza sul posto, ritiene che le piattaforme digitali siano utili a supportare le operazioni di convalida?

Guardi, nel periodo del massimo ricorso al digitale, anche noi abbiamo avuto modo di eseguire dei Factory Acceptance Test in modalità on line, per esempio per alcuni nostri sistemi di contenimento destinati all’estero. Professionisti specializzati hanno sviluppato per noi un sistema digitale che include il posizionamento di videocamere attorno all’impianto e nello smartphone dell’operatore, permettendo al cliente di osservare dal suo ufficio anche i dettagli del funzionamento. Inoltre ci è capitato di recarci presso importanti fornitori italiani di macchinari allo scopo di eseguire dei FAT per conto di case farmaceutiche estere, impossibilitate a raggiungere l’Italia. Ma si tratta, devo dire, di casi eccezionali. Non credo che per FAT e collaudi prevarrà la modalità on line. Certo quest’ultima tornerà utile nelle fasi preparatorie o complementari ai FAT, riducendone tempi e costi.

La pandemia sta cambiando il mercato farmaceutico?

Trovo importante che questa terribile esperienza abbia spinto molti operatori e istituzioni a parlare di reshoring e quindi del ritorno nei confini dell’UE di alcune produzioni strategiche. Credo che il disorientamento iniziale per la mancanza dei beni necessari alla sicurezza dei cittadini, in quanto prodotti altrove, spingerà l’Europa a prendere provvedimenti, anche se non sarà un passaggio facile e immediato. Eclatante è stato il caso delle mascherine, ma penso anche all’importanza di tornare a produrre alcuni principi attivi e di investire nello sviluppo dei vaccini sul territorio.

A proposito di vaccini anti-Covid19, siete coinvolti nella progettazione di nuovi impianti?

Certamente: stiamo seguendo la progettazione e la messa a punto dei processi nell’ambito di diverse linee per la produzione di vaccini anti-Covid in Italia, nel resto d’Europa ed anche in alcuni paesi africani dove l’industria farmaceutica è già presente con un‘elevata capacità produttiva.

Immagina che la produzione di vaccini per controllare l’epidemia resterà strategica anche nei prossimi anni?

Penso di sì, anche perché le autorità si sono rese conto di quanto sia necessario contare sulla produzione nazionale. Oggi ancora nessuno sa cosa accadrà né se e quando il Covid diventerà endemico. Quel che è certo è che sarà decisivo garantire dei tempi di risposta brevi, cosa che impone di avere il know how in casa. Auspico in questo senso che in Italia gli investimenti in ricerca ripartano in modo robusto.

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Rigid Dispensing Isolator prodotto da CSV Containment

C’è qualcosa da migliorare ulteriormente nei prossimi mesi?

Proseguiremo con l’internazionalizzazione, che in realtà è già in atto da anni. Ci interessa portare le nostre competenze sempre di più anche all’estero, dove vengono molto apprezzate le soluzioni e i servizi che proponiamo. Naturalmente ogni mercato ha caratteristiche diverse: in alcuni, soprattutto in Europa, stiamo crescendo rapidamente con i sistemi di contenimento e con lo sviluppo del processo; altrove, specie nei mercati meno maturi, siamo più forti con i servizi di ingegneria. L’importante per noi è creare una presenza capillare che ci consenta di rispondere prontamente alle esigenze specifiche del posto, creando opportunità per l’intera offerta di CSV Life Science Group. Stiamo tessendo inoltre relazioni strette in alcuni continenti, per esempio attraverso la compartecipazione di una società sudafricana, che ci dà un appoggio importante per tutto il mercato africano, in cui crediamo molto. 

Altri obiettivi?

Stiamo investendo sulla capacità produttiva con l’incremento del personale e degli spazi a disposizione. Recentemente abbiamo acquisito una nuova struttura dedicata alla produzione e all’assemblaggio di tecnologie per il contenimento flessibile e rigido, dando un altro importante segnale di crescita. L’area si trova vicino ad Alessandria, dove da anni abbiamo uno stabilimento per la produzione di isolatori. Stiamo assumendo giovani risorse del luogo: è recente l’ingresso di un progettista meccanico e di un disegnatore tecnico. Oggi attorno al polo piemontese dedicato al contenimento gravitano circa 25 persone, a cui si aggiungono gli esperti che operano in modo trasversale fra le divisioni. 

L’annullamento e lo slittamento di molti eventi nell’ultimo anno e mezzo ha dato problemi alla vostra attività?

È venuta meno la possibilità di approfondire le relazioni coltivate nel tempo. Considero le fiere un momento di incontro molto utile, sebbene sia necessario selezionarle accuratamente. Ora siamo concentrati su Interphex New York di ottobre e CPhI Milano di novembre, ma già pensando ad Achema Francoforte, dove saremo nell’aprile del 2022. Con mercati e target di riferimento certamente diversi, quelle citate sono per noi le manifestazioni che mettono in mostra le vere novità tecnologiche dedicate ai settori che ci riguardano. 

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